Dopo mezz’ora di prova di Astral Chain, la mia domanda è questa: c’é qualcosa che questo gioco non faccia?
Astral Chain, il nuovo gioco di Platinum Games in uscita il 30 Agosto in esclusiva su Nintendo Switch, è molto di più di quanto le promesse avessero fatto intendere.
Appena partita la demo, l’incredibile sforzo congiunto di UI design, evironment art e animazione distrugge gli occhi dell’utente con un caotico orgasmo orgiastico. Quelle che sembrano cut-scenes sul piede di guerra, in realtà non lo sono, rivelandosi come l’unione di una magistrale animazione del personaggio e movimenti automatici della camera, che danno un chiaro reward al giocatore senza neanche dover spezzare l’azione. Come quando ti trovi davanti a un paesaggio nuovo e ti aspetti che la camera faccia un pan per farti apprezzare lo scorcio. Ecco, Astral Chain bypassa la cinematografia eccessiva di Bayonetta e lascia la narrazione alla mercé delle micro-scelte di gameplay del giocatore.
Tanta roba
Astral Chain non risparmia sui sistemi di gioco, non solo per la quantità, ma ancora di più per la profondità. Come molti sapranno, in Astral Chain si controllano due personaggi: uno, il protagonista, completamente e il secondo, la Legione, attraverso azioni di attacco dal sapore strategico. È chiaro da subito come ogni sistema sia fortemente pensato per elevare la dualità dei nostri avatar, ma badate, non si parla semplicemente di combattimento (di cui parlerò tra un attimo), ma anche di un mix brillante e fresco di esplorazione ambientale e di modalità Detective. Quest’ultima è ispirata a così tanti giochi diversi che, nel poco che si è visto, non lascia molto intendere la sua evoluzione all’interno del gioco, anche se sembra di grande importanza per le missioni. Avrete la Realtà Aumentata di Batman Arkham, l’approccio stealth di Assassin’s Creed, e un sistema di obiettivi e indizi che ricorda stranamente Detective Pikachu.
Quel poco di provato è insomma ricchissimo, ma tutto sembra perfettamente omogeneo con l’identità del progetto. I pulotti paranormali, ambientazione cyberpunk stile Blade Runner. Io non so perché ancora aspettate la nuova gen dei Pokèmon con sto cazzo di capolavoro in arrivo. Shame!
Giappo-tamarrate fatte con amore
Ok, ma passiamo alla parte ciccia dei giochi Platinum. Passiamo al combat-system. Amici, io penso di non aver capito come cazzo funziona sto gioco. Io veramente non riesco a spiegarmi come sia possibile confezionare un combattimento così infinitamente complesso e allo stesso tempo incredibilmente raffinato e leggibile. Siamo davvero di fronte a un punto di svolta per gli hack and slash. Questa volta, Platinum ha anche un nuovo Devil May Cry da cui prendere ispirazione, e la fluidità di quel combat system è portata a un livello ancora più alto che, personalmente parlando, rasenta l’extrasensoriale. Combo, finishers, cambi di camera continui. È tutto un gran casino, ma porca vacca se funziona.
Vedere le catene che legano i due personaggi avvolgersi attorno a praticamente ogni oggetti di scena, i dettagli in realtà aumentata dell’ambientazione, i continui e repentini cambi di ritmo che ricordano Nier: Automata. Tutto è funzionale al gioco, come da tradizione Platinum, ma questo davvero potrebbe essere il loro progetto più ambizioso fatto fin’ora. Forse l’unico appunto negativo va fatto alla UI davvero troppo invasiva nelle fasi di combattimento. La speranza è che nella versione finale si possa decidere quali elementi rimuovere.
È bastata mezz’ora per farmi innamorare di Astral Chain e non vedo l’ora di mettere mano alla versione completa. Non mi sentivo così hyped per una tamarrata giapponese da un sacco di tempo. È proprio una bella sensazione.
Commento
Voglio questo gioco. Platinum escilo.
Pro e Contro
✓ Pieno di roba ✓ Equilibrato nel suo casino ✓ Quel tanto che basta di giappo-trash
x Non è ancora in mio possesso
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