Era il 1902 quando
George Méliès proiettava per la prima volta il suo “
Voyage Dans La Lune“, film destinato a fare la storia del cinema per un rivoluzionario utilizzo delle tecniche di ripresa e di montaggio, in cui si narrava di un fantascientifico viaggio nello spazio. Oltre mezzo secolo più tardi, nel 1959, la sonda sovietica
Luna 1 veniva lanciata alla volta del nostro satellite naturale, eseguendo un volo ravvicinato sulla sua superficie; sarà solo in data 20 Luglio 1969, però, che l’americano Neil Armstrong (
comandante del modulo Apollo 11) riuscirà effettivamente a camminare per la prima volta sulla Luna, segnando una svolta epocale per la storia dell’uomo e l’apice della cosiddetta “Corsa allo Spazio”.
Eppure, dacché ne ha coscienza e memoria, l’uomo ha sempre guardato all’immensità dell’universo con un sentimento misto, allo stesso tempo scosso e affascinato da quel vuoto così libero e apparentemente privo di confini che scorre sopra la sua testa. E gli sviluppatori di
Squad, certo non meno umani di quel Galileo o quel Copernico che guardavano le stelle,
devono essersi posti un semplice obiettivo: dare ai giocatori il brivido dell’esplorazione spaziale più realistica possibile.
Kerbal Space Program, partito su
PC nel 2015 e atterrato su console
solo questo Luglio, si propone da più di un anno come uno dei gestionali più riusciti e completi nell’ambito dell’esplorazione spaziale, in grado di appassionare anche chi non andava sopra il 5 in Matematica e Fisica al liceo. E la sua controparte console (
pur con evidenti difetti) non è certo da meno.
Il titolo di Squad è già disponibile
su Xbox One e
sul PlayStation Store nord-americano al prezzo di €39,99.
Versione testata: PlayStation 4 (USA)
“3… 2… 1… Ignition!”
Alla scoperta del Kerbal Space Center
Il viaggio dei piccoli
Kerbal inizia al
Kerbal Space Center, uno spazioporto costruito da una buffa razza di umanoidi verdi altamente industrializzati che sognano di esplorare lo spazio (
o almeno il Sistema Solare). Costruendo razzi e aerei sul loro pianeta natale (
Kerbin, una versione alternativa del pianeta Terra), il giocatore potrà guidare i Kerbal alla scoperta dei viaggi spaziali, spostandoli di pianeta in pianeta e di orbita in orbita al fine di raccogliere risorse e strutturare un vero e proprio
programma spaziale.
Nelle fasi più avanzate del gioco, infatti, chi gioca potrà inviare satelliti in orbita, costruire stazioni spaziali
“on-the-fly” (
letteralmente), e pianificare viaggi nel sistema solare di volta in volta più complessi per semplice svago o per far crescere la reputazione del proprio “Kerbal Space Program”.
Il Kerbal Space Center all’apice del suo splendore
Il titolo di Squad, dunque, si presenta come un gestionale a tutti gli effetti, con una forte concentrazione sul realismo (
più concettuale che visivo) e sull’aspetto scientifico dei viaggi spaziali, non senza un marcato velo di ironia a condire il tutto. Già dalle prime fasi del gioco, appare chiaro che l’equipaggio di Kerbal dovrà affrontare più e più volte delle situazioni al limite della sopravvivenza, che si tratti di manovre orbitali o di più “semplici” lanci di razzi verso l’orbita di Kerbin.
Come gran parte dei gestionali,
Kerbal Space Program non fornisce uno scopo ben preciso al giocatore, rendendo il tempo di gioco potenzialmente illimitato; come recitano gli stessi sviluppatori, “
l’unico limite è la tua immaginazione“.
