Asuka SoryuLangley è uno dei personaggi principali della serie Neon Genesis Evangelion. È una ragazza di 14 anni, nonché uno dei membri di spicco del cast femminile. Oltre a questo, è nota come Second Children, essendo il pilota dell’unità Evangelion 02.
È anche uno dei personaggi più popolari della serie, trovandosi sempre tra i primi posti nei vari sondaggi. Nonostante ciò, ha comunque una folta schiera di persone che mal sopportano il suo carattere. Asuka è infatti caratterizzata da una elevata tracotanza, unita a presunzione e senso di superiorità.
Ovviamente questo è solo lo strato superficiale del personaggio. Dietro tutto ciò si nasconde una ragazza fragile e con mille insicurezze. In questo articolo andremo quindi ad analizzare le sue caratteristiche, cercando di capire cosa si celi veramente dietro la sua maschera.
Asuka ha degli occhi di colore blu scuro e lunghi capelli rossi. Questi ultimi li porta principalmente sciolti, con i fianchi tenuti su dai suoi auricolari d’interfacciamento all’Eva, che porta praticamente sempre. È inoltre la più alta tra i tre Children che pilotano gli Evangelion.
Il suo capo di abbigliamento più iconico è sicuramente la sua divisa scolastica. Composta da un abito pieghettato di colore azzurro scuro sopra una camicia bianca a maniche corte. L’uniforme è ulteriormente composta da un fiocco rosso e dei lunghi calzini bianchi, con inoltre un orologio rosso che Asuka porta sempre.
Di tanto in tanto nella serie è possibile vederla con indosso il suo vestito di colore giallo pallido e una collana girocollo. Il suo plugsuit è tutto di colore rosso, con delle sfumature molto più eccentriche rispetto alla controparte di Rei, presetando anche il numero 02 sul petto.
Storia
Infanzia
Sappiamo che ogni pilota di Eva ha un passato tragico, ed infatti Asuka non è da meno. La ragazza è nata da un padre americano la cui origine ci è ignota se non il suo cognome, Langley. Sua madre invece era per metà giapponese e metà tedesca.
Il nome di quest’ultima è Kyoko Zeppelin Soryu, ed era una ricercatrice coinvolta nello sviluppo dell’unità Evangelion 02. Dopo un esperimento mal riuscito, parte della psiche di Kyoko viene assorbita dallo 02, lasciando la donna in uno stato mentale del tutto instabile.
La madre infatti scambierà la bambola di Asuka, che ai tempi non era che una piccola bambina, per la figlia stessa. Il tutto avviene sotto gli occhi innocenti della piccola. Contemporaneamente, il padre abbandona entrambe per avere una relazione con la dottoressa che segue la moglie.
Asuka quindi è costretta a guardare il lento decadimento della madre, fino al giorno in cui la troverà addirittura suicida. Tutto questo ovviamente ha lasciato delle profonde cicatrici in Asuka, la quale al funerale stesso della madre si rifiuta di piangere, decidendo di voler crescere il più in fretta possibile.
La sua vita a Neo-Tokyo 3
La ragazza è cresciuta fino ai 14 anni, età in cui compare nella serie, con il suo tutore, Ryoji Kaji, per il quale nutre una forte attrazione.
Fa conoscenza di Shinji e degli altri membri della NERV quando viene fatta trasferire dalla Germania al Giappone. Asuka all’inizio tratta il ragazzo con supponenza, ma cambia idea quando sente che ha raggiunto un tasso di sincronia del 40%, accendendo in lei un atteggiamento competitivo.
Poco tempo dopo i due si ritrovano non solo a dover convivere insieme sotto lo stesso tetto, ma addirittura a sviluppare una profonda sintonia per sconfiggere l’Angelo Israfel. È proprio da queste situazioni che Asuka, avvicinatasi a Shinji, comincia a sviluppare anche una sorta di gelosia verso il ragazzo.
La ragazza infatti mal sopporta il legame tra Shinji e Rei, portandola a dare il massimo in ogni operazione in cui verrà coinvolta. In varie altre occasioni, inoltre, Asuka cerca in tutti i modi di richiamare l’attenzione su di sé, come quando si ritrovano a fare dei test in piscina.
Questo suo interesse arriva al culmine quando una sera i due si ritrovano soli in casa, ed Asuka chiede a Shinji di baciarla. La richiesta viene mascherata dalla noia di non avere niente di meglio da fare, ma è evidente che cercasse tutt’altro.
