Circa un mese fa abbiamo parlato a queste coordinate dell’interessante (nonostante qualche difetto) Squids Odyssey, quasi un’enciclopedia dei lavori dei francesi The Game Bakers che portava sull’eShop di Nintendo Wii U Squids e Squids Wild West. Qualche settimana dopo ritorniamo sull’argomento in occasione dell’uscita della versione 3DS del titolo, destinata in ogni caso a passare alla storia come apripista al “Cross-Buy” in casa Nintendo. Ma questa offerta “paghi uno e prendi due” sarà allettante come appare sulla carta oppure siamo davanti ad un porting di cui ci si può facilmente dimenticare?
Questa riproposizione portatile di Squids Odyssey affronta, ovviamente, le stesse vicende già vissute nell’incarnazione domestica del titolo: cinque calamari dovranno affrontare un viaggio “epico” in giro per l’oceano col fine di reclutare soldati e formare un esercito per difendere le profondità marine da una misteriosa melma nera, capace di trasformare gli abitanti degli abissi in mostri spietati. La longevità si riconferma uno dei punti forti dell’offerta, grazie ad oltre 90 livelli ed un numero veramente vasto di Squids, cappelli (una sorta di collezionabili da utilizzare per potenziare le creaturine) e di sotto-obbiettivi all’interno di ciascuna missione. Il Tallone d’Achille invece è ancora una volta la caratterizzazione dei personaggi, che nonostante le ottime premesse sul fronte visivo non riesce a confermarsi appieno quando si va più in profondità.
Anche su 3DS viene riproposta in modo fedele la particolare mistura di generi che caratterizza l’opera di The Game Bakers: miscelando il gioco di ruolo a turni con delle caratteristiche proprie del biliardo e condendo il tutto con un utilizzo del touchscreen che lascia in bocca un retrogusto da Angry Birds, Squids Odyssey riesce a regalare per tutta la campagna ore di autentico (ed originale) divertimento. La formula viene adattata ai due schermi di 3DS visualizzando su quello superiore lo scenario (che può essere “navigato” cambiando lo zoom con i grilletti e spostando l’inquadratura con le frecce direzionali) e lasciando il compito di “lanciare” i calamari in modo non dissimile da quanto visto nel titolo di Rovio tramite lo schermo inferiore, indispensabile quando il gioco richiede l’esecuzione di carambole chirurgiche. Pennino e/o dita vengono poi affiancate dalla possibilità di manovrare (in modo, va detto, un po’ più grossolano) le creature agendo sulla levetta analogica per regolare direzione e forza del lancio ed il tasto A, riutilizzato poi per l’innesco delle abilità di ogni calamaro, per confermare il tiro. Il risultato è quello di una transizione praticamente indolore verso una piattaforma che per certi versi incarna anche meglio di Wii U lo “spirito originale” del titolo, nato come gioco mobile e quindi pensato per la fruizione in mobilità ed in sessioni mordi e fuggi. Controlli a parte il resto dell’esperienza di allinea a quanto già osservato su Wii U, incorniciando il cuore pulsante dell’esperienza con delle componenti che richiamano in modo più marcato il gioco di ruolo come il level up dei personaggi e la possibilità di personalizzare l’equipaggiamento di questi a piacere, oltre ovviamente alla “divisione” in classi dei calamari (esploratore, pistolero, combattente e guaritore).
Dato l’ottimo lavoro fatto sul fronte controlli e la maggior vicinanza di 3DS alle piattaforme mobile per cui il titolo era originariamente stato pensato, è davvero difficile non consigliare l’acquisto di questa versione portatile anche rispetto alla sua controparte da salotto, soprattutto alla luce di questa offerta “Cross-Buy” (anche se un po’ raffazzonata, vista la validità solo se si acquista la versione 3DS) che permette in ogni caso di pagare il gioco una sola volta ricevendolo in entrambe le versioni. Per quanto riguarda il fronte tecnico invece il giocatore viene messo davanti, come già visto per la sua controparte domestica, ad un prodotto ben confezionato sia “ad orecchio” che per quanto riguarda la veste grafica ma che comunque non eccelle in nessuno di questi aspetti, puntando tutto su un gameplay solido e riuscito. Anche l’utilizzo del 3D stereoscopico si incanala in questa direzione, limitandosi a rendere più “tridimensionali” i personaggi mostrati a schermo senza aggiungere nulla all’esperienza.
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