Pasquale Murano

News+ Twitch rimuove la famosa emote Pogchamp

Dopo le dichiarazioni di Ryan ‘Gootecks’ Gutierrez a sostegno della sommossa a Capitol Hill, Twitch rimuove l’emote associata alla sua faccia.

Ryan ‘Gootecks’ Guitterez è un ex atleta di Esports per il circuito dei Fighting Games. Nei scorsi giorni, su Twitter, ha twittato il suo pensiero dopo i fatti avvenuti a Capitol Hill. L’ex giocatore, infatti, ha voluto sostenere la sommossa a Capitolo Hill contro l’insediazione del nuovo presidente eletto Joe Biden. Anzi, cosa ben più grave, andando a vedere sul suo profilo Twitter, ha appoggiato al 100% la sommossa di Capitol Hill, dove ricordiamo ci sono stati 5 morti.

In alto, potete notare il tweet incriminato dove prende una posizione molto forte nei confronti della militante del movimento di Trump e fregandosene altamente dei altri 4 morti, la cui unica colpa, erano di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. In pratica per Gootecks la rivolta era giusta e l’unica morte degna di nota era quella della militante del movimento pro Trump.

Di tutta risposta, Twitch ha eliminato l’emote che lo ritraeva con il seguente statement:

Dopo i fatti di oggi, abbiamo deciso di rimuovere l’emote di Pogchamp viste le sue dichiarazioni a viso scoperto in cui incoraggia altra violenza.

Twitch
Per chi non lo sapesse, la PogChamp è un’emote che ritraeva Gutierrez in un momento di sorpresa. Questa emote, insieme a molte altre emote, erano dei “marchi di fabbrica” della popolare piattaforma di streaming. E pet Twitch, il ban dell’emote era l’unica opzione per poter prendere le distanze dall’ex atleta, in quanto, Guitterez non streamma su Twitch, poiché ha creato una piattaforma tutta sua, la Cross Counter TV.

La scure di Twitch

E’ risaputo ormai, che Twitch cerca di mantenere un certo rigore sulla sua piattaforma. Anche se molte volte non è chiaro su cosa si basa il ban. Ovvio, per il caso di Guitterez, le ragioni del ban sono chiarissime, ma per molti altri streamer i ban non sono mai stati notificati e commentati dalla piattaforma. Basti pensare a caso di Dr Disrespect, streamer altramente sopra le righe, il cui ban è avvenuto durante una campagna di eliminazione di streamer accusati di molestie sessuali. Molti ipotizzavano che il ban fosse per alcune frasi misogine, altri per violazione di copyright. Non sapremo mai la verità.

Altre volte, invece, Twitch ha bannato per un politicamente corretto ampliato al massimo. Senza spostarci troppo da casa nostra, il caso che si può prendere in esame è quello di Sdrumox. Lo streamer italiano, secondo le sue dichiarazione, ha ricevuto il ban durante la live con Croix89, in cui giocavano alla roulotte, per la seguente affermazione.

Un ragazzo aveva donato 20€ in live e disse: compro 20 neri. Quello che io dissi fu: “ragazzi, mi dissocio completamente da questa donazione, i neri non sono in vendita. Il nero deve morire”. Tutto era creato comunque dall’ambiguità. In buona sostanza c’è di divertente che era tutta una storiella finta sui colori. Il fatto che si crei questa ambiguità a me fa ridere personalmente, e in più ho creato questo rinforzo negativo, che consiste nel dissociarsi da una sorta di male minore per crearne uno peggiore. Detto questo non volevo una giustificazione, mi sono preso tutte le conseguenze e me le merito. Inutile dirvi che subito dopo aver fatto questa cosa mi sono dissociato, ho detto ovviamente che è una cosa goliardica, ma non ha funzionato.

Sdrumox
La questione, per Twitch è stata quella di “Hate Speech“, incitamento all’odio.

Twitch è nel giusto?

Come ogni cosa, la risposta è dipende. Di sicur il ban dell’emote di Pochamp è una chiara presa di posizione sui fatti di Capitol Hill. E il ban dell’emote, da parte di chi scrive, è sacrosanto. E’ possibile manifestare in maniera civile, ma parole ed atti di violenza devono essere condannati a prescindere! Qualsiasi sia la motivazione: di sesso, di religione o politico, è giusto prendere distanze da atti di violenza. Come ho detto prima, rimuovere l’emote di Pogchamp è urlare a chi usufruisce della piattaforma di non accettare l’ondata di violenza che si è consumata in quei giorni.

Di contro, per i gli altri ban che ci sono stati si auspica che la piattaforma si muova ad una comunicazione più limpida di chi fa contenuti. Ricevere un ban senza motivazione o avere una risposta esauriente dopo tempo è un danno d’immagine per gli streamer che, forse, non hanno colpe. E’ anche vero che ultimamente la piattaforma ricorre ad una politica di politicamente corretto troppo forte. E avere una politica così restrittiva si traduce il più delle volte in una libertà di parole solo di facciata.

Politicamente corretto che ormai di corretto non ha più niente, dato che ormai ci è stato tolto tutto ciò che è scorretto.

#LiveTheRebellion