Shinji però, essendo un ragazzo profondamente ferito e con problemi di relazione con gli altri, non riesce a colmare questo vuoto che si cela dentro di lei. Il bacio quindi risulta molto goffo e forzato, lasciando Asuka amareggiata da ciò.
Da qui si assiste al crollo di tutte le strutture mentali che essa stessa si era creata. I continui successi di Shinji, che spostano quindi l’attenzione da lei al ragazzo, la destabilizzano. Questo suo nuovo stato la porta a perdere man mano sincronia con l’Eva-02, diventando meno efficace nelle battaglie e creando un abisso tra i due.
Il vero tracollo avviene poi nella battaglia con l’Angelo Arael, nell’episodio 22. Nello scontro la sua mente viene violata, ritrovandosi a dover affrontare tutti i suoi passati traumi. Questo la farà diventare impossibilitata a pilotare lo 02, avendo una sincronia pari allo 0%.
Tutto ciò, unito alla morte di Kaji, la porterà a fuggire di casa. Viene ritrovata una settimana dopo in uno stato di profonda depressione e prossima al suicidio. Verrà quindi indotta in coma farmacologico all’interno del quartier generale della NERV.
In The End of Evangelion
Dopo che la NERV viene attaccata, Asuka si ritrova di nuovo a dover pilotare lo 02. Misato, conoscendo lo stato della ragazza, la fa collocare nelle profondità del lago del Geo Front, in modo che sia al sicuro. Asuka ormai non più sotto farmaci si risveglia, complice anche il fatto che la SEELE ha trovato la sua posizione.
Mentre l’Eva è colpito da delle bombe subacquee, Asuka va in panico. In posizione fetale comincia a ripetere di non voler morire, finché qualcosa accade. La madre Kyoko le sussura di non arrendersi, dando un nuovo vigore alla ragazza che capisce che non è mai stata sola in tutto questo tempo.
L’Eva-02 si riattiva ed emerge dall’acqua, combattendo ferocemente contro gli Eva Series. Purtroppo però la batteria interna si scarica e viene sopraffatto dai nemici.
Lo 02 viene dilaniato a morsi dal nemico, facendo percepire ad Asuka tutto il dolore. La ragazza però non si arrende e cerca comunque di muovere l’Eva, che però viene trafitto da una serie di repliche della Lancia di Longino, uccidendola.
Durante il Third Impact è possibile comunque vederla nel monologo interiore di Shinji. Quando poi il ragazzo si ritrova sulla spiaggia, Asuka è lì accanto a lui, bendata ad un occhio e braccio. Come gesto finale, lei lo guarda e, accarezzandolo, sussura “Che schifo”.
La psicologia dietro il personaggio
Un’infanzia travagliata
Asuka è una ragazza che porta dentro di sé un forte trauma infantile. L’esperimento fallito della madre ha conseguentemente portato alla perdita di una figura materna nella sua infanzia. Il tutto viene aggravato dal fatto che Kyoko neanche riconosceva la figlia, ma anzi interagiva con una bambola di pezza credendo fosse Asuka stessa.
L’allontanamento del padre ha peggiorato questa situazione, facendo perdere alla bambina le sue due più importanti figure di riferimento. Entrambe le situazioni l’hanno portata ad essere alla costanza ricerca di attenzioni e affermazione di sé stessa.
Il ritrovamento del corpo impiccato della madre fu lo shock finale per la bambina. Asuka che fino al quel momento aveva cercato di essere accondiscendente con la madre per non essere abbandonata, capisce che non deve più dipendere da nessuno, poiché questo le porta solo sofferenza.
Da tutto questo, Asuka ha alzato dei muri tra il suo vero io e le persone con cui si interfaccia. Alla fine però ha sempre sperato che qualcuno davvero andasse oltre le sue apparenze, per capire quanto sia una ragazza triste e distrutta.
Una persona che cerca di allontanare tutti dicendo di odiarli, quando in realtà odia se stessa e vuole essere amata, questo è la base dei problemi sociali di Asuka.
La ragazza ha inoltre associato la sua infanzia a qualcosa di tremendamente brutto e sbagliato, volendo a tutti i costi crescere in fretta. Ed infatti quando le viene ricordato di essere infantile, che sia da Kaji, Misato o qualsiasi altro personaggio, lei prova un pesante malessere.
