Specie negli ultimi anni l’industria videoludica ha messo bene in chiaro che la qualità finale di un prodotto non è in alcun modo proporzionale al numero di elementi del team di sviluppo: soprattutto guardando al mercato indipendente non è difficile nominare titoli sviluppati con una manciata di “risorse umane” o anche portati a termine grazie agli sforzi di una sola persona, riuscendo comunque a trovare apprezzamenti una volta approdati sul mercato. È proprio questo il caso di
UnEpic, frutto degli sforzi dell’iberico
Francisco Téllez de Meneses e arrivato prima su PC (in varie forme) e poi su Wii U. Sul finire di Marzo anche Playstation 4 e Playstation Vita hanno salutato l’arrivo di questo ibrido tra platform e gioco di ruolo. Il risultato?
Versione testata: Playstation 4
Chuck Norris ha contato fino all’infinito. Due volte.
La trama è una semplice scusa per dare il via al gioco e condirlo con citazioni alla cultura pop dei giorni nostri
La trama che fa da sfondo alle vicende altro non è che un semplice pretesto di comodo per dare il la all’esperienza e, all’occasione, condire dialoghi e intermezzi con riferimenti e citazioni (spaziando da classici fantasy come Il Signore degli Anelli ad opere più recenti come Futurama): il giocatore veste i panni di Daniel, un normalissimo ragazzo appassionato di videogiochi, film sci-fi e giocatore di ruolo. E proprio durante una partita a Dungeon & Dragons con i suoi amici, una volta andato al bagno, si ritrova misteriosamente catapultato nell’immenso castello di Harnakon. Per tornare a casa, come svelerà al protagonista un anziano oracolo molto simile ad un famoso alieno verde di una galassia lontana lontana, è necessario sconfiggere il signore del maniero, Harnakon in persona.
Come detto
lo sviluppatore ha messo la narrazione in tutto e per tutto a servizio dell’esperienza, utilizzandola per giustificare il connubio tra le citazioni “moderne” di Daniel ed il setting medievaleggiante dell’ambientazione. Anche la presenza di
tre finali distinti, legati semplicemente ad una scelta “secca” (
e ben evidenziata dallo stesso oracolo di cui sopra a ridosso dell’end-game)
è semplicemente utilizzata per “mescolare le carte” in modo meta-referenziale.
Lo zampino di Konami
Metà Metroidvania, Metà GDR vecchio stampo, UnEpic punta fortissimo sulla “libertà ludica” del proprio personaggio
Come anticipato in apertura UnEpic si pone come una sorta di commistione tra il genere platform, ponendo l’accento sulla vena esplorativa (
tra le fonti di ispirazione non a caso figura la serie Catlevania), ed il gioco di ruolo nella sua accezione più “old school”. Lo sviluppatore ha infatti pensato il titolo da una parte inserendo un vastissimo inventario a disposizione di Daniel (
tutto in tempo reale, senza la possibilità di accedervi mettendo in pausa il gioco) e dall’altra andando a giustificarlo, nel senso pratico del termine, grazie alla varietà di nemici diversi presenti: ogni creatura presente nel castello ha le sue caratteristiche, resistendo meglio ai colpi dati da una determinata classe di armi (
per esempio gli scheletri non morti soffrono gli attacchi con la mazza e si difendono meglio da quelli con la spada) o subendo effetti diversi a seconda del “tipo” di magia utilizzato.
