Donato "Dons" Ronca

Speciale Fare schifo è un diritto di tutti!

Questo pezzo non so come possa essere definito di preciso. Un editoriale? Una supercazzola? Forse, chi lo sa.

Magari è semplicemente una lunghissima domanda a cui cerco nel mentre di dare e darmi anche una qualche risposta.

Partiamo dall’inizio. Negli ultimi anni stiamo assistendo (per fortuna) a sempre più inclusività nei videogiochi ed in generale anche negli altri medium. Spesso a fronte di questo, oltre alla solita schiera che grida alla fantomatica dittatura del politicamente corretto e del “non si può più dire niente signora mia”, c’è chi “non è contrario” però ci tiene a mettere sempre un MA. E la maggior parte delle volte al “ma” segue “dev’essere contestualizzato bene, deve avere un senso sennò è solo marketing” e altre assurdità del genere.

Praticamente come nella vita reale, le minoranze devono fare i salti mortali per essere accettate, legittimate o almeno non discriminate, così anche all’interno dei media d’intrattenimento devono essere scritte per forza con competenza impeccabile e con caratterizzazioni di assoluta qualità. Altrimenti si pensa che non abbiano senso di esistere. Insomma i personaggi e le storie che vedono come protagonisti i cosiddetti “normali” hanno il diritto di fare schifo ed essere magari scritti in modo pessimo, mentre tutto il resto dev’essere di qualità eccellente, in caso contrario oblio e ostracizzazione li aspettano.

Facciamo le pulci ad Aloy, che a detta dei “biologi del pixel” (per non dire del c…) non può essere un minimo in carne perché vive in un contesto selvaggio in cui la prestanza fisica è fondamentale. Ma queste questioni “scientifiche” dov’erano quando ai tempi con Lara Croft si rimbalzava e ci si aggrappava ovunque portandosi appresso una taglia di seno che non le permetterebbe nemmeno di rimanere a meno di mezzo metro da una sporgenza a cui aggrapparsi? Vogliamo fare gli scienziati per portare avanti le nostre lamentele figlie dell’intrinseca misoginia tipica del videogiocatore medio, ma gli scienziati ragionano col cervello e noi invece col cazzo.

Lara: Ehi ho sentito che sei un po’ troppo in carne per arrampicarti in giro.

Aloy: Già, tu come fai a muoverti con quella “catena montuosa”?

Lara: Beh è facile, in fondo è pur sempre un videogioco no?

Aloy: Eh appunto…

Possiamo accettare l’omosessualità di Ellie, ma solo perché gli è stata data una base nel dlc del primo capitolo di TLOU. Mi chiedo perché? Se fosse venuto fuori così dal nulla in Parte 2 quale sarebbe stato il problema?
Mi spiegate il motivo per cui queste rappresentazioni sono condannate a rispondere di qualsiasi loro indole esuli dallo “standard”?
Qualcuno si è mai sognato di chiedere a Kratos, o a voi stessi magari, il perché siete etero? Ovviamente no, proprio perché un motivo non c’è. È così e basta, è quello che sei.

Allora perché cerchiamo ossessivamente un senso di fronte al diverso? Perché pretendiamo di avere una risposta a quel perché per accettarlo e legittimarlo?
Questa è quella bella cosina tanto cara a certi soggetti che si chiama discriminazione.

Pretendere che l’altro faccia di più del dovuto per essere considerato degno di esistere e/o di essere al nostro livello, noi invece non sentiamo e non abbiamo nessun obbligo morale di giustificare quello che siamo dall’alto del nostro piedistallo fatto non di cristallo ma di escrementi chiamati chiusura mentale.

L’unica risposta che mi viene da dare è quella che nessuno vuol sentirsi dire, cioè che certe persone intolleranti lo sono eccome. Esserlo non è limitato solo agli atti violenti nei confronti del diverso, ma anche fargli pesare il fatto di dover avere un motivo valido per esistere a differenza degli altri – altrimenti sei solo frutto del marketing.

Ellie: Ciao Kratos potrei farti una domanda?

Kratos: Hmph.

Ellie: Perché sei etero?

Kratos: Ma che domanda di merda è?

Ellie: Eh appunto…

Vi svelo un segreto: tutto è marketing nel capitalismo, anche le vostre tanto care rappresentazioni di superhero ripieni di testosterone ed eroine sessualizzate. Abbiamo solo avuto la fortuna di far parte della maggioranza, e quindi il capitalismo ha dato precedenza ai nostri culi da fottere.

Non perché siamo migliori o chissà cosa, semplicemente perché siamo di più e quindi più moneta sonante. È così che funziona in questo schifo di “migliore dei sistemi possibili. Le multinazionali si fanno grasse risate quando gridate alla dittatura woke, perché sanno così che al prossimo superhero come piace a voi sparerete nelle loro tasche i vostri soldini senza nemmeno chiedervi se effettivamente l’opera li meriti davvero, ma dando solo sfogo al vostro insensato bisogno di rivalsa verso un nemico che non esiste.

Oggi per fortuna tante minoranze stanno alzando la loro voce, con il capitalismo che di conseguenza capta i loro soldini forte e chiaro e cerca di metterci le mani sopra. Mi dispiace che non vogliate accettare di non essere più gli unici figli prediletti delle multinazionali, ma l’unica cosa che posso dirvi è “stacce“.

Queste persone hanno lo stesso nostro sacrosanto diritto di essere fottute da questo sistema, quindi smettetela di chiedere i perché di certe scelte in alcune opere. La vera domanda che dovete porvi è perché volete saperlo per forza questo fantomatico perché. Dubito che la risposta vi piacerà.

#LiveTheRebellion