La ricerca di affermazione
Data la sua infanzia travagliata, Asuka negli anni successivi ha sempre cercato di prevalere in ogni contesto, mostrando di essere più adulta di quello che in realtà è. Ormai lei si sente una donna e vuole provare a tutti la sua superiorità. Una ricerca che vuole soltanto portare alla sua meta più ambita, l’affermazione di sé.
Vuole essere guardata da tutti, perché né il padre né la madre lo hanno mai fatto. Ed è proprio per questo che pilota l’Evangelion. Nella serie, ognuno dei Children si ritrova spesso a farsi questa domanda, che non è nient’altro che una metafora della tipica domanda esistenziale “Perché esisto?”.
Asuka appunto lo fa per l’affermazione di sé. Lei è infatti il pilota più orgoglioso dei tre, anche perché è praticamente l’unica cosa che la fa sentire apprezzata dagli altri.
Essendo il pilota più in gamba, tutti gli occhi sono puntati su di lei appunto, dandogli la prova di essere essenziale per qualcuno. Questa cosa però più avanti la logorerà al punto tale da perdere sincronia con lo 02, a causa dei continui successi di Shinji e dello spostamento dell’attenzione su di lui.
È così fiera di controllare lo 02 che è possibile notare sempre nei suoi capelli gli auricolari del plugsuit. Quasi come se fosse una manifestazione fisica del suo orgoglio di pilota.
Un desiderio di diventare adulti, anche affettivamente
Altro elemento con il quale cerca una sua affermazione è la sfera sessuale. A differenza di Misato però, Asuka non vuole essere desiderata nel senso stretto del termine.
Per lei essere desiderata è il ricevere attenzioni da un’altra persona, senza per forza ricambiare. È una strada ad unica direzione, e quando non la ottiene non riesce a reggere la cosa.
La perfetta rappresentazione di questo è il suo rapporto con Kaji. Egli è un giovane uomo e possiede tutte le caratteristiche di esso.
Un po’ come Shakespeare narrava, Kaji rappresenta perfettamente una delle sette fasi dell’uomo, gentile e al tempo stesso virile. A differenza inoltre dei coetanei della ragazza, che facilmente cadrebbero ai suoi piedi, lui è anche un adulto. Difficilmente quindi si farebbe abbindolare da lei.
Sicuramente anche Asuka diventerebbe una vera adulta se facesse sesso con lui, o almeno così lei pensa. La realtà ovviamente è ben diversa, e nel momento in cui Kaji rigetta le sue avance, lei non ci sta.
Diventa ancora più pesante per lei in quanto l’uomo le ricorda che “È solo una bambina”. Questo lei non lo può accettare, perché l’essere bambini è quanto più di immondo ci possa essere, avendola portata quasi a morire e la madre a suicidarsi.
La regressione di Asuka
E quindi quando viene rifiutata, il suo io non riceva un’affermazione d’esistenza, lei regredisce. Asuka si mostra per quel che veramente è, una ragazzina. E proprio perché lo è, non riesce a parlare di sesso se non nei modi più infantili possibili, poiché lei non conosce effettivamente quella cosa, e soprattutto non è ancora pronta.
Proprio per questo si odia, a causa di questa sua doppia natura. Da una parte la voglia di diventare indipendenti, di crescere lontani da tutte queste persone che lei detesta. Dall’altra parte però si trova una ragazzina fragile, con disperato bisogno di affetto e approvazione.
Scartato Kaji, Asuka troverà in Shinji un nuovo sostituto, pensando che il ragazzo forse potrebbe capirla avendo delle situazioni simili a lei. Il fatto poi di essere coetanei, abitare sotto allo stesso tetto e l’iniziale scostamento di Shinji verso di lei, fanno si che in Asuka parta un certo interesse verso di lui.
Ed è quindi nell’episodio 15 che i due si ritrovano soli in casa, ed è proprio qui che Asuka deciderà di fare la sua mossa. Spinta più dalla curiosità e probabilmente anche da quel già accennato interesse, chiede a Shinji di baciarla. Niente però va come lei sperava e rimane delusa anche dal ragazzo.
Ancora una volta Asuka si dimostra infantile nei suoi reali modi di porsi, forse anche un po’ egoista. È questo il suo reale problema, cercare di apparire quello che non è, inevitabilmente ferendo le persone intorno a lei ed essa stessa.
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