Si, io credo ancora nelle fate! In un periodo videoludico dove il dark fantasy la fa da padrone, Frozenbyte decide di infischiarsene altamente e di continuare a sognare un mondo che sembra uscito dalla penna di C. S. Lewis. Nessun incesto fraterno, nessun non morto depresso, nessun demone scaturito da chissà quale animo corrotto. Il mondo di Trine è pura magia, dove i funghi emenano luce flurescente e le zucche sono talmente grandi da poterle usare come mezzo di trasporto. Una scelta assai azzardata per il team di sviluppo finlandese, ma proprio per questo davvero apprezzata dagli amanti del fantasy fiabesco. Così, in barba alla lugubre e decadente anima moderna, Amadeus, Pontius e Zoya sono finalmente tornati in Trine 4: The Nightmare Prince, per spargere sui nostri capi un po’ di polvere di fata e per condurci in luoghi da noi quasi dimenticati, dove ogni frame è pura meraviglia.
Dopo gli eventi di Trine 3: The Artifact of Power, i nostri tre non-eroi preferiti hanno deciso di separarsi per occuparsi delle loro principali attività. All’inizio del gioco, ritroviamo Amadeus chino nei suoi studi sulla magia, Pontius in viaggio per aiutare povere cittadine indifese e Zoya, sempre intenta nelle sue “attività imprenditoriali”. Nulla sembra distrarli dalle loro passioni, se non fosse per una strana lettera inviata loro da Wilhelmina, maga maestra dell’Accademia Astrale. Ai tre eroi del Trine, Wilhelmina chiede di recuperare un giovane principe di nome Selius, allievo della stessa dell’accademia, che sembra essere fuggito assieme a nuove conoscenze di magia oscura. Il nuovo pretesto che riunisce i tre compagni di sventure, sembra di primo acchito abbastanza sempliciotto. La solita quest cerca e recupera, della quale il mondo videoludico è ormai pieno zeppo.
La componente narrativa non è mai stata il punto forte della serie (anche se con Trine 3: The Artifact of Power sembrava aver cambiato direzione) ma più che altro un pretesto dove ambientare il gioco. Ben presto capiremo però che in Trine 4: The Nightmare Princeniente è davvero come sembra. La strana magia oscura che il principe avrebbe rubato all’accademia è in realtà un suo potere innato. Egli infatti fu inviato all’Accademia Astrale dai suoi genitori con la speranza che i sapienti maghi riuscissero a domare la sua inquetante capacità. Ovvero dar vita ai suoi più oscuri incubi. I nostri eroi si renderanno ben presto conto che la loro missione è ben più grande e pericolosa di quello che sembrava inizialmente e chissà quali altri oscuri segreti l’accademia ha in serbo per loro.
Una fiaba di pixel
Le due anime del 2.5D Il 2.5D è una tecnica che cerca di integrare il 2D e il 3D in un unico ambiente. Due sono le possibili strade: la prima, attraverso la prospettiva, simula il movimento lungo l’asse Z in un ambiente bidimensionale; la seconda costringe ad un movimento bidimensionale un ambiente tridimensionale.
Dopo i primi tre livelli introduttivi, atti a riprendere dimestichezza con i tre diversi personaggi, finalmente ci tuffiamo a capofitto nell’avventura. Ed è subito gioia per i nostri occhi! La componente artistica di Trine è sempre stata sin dal 2009 la punta di diamante della serie. Ma è evidente come Frozenbyte, nella sua ultima fatica, abbia riversato tutto il suo il suo amore e la sua passione per le ambientazioni fantasy fiabesche. Non più in 3D come nel precedente capitolo, Trine 4: The Nightmare Princeritorna finalmente al 2.5D, la sua definitiva Valle Incatata.
Il movimento bidimensionale ridona al gioco quel retrogusto di platforming classico che l’aveva tanto caraterizzato sin dal primo capitolo, immerso ora però in un ambiente totalmente tridimensionale, il quale gli dona una profondità e un’immersività assenti nei primi capitoli. Parlare di qualità dei modelli e delle texture, della luce e degli effetti particellari risulta davvero riduttivo per un titolo come Trine 4, perché ciò che risalta agli occhi va ben oltre i soliti tecnicismi.
Fronzenbyte raggiunge e supera un modelling ed un texturing da tripla A, approdando direttamente ad ambientazioni che ti toccano il cuore. Luci multicolori che spuntano da prati di funghi in lontananza; grovigli di rovi e rose che si arrampicano su per le pareti di una vecchia casa; campi di zucche che attraverso la luce del sole colorano l’ambiente circostante di arancione. E’ davvero difficile descrivere a parole ciò che il team filandese ha dipinto in questo gioco.
