Cara Emily, so che mi consideri solo un amico. È colpa mia. Sono troppo timido. Non avrò mai il coraggio di dirti la verità. Ecco perché ti scrivo questa lettera, che di sicuro accartoccerò e getterò in un angolo.

Dai, alla fine Clint è un brav’uomo. Lo dice lui stesso al saloon una volta raggiunti tre cuori di amicizia. E si sa, se un uomo dice di non essere parte del problema, è automaticamente scagionato dalla responsabilità delle sue azioni. Quindi si va avanti a zappare e pescare normalmente, perché alla fine Clint è uno su ventidue e quindi “not all men”. Sebastian, ad esempio, non lo farebbe mai. Intanto Emily, molto probabilmente, ne ha i coglioni pieni. Lei ci prova a rifiutare con garbo, a ribadire che esisterà solo una grande amicizia tra di loro se coltivata. Niente di più.

Eppure lo deve vedere tutte le sere al saloon dove lavora. Lui è seduto da solo ad un tavolino, sguardo fisso al bancone. Non spiccica parola con nessuno, osserva e basta. Forse è davvero troppo timido per farsi avanti, e quindi osserva. Come fa in tutti i festival nella valle, misinterpretando ogni frase di lei come segnale di inequivocabile consenso. Raggiunti i sei cuori di amicizia, la scena che ci si presenta davanti è aberrante. Clint, questa volta, è nascosto in un cespuglio davanti a casa di Emily e, come sempre, la osserva. La osserva mentre lei parla con un’amica, Il nostro personaggio lo nota e lui reagisce con: “Mi hai sgamato”. Si arrampica sugli specchi, dicendo che in realtà voleva solo chiederle di uscire ma è troppo timido. Quindi si fa coraggio e le parla. Al “si” di lei, di nuovo, confonde la gentilezza e la voglia di farsi un giro con un appuntamento romantico.

Ora mi sorge la domanda: se lui è uno su ventidue, dove sono gli altri ventuno quando c’è da impedire situazioni come questa?

Ma soprattutto, dove sei tu giocatore?

Forse dalla parte di quelli che dicono “Eh vabbè, lui soffre palesemente di ansia sociale, è timido ma non sta facendo nulla di male”. Che è una retorica terribilmente fuorviante, in quanto ancora una volta distoglie lo sguardo dal fatto che c’è un problema sistematico. Quante volte, nelle news, abbiamo sentito questa frase. “È un bravo ragazzo, aveva solo problemi con la testa”. Eppure Shane, apatico e depresso, o Sebastian, tendenzialmente asociale, nel mondo fittizio di Stardew sono persone rispettose. Certo, prendono le distanze dall’accaduto, ma non mi danno l’idea di vedere Clint così spesso, ne di conoscerlo così bene. Quindi voglio dargli il beneficio del dubbio.

Poi c’è da dire che dover denunciare al sindaco Lewis, corrotto e menzognere, non è incoraggiante. Questo è in realtà un discorso a se stante sulla valenza delle nostre forze dell’ordine, ma sto già giocando col fuoco e non vorrei bruciare la casa. DENUNCIATE SEMPRE E COMUNQUE, e speriamo in un miracoloso cambiamento radicale nel nostro sistema giudiziario…
Se vi sembra un discorso indirizzato agli uomini etero beh, lo è. C’è bisogno di parlare da uomo a uomo, tanto le donne non le volete ascoltare. Voi vostra moglie Abigail mica la trattate male, dopotutto. E quindi, da uomo a uomo:

Cosa fare se mi sento rappresentato da Clint?

Parla. Parla con un amico, un terapista, un estraneo su internet, un parente. L’ansia sociale, come tutti i disturbi mentali, è una brutta bestia. Se invece non è l’ansia che ti fa empatizzare con il fabbro di Pelican Town, allora la risposta è sempre PARLA. Educati, leggi, inizia a capire che c’è un problema di fondo e che non sei obbligato a farne parte. È a tutti gli effetti un processo di decolonizzazione della mente e, come tale, richiede tempo. Però se ti rendi conto che sentirti rappresentato da un personaggio fittizio possessivo e stalker è una cosa sbagliata complimenti, sei già ad un ottimo inizio.

E magari, se conosci un Clint, quando lo vedi per farti migliorare il piccone con l’iridio prenditi del tempo per fargli capire che quello che fa è sbagliato. Siamo stati tutti innamorati (spero) ed è un sentimento veramente forte, a volte schiacciante. Ma la cosa più distante dall’amore è il possesso. Ed è una frase da ficcare a forza nella mente di chi Clint, invece lo supporta. Che sia con manifestazioni, rivoluzioni scolastiche, attivismo sui social o chiacchiere al bar, molte persone stanno proponendo soluzioni plausibili. È il momento di attuarle.

Non solo per proteggere le Emily, ma per educare i Clint

Perché Stardew Valley è un videogioco. Tendenzialmente è anche un videogioco non violento. Nella realtà, invece, molte Emily non sono così fortunate da essere solo stalkerate. Che è una frase veramente atroce da scrivere, se non fosse così vera. Nella realtà, molte Emily sono Giulia. Molte Emily sono Rita. Molte Emily sono altri 100 e passa nomi solo in queste ultime quattro stagioni da 28 giorni.

Molti ritengono che la scrittura di Clint come personaggio sia stato uno scivolone che pecca di sensibilità da parte di ConcernedApe. Eppure quello del fabbro è un comportamento recidivo, tanto che se lo porti al cinema ed hai il personaggio donna, vorrà che vi appoggiate a lui. Se lo chiami al telefono ed hai il personaggio donna, farà commenti dubbi su quanto sia bella la vostra voce. Se ci interagisci nella spiaggetta dell’isola, anche se hai il personaggio donna, farà allusioni sul sudare in certe parti del corpo.
Io non credo in uno scivolone dello sviluppatore, credo più in un test ad ampia scala sulla sensibilità maschile riguardo a certi comportamenti patriarcali. E se ti di spiace per Clint a me dispiace per te, perché il test l’hai fallito alla grande.

C’è bisogno di capire che i mostri non nascono dall’oggi al domani. C’è una cultura che li protegge e li alimenta

Elena Cecchettin

#LiveTheRebellion