Frutto di un lungo e travagliato sviluppo,
Devil’s Third è il primo titolo realizzato da
Valhalla Game Studios, team di sviluppo giapponese fondato da
Tomonobu Itagaki, creatore delle serie
Dead or Alive e
Ninja Gaiden, dopo la sua fuoriuscita da
Tecmo Koei. Un pedigree non da poco, che assieme alla scarsità di informazioni rilasciate nel corso dello sviluppo ha fatto sì che maturasse attorno a Devil’s Third una certa curiosità da parte dei giocatori più attenti. Eccoci dunque con un’anteprima, volta a svelare i punti fondamentali della nuova creatura di Itagaki.
Development Hell
La
genesi di Devil’s Third è stata quantomai problematica. Tomonobu Itagaki, personalità particolare nel mondo dello sviluppo giapponese, nota per non avere peli sulla lingua e per una certa attitudine “spaccona”, lasciò Tecmo Koei nell’ormai lontano 2008, in disaccordo con i vertici della società per questioni relative al proprio salario. Assieme ad altri fuoriusciti dalla compagnia fondò quindi Valhalla Game Studios, iniziando a lavorare a quello che sarebbe poi divenuto
Devil’s Third. Alla ricerca di un partner per la pubblicazione del titolo, Itagaki ed i suoi Valhalla Game Studios entrarono quindi nella
scuderia THQ, che annunciò pubblicamente il gioco nel 2010. Si sarebbe trattato di qualcosa di diverso dai classici titoli di Itagaki,
picchiaduro ed
hack and slash, tentando di reinterpretare secondo la sensibilità dello sviluppatore il genere degli sparatutto. Il gioco, inizialmente presentato su PC, PlayStation 3 ed Xbox 360, finì ben presto in
development hell, cambiando motore grafico almeno due volte. Nel 2011 Itagaki lasciò intendere la possibilità di una versione Wii U del titolo, mentre nel 2013, a seguito della bancarotta di THQ, Valhalla Game Studios rientrò in pieno possesso dei diritti di Devil’s Third. Di nuovo alla ricerca di un partner per la pubblicazione del titolo Itagaki approdò infine nell’ovile
Nintendo, che in maniera simile a quanto avvenuto per
Bayonetta 2 ha infine deciso di accollarsi gli oneri del finanziamento e della pubblicazione. Eccoci dunque alla attuale incarnazione di Devil’s Third, ri-svelata al mondo nel corso dell’E3 2014 come esclusiva Wii U, ed in uscita il prossimo
28 Agosto.
So bad it’s good
Devil’s Third ci mette nei panni di Ivan,
palestrato e tatuatissimo mercenario di origini russe. Ivan sta scontando una sentenza di oltre 850 anni (!!!) di reclusione nel penitenziario di Guantanamo quando la sciagura si abbatte sugli Stati Uniti e sul mondo intero: una serie di esplosioni e collisioni in orbita mette fuori uso gran parte dei satelliti, tanto quelli commerciali che quelli militari, azzerando le comunicazioni e spargendo caos su tutto il pianeta. Sono i SOD, l’ex squadra mercenaria di Ivan, ora spietati terroristi, ad essere i responsabili del disastro e di altri molteplici attacchi su scala globale. In questa situazione di emergenza il governo degli Stati Uniti non avrà altra scelta che liberare Ivan ed arruolarlo nel tentativo di fermare i vecchi compagni d’armi. Fin dal suo incipit Devil’s Third mostra a chiare lettere un
DNA da B movie: la trama e le situazioni, così come i personaggi, sono così
Devil’s Third mostra a chiare lettere un DNA da B movie
eccessivamente
over the top da richiamare prepotentemente gli action movie più fracassoni degli anni ’80. I personaggi, tanto improbabili quanto eccessivamente caratterizzati nel loro design, sono quasi una versione trash ed esagerata del cast di un tipico
Metal Gear Solid, mentre l’azzardato mix di atmosfere da “
dudebro shooter” e da classico hack and slash giapponese
stride ed affascina al tempo stesso. Nell’avventura ad alto tasso di adrenalina che Devil’s Third offre si passa senza soluzione di continuità da splendide ambientazioni quali un quartiere a luci rosse giapponese a squallide trincee prelevate direttamente da un clone di Call of Duty di terza categoria. Un minuto prima si affrontano Ninja dalle affilate katane e dopo ci si trova a tirare giù elicotteri armati di lanciamissili. Un concentrato di cliché e situazioni che lascia il giocatore sorpreso e perplesso, vista anche l’assenza di uno scopo volutamente parodistico: in tutto questo marasma
Devil’s Third si prende maledettamente sul serio, rendendo ancora più particolare lo spirito dell’esperienza, che magari con toni diversi sarebbe tranquillamente potuta passare per il classico “
so bad it’s good“.
