Pokémon e Greta Thunberg indirettamente fianco a fianco nella lotta al cambiamento climatico e all’inquinamento.
Pokemon e
inquinamento sono un binomio di vecchia data, quasi come, ormai,
Greta Thunberg e il
cambiamento climatico. Basti pensare a
Grimer, mostriciattolo tascabile di prima generazione che si ciba dei liquami inquinanti prodotti dalle fabbriche. O alla sua controparte aloliana,
Grimer forma Alola di Pokémon Sole e Luna, dove i colori sgargianti stanno a simboleggiare la possibilità di un mondo più pulito e rigoglioso.
Ma non è solo al passato che bisogna guardare per ritrovare questo particolare accostamento. I recenti titoli di ottava generazione,
Pokémon Spada e Scudo, introducono un mostriciattolo tascabile molto particolare.
Cursula, infatti, è una
critica sociale in salsa Pokémon all’inquinamento e al cambiamento climatico che sta uccidendo tutti i coralli del nostro globo.
Corsola, il pokémon corallo, nell’Inghilterra di
Game Freak è di tipo spettro. La sua evoluzione,
Cursula, è un corallo esploso che contiene il suo nucleo e anima all’interno di un corpo ectoplasmatico che paralizza al tatto.
Se l'uomo non protegge i mari e le sue creature, il rischio è che si rimanga inermi difronte al pericolo.
Dovrebbe esservi chiaro a questo punto l’accostamento tra
Greta Thunberg e
Pokémon. La coraggiosa ragazza ha deciso di far sentire la sua voce davanti ad una generazione e ad un mondo che probabilmente
non le daranno un futuro.
Game Freak, a sua volta, ha deciso di sensibilizzare le persone nei confronti di quella che si prospetta essere una
catastrofe climatica senza precedenti.
Ma non è l’unica casa di sviluppo ad avere a cuore il futuro del nostro pianeta. Per esempio si può pensare alla
recente idea di
Sega con
Football Manager 2020, dove la confezione, invece che essere di plastica, è composta al 100% di carta riciclata. Oppure al gioco
Bee Simulator, che narra ludicamente l’importanza delle api nell’ecosistema globale e i pericoli che dovremmo affrontare se si estinguessero.
Quello che vorrei che trasparisse da questo articolo è che, al di là della politica aziendale e commerciale di Pokémon e delle altre case, il
pericolo climatico dovuto all’inquinamento
è sotto i nostri occhi e influenza anche un prodotto così apparentemente distante come il videogioco.
Dobbiamo aprirli però, e non andare avanti con i paraocchi come i cavalli. Perché se continua così, neanche questa similitudine avrà più un senso, perché si estingueranno anche gli equini.
Possiamo parlare di Pokémon, inquinamento e Greta Thunberg solo perché questa terra ci ha dato i suoi frutti e ci ha mantenuto in vita fino ad oggi.
Ma non sarà così per molto. Quindi dobbiamo parlarne, dobbiamo fare qualcosa per cambiare il destino del nostro geoide blu.
Prima che sia veramente troppo tardi.
#LiveTheRebellion