Solo una vera passione condivisa può immergerti in questo modo in mondi così pregni di magia. Da segnalare vi è solamente qualche glitch grafico al cambio di risoluzione texture e la dimenticanza della risoluzione generale al riavvio del gioco, ma niente che non sia risolvibile con una patch. Di pregio ovviamente anche la componente musicale, che da sempre avvolge il giocatore con le sue melodie sognanti e cavalleresche. Forse in questo capitolo potrebbero risultare meno d’impatto che nei precedenti titoli, ma restano comunque di grande pregio artistico.
Ah cara vecchia PhysXa
Totale assenza di uno schema di risoluzione prestabilito
Se la fantasia è l’elemento conduttore dell’intera ambientazione di Trine 4: The Nightmare Prince, ciò vale anche per il gameplay. Quello che ha sempre contraddistinto la saga di Trine da un qualsiasi altro platform puzzle game, è la totale assenza di uno schema di risoluzione prestabilito. Il leggendario motore PhysX torna in questo nuovo capitolo arrichito di nuove fiammanti leggi fisiche, in grado di ampliare il ventaglio di soluzioni già ricco nei capitoli precedenti. Ora neve, luce e acqua diventano preziose compagne di avventure, le quali, manipolate dai nuovi poteri dei nostri magnifici tre, arricchiscono non poco il già divertente gameplay. Zoya, ad esempio, ora è in grado di lanciare frecce elementali, molto utili per creare piattaforme di ghiaccio per guadare un fiume. Pontius invece, riesce a evocare uno scudo fantastasma, il quale gli permette di far rimbalzare la luce e attivare così marchingegni nascoti.
Ogni boss è un enigma, non basterà saltare e colpire
Questi nuovi poteri sono sbloccabili nel nuovo albero di abilità, reintrodotto da Frozenbyte dopo l’assenza nel terzo capitolo. Mano a mano che sconfiggeremo i nostri nemici, si attiveranno automaticamente le varie abilità necessarie al proseguimento del gioco, potenziabili però a nostro piacimento. Attraverso le varie ampolle che toveremo durante il percorso, sarà possibile eseguire l’upgrade delle skill che più ci piacciono, introducendo così un pizzico di RPG.
Ma i nuovi poteri non si limitano a farci proseguire lungo il livello. Il sistema di combattimento è stato completamente rivisto e anche se continua a essere una meccanica secondaria, diverte e impegna come mai prima d’ora. Non solo Pontius, ma anche Zoya e Amadeus ora possono contribuire a scacciare gli incubi scaturiti da quella mente malata di Selius. Soprattutto nelle impegnative bossfight. Non basta più saltare, schivare e colpire, ogni boss è un enigma e per colpirlo ci sarà bisogno della collaborazione di tutti e tre gli eroi. Con buona pace di Pontius.
In Trine 4: The Nightmare Prince non cercate un hardcore gameplay, enigmi invalicabili o una sceneggiatura alla Christopher Nolan. Cercate invece di farvi trasportare dal suo sapore fanciullesco e geniuino, dalle sue musiche sognanti pregne di magia arcana. Cercate almeno per questa volta di ritornare bambini.
Verdetto
8.5 / 10
Ma che razza di infazia hai avuto Selius?
Commento
Con Trine 4: The Nigthmare Prince, Frozenbyte cerca di far tesoro dell'esperienza accumulata con i primi tre capitoli, creando un quarto episodio che è una meraviglia sia da guardare che da giocare. Trovata la sua vera strada con il 2.5D, la saga di Trine si evolve ulteriormente nelle maccaniche di gioco, sia nel puzzle platforming sia nel combattimento, potenziando il già ricco motore fisico. Amadeus, Zoya e Pontius non sono mai stati così affiatati, potendo ora disporre di un ricco albero di abilità, sfruttabili sia per risolvere gli enigmi lungo il livello sia durante le impegnative bossfight. Insomma un quarto episodio che rappresenta la summa di tutti i pregi dei precedenti capitoli, peccato solo per qualche bug tecnico e una trama forse non all'altezza del terzo capitolo.
Pro e Contro
✓ Ambientazione fantasy meravigliosa ✓ Sistema di combattimento rivisto ✓ Nuove abilità dei personaggi
x Qualche glitch grafico x Musiche non d'impatto come in precedenza x Trama poco profonda
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