2016: Odissea nello Spazio
Tre modalità di gioco, un solo programma spaziale
Dopo non meno di 4 ore spese nel tentativo di padroneggiare la lunga lista di tutorial, il giocatore si ritroverà a dover gestire il proprio, personale programma spaziale in una delle tre modalità proposte dal gioco:
Sandbox – che fornisce libertà assoluta al giocatore, precludendogli però l’accesso agli edifici della modalità Storia –,
Science – che si concentra principalmente sulla raccolta di Punti Scienza per sbloccare nuove tecnologie –, e
Career, che si rivelerà essere il vero fulcro del gioco con un sistema di punti esperienza e fondi monetari per il programma spaziale.
In ciascuna di queste tre modalità, il giocatore potrà scegliere se costruire dei “semplici” aeroplani suborbitali o se tentare la corsa allo spazio concentrandosi sulle fondamenta della scienza missilistica. Come evidenziato dallo stesso gioco, però, a un certo punto i viaggi sulla superficie di Kerbin finiranno con l’esaurire tutto il loro fascino (“
altrimenti”, recita l’Ingegnere Aerospaziale Gene Kerman, “si sarebbe chiamato ‘Kerbal Flight Simulator‘”), e chi gioca sarà naturalmente spinto a tentare l’esplorazione spaziale, tramite la costruzione di una serie più o meno strampalata di razzi da mandare in orbita.
Fulcro della costruzione di razzi spaziali è la cosiddetta struttura “a stadi”, che permette di separarsi da una parte del proprio spacecraft per alleggerire il peso complessivo.
Che si scelga di costruire razzi liberamente nella modalità
Sandbox o di guadagnarsi ogni singola parte nelle modalità
Science e
Career, è nelle
manovre orbitali che
Kerbal Space Program rilascia tutto il suo potenziale. Adottando i principi della scienza e della fisica aerospaziale, il titolo di Squad arriva infatti a trasformarsi radicalmente una volta che il giocatore sarà in orbita: la partita si sposterà su una mappa del Sistema Solare, il razzo del giocatore sarà ridotto a una semplice icona, e chi impugna il controller sarà in grado di effettuare alcune tra le manovre orbitali più complesse (
cambiare l’inclinazione dell’orbita, circolarizzarla, lanciarsi verso un altro pianeta e molto altro) proprio come farebbe un pilota dello spazio nella vita reale. Non c’è spazio per l’intuizione, su
Kerbal Space Program: il motore fisico del gioco è gestito da una serie di ferree regole scientifiche, e sarà solo affrontando i vari tutorial (
o sfruttando eventuali conoscenze pregresse) che il giocatore potrà godersi veramente tutto ciò che il gioco ha da offrire.
Kerbal Space Program è caratterizzato da una forte complessità di fondo
Questa complessità di fondo accompagna un po’ tutta l’esperienza di gioco, con un gran numero di parti da poter sbloccare e una quantità incredibilmente vasta di variabili da affrontare nel corso del gioco. I cosiddetti “
hardcore gamer” troveranno pane per i propri denti, su
Kerbal Space Program, poiché è la precisione a farla da padrone in pressoché qualunque ambito: non è possibile costruire un razzo senza tener conto della sua massa, dell’aerodinamica e del peso del carburante, perché il dettaglio più infimo potrebbe portare a uno schianto disastroso tanto quanto una manovra azzardata. Alternando costruzione di velivoli, volo e manovre orbitali (
con conseguenti atterraggi ove lo si desideri), il giocatore si ritroverà a vagare per lo spazio obbedendo rigidamente alle leggi della fisica, semplificate (
se necessario) per rendere l’esperienza di gioco agevole anche e soprattutto per i “non addetti ai lavori”.
Ne consegue una sostanziale difficoltà di fondo, decisamente non adatta al giocatore alla ricerca di una partita di pochi minuti:
Kerbal Space Program, per quanto semplificato e facilmente comprensibile dopo qualche ora di gioco, richiede un certo impegno per essere goduto a pieno, e il rischio è che chi non ha il tempo di dedicarcisi possa non apprezzare tutto ciò che il gioco, nella sua vastità e complessità, ha veramente da offrire. Complessità e vastità che, da un lato, permettono di giustificare il comparto tecnico del gioco, particolarmente scarno (
soprattutto su Kerbin) e parecchio instabile in più occasioni; dall’altro, purtroppo, vanno a incidersi a lettere di fuoco sui controlli della versione console.