Call of Duty: Ninja Gaiden
Anche il gameplay riflette appieno questa attitudine:
Ivan potrà contare sia su armi da fuoco che bianche, miscelando assieme
sistemi di combattimento profondamente diversi. In mischia ci ritroveremo con un gameplay tipicamente hack and slash, una sorta di versione light del gameplay di Ninja Gaiden, senza tante delle complessità del battle system della saga Tecmo ma con lo stesso focus sui tempi di reazione del giocatore e su livelli di sfida elevati. Per quanto riguarda il gunplay Devil’s Third si ritrova a scimmiottare ora gli sparatutto in prima persona, ora quelli in terza basati sulla copertura, ora quelli di squadra. Solitamente la visuale è da action game in terza persona, ma mirando per meglio colpire gli avversari si passerà in prima, con una soluzione particolare che sulle prime potrebbe disorientare il giocatore, ma che in breve si rivela piuttosto funzionale. Interessante anche la possibilità di effettuare scivolate “
alla Vanquish” e di passare praticamente senza alcuna transizione dalle armi da fuoco a quelle da taglio, mischiando continuamente i sistemi di gioco. Questo è forse il lato più interessante di Devil’s Third, che permette al giocatore
una moltitudine di approcci diversi a quelli che altrimenti sarebbero solo una lunga serie di scontri in ambientazioni esteriormente variegate ma basate sulla
ripetizione ad nauseam della solita struttura corridoio-stanza-corridoio. Volendo definire Devil’s Third in poche parole lo si potrebbe chiamare una sorta di
Call of Duty: Ninja Gaiden, ed onestamente non si sbaglierebbe di molto. Il curioso mix di gameplay proposto è interessante e crea un feeling particolare e del tutto unico, nonostante non sia completamente riuscito. Anche in questo risvolto, infatti, Devil’s Third passa senza soluzione di continuità da momenti brillanti ad altri mediocri, con
una schizofrenia raramente vista nel mondo dei videogiochi. Fortunatamente ci pensa un livello di sfida elevato a mantenere il tutto sempre interessante, anche in quelle porzioni che onestamente sarebbero da dimenticare.
Occhio alle texture
Dal punto di vista tecnico Devil’s Third paga lo scotto del suo sviluppo travagliato. La versione finale del gioco utilizza l’ormai collaudato
Unreal Engine 3, motore che su Wii U ha però sempre mostrato qualche tentennamento. Devil’s Third è l’ennesima riprova di ciò, e mentre il look generale del gioco è sicuramente funzionale, spesso ci troviamo di fronte
brutture come texture che si caricano in ritardo, altre con un livello di risoluzione degno di un Nintendo 64, ed addirittura
cali di performance nelle situazioni con molti nemici e molte esplosioni. Resta comunque pregevole il lavoro di modellazione dei personaggi principali, tutti ben caratterizzati e piacevoli da vedere in movimento (
soprattutto quelli femminili, chiodo fisso di Itagaki) ed alcune ambientazioni colpiscono l’occhio decisamente più di altre (sicuramente il già citato quartiere a luci rosse). Oltre al singleplayer il gioco presenta anche una porzione multigiocatore all’apparenza molto corposa. Al momento attuale i server di gioco non sono ancora attivi e
torneremo quindi a parlarvene in un secondo momento.
Commento
Pro e Contro
✓ Un nuovo titolo di un autore stimato come Itagaki
✓ Riempie una nicchia quasi vuota su Wii U
✓ Strano mix di atmosfere e gameplay
x Graficamente ha molte magagne
x Spesso il mix di influenze diverse è troppo azzardato
x Alcune porzioni meno ispirate di altre
#LiveTheRebellion