La software house nostrana Trinity Team si è fatta conoscere – con merito – nel 2017 grazie al beat’em up Slaps & Beans, tributo all’iconico duo di Bud Spencer e Terence Hill. Ora, lo studio bolognese vuole tornare alla ribalta con un titolo nettamente diverso dal retro-spaghetti western del debutto. The Darkest Tales è un action adventure 2.5D che, come suggerisce il titolo, propone un setting fiabesco a tinte horror. La storia di Teddy inizia quando, risvegliato dalla fatina Lighty, il peluche si vede costretto a vestire – letteralmente – i panni dell’eroe e spingersi oltre la nostra realtà, per approdare nel regno degli incubi. Un reame incantato, un tempo illibato e festoso che ora è corrotto e distorto. Non è la prima volta che ci si approccia a un mondo fiabesco decadente, eppure The Darkest Tales riesce a dare una sua interpretazione caratteristica, anche se non sempre a fuoco.
Neve, sangue e chiavi a molla
Superato il breve tutorial ci si insinua subito nei meandri oscuri delle fiabe che fanno da sfondo alla vicenda. La struttura del titolo è abbastanza semplice, alternando fasi platform a quelle di combattimento. Se le prime funzionano a dovere, soprattutto nella seconda metà della demo, gli scontri risultano impacciati e legnosi. Il problema risiede quasi interamente nella gestione delle collisioni e di come i nemici reagiscono ai nostri colpi, rimanendo immobili in una sorta di “stun-lock” che raffredda molto le sezioni più action. Di per sé Teddy si muove abbastanza bene, anche se anche lui è vittima di una pesantezza troppo marcata, e il suo moveset – che può essere espanso tramite uno specifico skill tree – funziona ma trova difficoltà a esprimersi efficacemente.
Queste problematiche si avvertono soprattutto quando si affronta il boss di fine livello. Il nostro avversario è agguerrito e ha buoni pattern di attacco, ma sfrutta un ritmo di gioco lento e slegato, non riuscendo a dare la giusta enfasi alla situazione, che in realtà potrebbe avere il gusto pathos se gestita a modo. Buone le fasi platform invece, come accennato poco sopra. Le abilità di movimento di Teddy si espandono con la giusta cadenza e il level design risulta abbastanza solido e ben delineato nella sua semplicità. Paradossalmente, le fasi più fluide e frenetiche sono proprio queste, godendo anche di più ampio respiro rispetto alle fasi di combattimento.
The Darkest Tales mostra qualche buona intuizione visiva, colpiscono e danno un taglio perfetto all’atmosfera. Si perdono però troppo spesso in tanti altri spunti artistici privi di mordente e sicuramente meno curati. L’idea di rendere tutto in chiave “giocattolosa” funziona e risulta coerente con il contesto narrativo ma anche in questo caso sfrutta poco il suo potenziale. Sul fronte artistico insomma, il gioco del Trinity Team risulta davvero troppo altalenante.
Eppure, si vede chiaramente la passione per il progetto e la volontà di offrire un taglio molto personale a un immaginario collettivo che ha subito innumerevoli trasformazioni e cambi di prospettiva. Manca insomma un po’ di nerbo e la volontà di osare. Se il gioco spingesse l’acceleratore sulla sua parte malata, disturbata e macabra riuscirebbe a creare un quadro molto più solido. Decide invece di tirare il freno a mano, forse nel rispetto del fantasy più classico.
Quando si perde il filo
Purtroppo, l’opera novella del Trinity Team manca di una certa solidità sul fronte tecnico. Alcuni scorci danno un buon colpo d’occhio ma nel complesso tutto risulta un po’ freddo e ancora allo stato grezzo. Vale per le animazioni, che mostrano il fianco soprattutto negli scontri con i nemici, ma anche sulla cura degli elementi di gioco, troppo semplicistici. Manca una certa profondità e una dedizione verso i dettagli, gli elementi disegnati che fanno da sfondo risultano spesso solo sufficienti a dare un contesto ma mancando di carattere.
Ciò che oggi fa più storcere il naso è proprio questo, soprattutto quando si naviga fra i menù e l’interfaccia di gioco, davvero troppo blanda e antiestetica. Menzione d’onore al doppiaggio invece che, soprattutto per il protagonista, convince e intrattiene quanto serve. Senza tirarla troppo per le lunghe e voler girare il dito nella piaga, tutto il discorso si può riassumere così: The Darkest Tales necessita ancora di un sacco di polishing.
Se sgrezzato a dovere, il titolo potrebbe essere all’altezza delle sue aspirazioni ma adesso bisogna fare i conti con ciò che si ha davanti e, purtroppo, non è abbastanza.
Commento
Dal Trinity Team era lecito aspettarsi di più. Si può - e si deve - far meglio di così. The Darkest Tales è un buon progetto ma al momento non riesce a brillare e risulta troppo slegato e farraginoso. Le buone idee non mancano e in alcuni momenti il gioco si comporta bene, ma troppo raramente.
Pro e Contro
✓ Le fasi platform funzionano a dovere ✓ Alcune intuizioni visive molto valide ✓ Buono il doppiaggio
x Combattimenti da rivedere x Debole tecnicamente x Artisticamente altalenante x Necessita di tanto polishing
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