“Houston, abbiamo un problema!”
Tolti l’incredibile fascino di
Kerbal Space Program (
indubbiamente uno dei suoi maggiori punti di forza) e la sua indiscutibile vastità, il giocatore si ritrova a scontrarsi con i comandi scelti dagli sviluppatori per la versione console. Inutile dire che, trattandosi di un gestionale, l’assenza del mouse e della tastiera si fa sentire parecchio:
Kerbal Space Program è stato ideato fin dalle fondamenta per essere giocato con le due periferiche di base del computer, e ciò è chiaro anche a chi non ha mai dato un’occhiata alla controparte PC: gli elementi da poter selezionare su schermo sono semplicemente troppi, le scritte non sembrano adattarsi a schermi superiori una certa dimensione (
un problema che affliggeva anche This War Of Mine), e i pochi tasti sul controller vengono combinati tra loro spesso in modi scomodi e poco reattivi, causa anche una scarsa attenzione nella precisione e nella mappatura dei controlli stessi.
Kerbal Space Program è ideato per funzionare con mouse e tastiera
Premendo sull’analogico sinistro, il giocatore porterà su schermo un “comodo” cursore da utilizzare
à la mouse per una maggiore precisione complessiva; il controllo del cursore, tuttavia, viene comunque affidato alla levetta sinistra (
risultando spesso troppo veloce o troppo lento a seconda dei casi) o al sensore di movimento del DualShock 4 (
innegabilmente scomodo per una situazione del genere), portando rapidamente a un senso di frustrazione e a una imprecisione di fondo nella gestione degli elementi di gioco. Imprecisione che, in un titolo come
Kerbal Space Program, è indubbiamente un forte punto a sfavore del gioco stesso.
Per qualche motivo, inoltre, abilitare il cursore in-game disattiverà temporaneamente lo stabilizzatore di volo (
un problema del tutto assente nella versione PC), fondamentale per mantenere – appunto – stabile il proprio velivolo mentre si pianificano delicate manovre orbitali.
Ne consegue che, finché ci si trova su Kerbin o fuori dalla mappa spaziale e si controlla manualmente il proprio razzo,
Kerbal Space Program risulta perfettamente godibile, nonostante la performance non troppo stabile su schermo: la costruzione di un razzo, per quanto scomoda, riesce comunque ad essere affascinante e divertente, e i controlli di volo sono abbastanza reattivi da non diventare fastidiosi; al contrario, una volta entrati nella mappa spaziale per pianificare orbite e manovre più complesse, i controlli vengono affidati esclusivamente al cursore, rendendo l’esperienza di gioco decisamente più imprecisa e frustrante.
«Vado fino alla luna e ritorno, ‘ché sono in ritardo per la cena.»
Un gioco che insegna ad imparare
Il che è ironico, in un gioco in cui il fallimento è contemplato e, anzi, incentivato per spingere il giocatore a dare sempre il meglio di sé. Non ci sono sconfitte gratuite, su
Kerbal Space Program: ogni missione fallita è costruttiva e funzionale per la successiva, e permette di imparare dai propri errori per porre una maggiore attenzione su aspetti sempre diversi. Che si tratti di far atterrare un aeroplano o di portare un razzo in orbita, il titolo di Squad non vanta una singola operazione che sia semplice e intuitiva da eseguire, spingendo il giocatore a fare “ancora un’altra partita” per migliorarsi ulteriormente e imparare qualcosa di nuovo; e una tale complessità, com’è ovvio, può essere sia un grande pregio che un insindacabile difetto.
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Verdetto
7 / 10
Vuoi far entrare il tuo razzo nella mia orbita?
Commento
Pro e Contro
✓ Incredibilmente vasto e vario
✓ Spinge a migliorarsi sempre di più
✓ Non smetterete di fischiettare il tema principale
✓ Richiede una precisione maniacale...
x ... Che può risultare troppo complessa da gestire
x Comandi a tratti scomodi e imprecisi
x Non adatto a tutti i palati
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