Non ci si limita quindi ad una semplice linea di demarcazione tra mago e guerriero, potendo decidere di giocare un personaggio “ibrido” più versatile oppure limitare lo spettro delle abilità a disposizione di Daniel in modo da poter approfondire maggiormente alcuni rami. Ogni aumento di livello mette a disposizione 6 punti abilità da spendere per potenziare le diverse caratteristiche del protagonista, con l’unico limite di non poter superare sulla singola statistica il livello attuale (
un personaggio di livello 5 può avere al massimo 5 punti assegnati all’abilità con le spade), che andranno poi a consentire o ad impedire l’accesso ad armi, armature magie e skill acquistate nei vari negozi, raccolte esplorando il castello o ottenute come ricompensa alla fine di una missione secondaria. In generale l’esperienza non spinge il giocatore a nessuna scelta in particolare, lasciando il più possibile piena libertà sul tipo di approccio da seguire:
fanno eccezione un paio di passaggi, decisamente più complicati se non si sono spesi punti su una certa caratteristica o non si è ottenuto durante l’esplorazione la conoscenza di un certo tipo di magia.
La differenza tra ieri ed oggi
Se cercate un prodotto impegnativo, unepic vi darà del filo da torcere
A seconda quindi dello stile di gioco scelto, della zona del castello che si sta esplorando e di quanto si è riuscito agguantare (
dal punto di vista dell’inventario) durante l’esplorazione si vanno a popolare le 12 combinazioni di scelta rapida messe a disposizione, legate ai quattro tasti frontali del controller (alternati ad R1, L1 o ad entrambi i tasti). Come detto infatti il tutto si svolge in tempo reale, e durante la consultazione dell’inventario l’esperienza continua a scorrere e c’è quindi il serio rischio di venire danneggiati dai nemici. In questo senso
l’esperienza su PS4 paga un po’ pegno rispetto a quanto si può osservare su Wii U, dove l’apertura dell’inventario diventa estremamente più agevole grazie al GamePad della console Nintendo ed al suo schermo: UnEpic infatti, come accennavamo poco più su, è un gioco vecchia scuola fin nel profondo, che rinuncia a tantissime semplificazioni più “moderne” (
specie se si gioca ai livelli di difficoltà più alti) e
riesce ad offrire un livello di sfida all’altezza dei giocatori più esigenti, anche a costo di risultare un po’ troppo severo e punitivo. Prima di avventurarsi nel castello di Harnakon bisogna tenere bene a mente che l’ambiente è in tutto e per tutto ostile, con nemici capaci di infliggere status negativi (anche in pila uno sopra all’altro) che prosciugano rapidamente la salute, personaggi di supporto sempre pronti a dare suggerimenti ingannevoli, stanze piene di trappole ed una mappa di gioco che, per quanto presente, da solo una vaga idea della propria posizione all’interno del castello e lascia il giocatore fare affidamento sulla propria memoria (
o sulle annotazioni prese su supporti esterni al gioco).
Vintage anche nella confezione
L’unico problema sul fronte tecnico è una traduzione accurata ma incompleta
Dal punto di vista visivo UnEpic asseconda le tendenze
vintage della componente ludica e confeziona il pacchetto di gioco in una cornice tutta pixel art che rafforza il legame con le fonti di ispirazioni citate dallo sviluppatore, risalenti quasi in toto alle ere 8 e 16 bit. Anche complici quindi le richieste hardware non esattamente esose il tutto si comporta più che egregiamente dal punto di vista tecnico,
senza soffrire di rallentamenti e in pratica senza proporre mai nessun caricamento tra una stanza e l’altra (anche in caso ci si teletrasporti dalla parte opposta del castello). Gli unici problemi da segnalare insomma riguardano la traduzione italiana, ben realizzata e capace di calare il giocatore nello stile del gioco
ma purtroppo incompleta vista la presenza di alcune linee di testo non tradotte (per esempio quelle relative alle skill delle varie armi). Altalenante invece il rendimento della colonna sonora, capace di proporre brani davvero riusciti come quello che accompagna l’area dei giardini ma anche pezzi più anonimi.
Verdetto
8 / 10
Voglio l'inventario in tempo reale
Commento
Pro e Contro
✓ Gameplay riuscitissimo
✓ Inventario immenso
✓ Alto tasso di sfida
x Non un titolo per tutti
x Probabilmente da il suo meglio su Wii U
x Traduzione incompleta
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