Pre-WipeOut o post-Ridge Racer?
Se c’è una cosa veramente speciale riguardo
Xenon Racer, seconda opera dei milanesi
3DClouds (
già autori di All-Star Fruit Racing) prodotti da
Soedesco, è la sua particolarissima contestualizzazione meta-referenziale. Siamo nel 2030, il vetusto trasporto su gomma è arrivato alla sua ultima derapata ed è stato organizzato un ultimo, spettacolare campionato, il più tecnologico mai visto con sibilanti bolidi alimentati a Xeno, per dare un glorioso addio all’automobilismo come lo abbiamo conosciuto.
Il tacito sottinteso è che negli anni a venire partirà il campionato WipeOut, e questo stimola una curiosità che un po’ tutti i fan hanno sempre avuto riguardo alla serie Psygnosis/Team Liverpool; L’essenziale domanda su come si sia svolto l’ultimo campionato tradizionale, prima dell’ingresso sulla scena antigravitazionale della scuderia Feisar e rivali. Una sottilissima linea narrativa, la creazione di un semplice contesto capace però di fare la differenza e stuzzicare il giocatore nato e cresciuto tra fluorescenti scie di combustibile e aerofreni, facendo apparire questo Xenon Racer come un puntino luminoso nel radar degli appassionati.
RidgeOut
Svelato pochi giorni prima della Milan Games Week 2018 e giocabile in anteprima mondiale proprio alla stessa fiera meneghina, l’opera 3DClouds promette di darci il Ridge Racer che ci meritiamo ma che Bandai Namco non sembra intenzionata a sviluppare. Una promessa su cui sinceramente mi sento di scommettere, perché quel poco che ho avuto il piacere di provare ha già appagato la mia sete di controsterzo arcade vecchia maniera. Xenon si presenta esattamente come dice il titolo di questo paragrafo, un cocktail di ispirazioni ben delineate, una deriva estetica deliziosamente satura e futuribile – più che totalmente futuristica come il titolo antigravitazionale per eccellenza – location reali che spaziano da Tokyo a Dubai, passando per Miami e tante altre, ognuna sede di più tracciati, e un gusto per l’hardcore e la derapata artistica che va assolutamente lodato. Parola degli sviluppatori,
Xenon Racer è un gioco nato per essere difficile, per sfidare il giocatore e la sua abilità al volante, il che per un arcade puro è masochistico piacere anche solo da sentir descrivere. E in effetti la prima partita è stata abbastanza traumatica, con secondi di distacco che si accumulavano di settore in settore mentre cercavamo di prendere confidenza con questi spietati mezzi, che rappresentano anche il vero guizzo stilistico della produzione. Bellissime, velocissime, voraci,
il gameplay di Ridge Racer rivive in un sistema di controllo tutto basato su derapate e turbo, una innescabile con un breve tocco del freno (
poesia), l’altro con un tasto dedicato. E bisogna dire che una volta presa la mano con le sue semplici ma rigide regole, il feeling è proprio quello giusto. Nessun effetto saponetta, l’attrito sviluppato dalle gomme si percepisce chiaramente, così come l’esasperazione aerodinamica che tende a incollare le auto all’asfalto diventando, in mani esperte, strumento di precisione per impostare le curve di tracciati che paiono (
ne ho provati giusto un paio) assolutamente ben costruiti, perfetti per esaltarsi nel cornering estremo.
L’IA sembra anch’essa tarata sull’aggressività di chi vuole passare alla storia come ultimo vincitore di un campionato automobilistico su gomma, anche se questo particolare elemento sarà da testare bene in fase di recensione. Tutto è molto anni ’90, nell’accezione positiva del termine, con queste ambientazioni coloratissime, morbide, che non si sono ancora abbandonate totalmente a un’architettura avveniristica (
d’altronde si parla di 12 anni da oggi), dove la tradizione spicca ancora tra spettacolari grattacieli, neon e ologrammi pubblicitari, senza rubare la scena ad
automobili che sembrano studiate e tratteggiate da esperti prototipisti,
a metà tra i concept GT Vision delle opere di Yamauchi e le attuali LMP1 che corrono la 24 ore di Le Mans. Ciò che più affascina è però la loro carrozzeria, i cui elementi sono capaci di dilatarsi a fini presumibilmente aerodinamici, dando quasi un effetto “Transformers” molto peculiare e seducente, purché meramente estetico, non essendoci alcun comando dedicato ad attivare tale funzione. Non manca oltretutto una grande personalizzazione dei mezzi a livello prestazionale ed estetico, opzione sempre piacevole da ritrovare.
Già il trailer mi aveva provocato un piacevole rilascio di endorfine, provarlo con mano non ha fatto altro che incuriosirmi e farmelo bramare, anche se si dovrà aspettare il
2019 per giocarlo sulla piattaforma che si preferisce. Dalla più performante versione Xbox One X alla versatile Switch, su cui si è scelto di tagliare il livello di dettaglio (
comunque non clamoroso) per preservarne l’ottima fluidità. Xenon Racer trasmette soprattutto una fortissima passione di stampo italiano e conoscenza della materia, che ho riconosciuto subito da fanatico del capostipite Namco. Se manterrà le sue promesse hardcore, con un’ottima intelligenza artificiale e un track design di pregio, come sospetto sia, potrebbe essere tranquillamente una delle sorprese indie del prossimo anno, andando a colmare una ferita da troppo tempo aperta nel cuore dei giocatori in perenne conflitto col retrotreno.
Commento
Pro e Contro
✓ Modello di guida gustosissimo
✓ Spirito hardcore come arcade comanda
✓ Ambientazione affascinante...
x ...Seppur derivativa in certi elementi
x IA ancora da testare a fondo
#LiveTheRebellion