La sola ambientazione comune non può essere il fulcro di un paragone fra due giochi così diversi.
Se vi dicessi
che The Secret of Monkey Island, Sid Meyer’s Pirates, Assassin’s Creed Black Flag e Risen 2 sono giochi simili, cosa mi rispondereste?
Certamente mi dareste del pazzo e mi direste che l’unica cosa che questi titoli hanno in comune è
l’ambientazione piratesca.
Se tutto ciò è vero, allora per quale motivo ci ostiniamo a
paragonare Skull & Bones a Sea of Thieves?
E badate bene, non parlo unicamente dell’utenza (sebbene sicuramente sia la principale imputata) ma anche della
stampa specializzata. Davvero non riusciamo più a parlare di un prodotto, bene o male che sia, senza prescindere da quello che l’utenza gli contrappone per creare
confronti utili per farsi visualizzare ma estremamente fallaci?
Io credo che in questi casi
l’utenza che commette l’errore di accostare i due prodotti non andrebbe assecondata, ma
contraddetta ed educata perché capisca che
non è l’ambientazione a delineare la similarità fra due videogiochi.
Il mio core gameplay è differente.
Partiamo dalle più ovvie (forse) delle domande da porsi in questi casi: qual è
l’idea principale dietro questo prodotto? Esiste una
caratteristica principale che ne diviene il fulcro?
Se volessimo rispondere ai suddetti quesiti, potremmo dire che
l’idea principale dietro Sea of Thieves è quella di renderci un
singolo pirata qualsiasi in un
mondo molto più ampio di noi. Qui non siamo i veri e propri protagonisti dell’esperienza in senso stretto, poiché le nostre
avventure non sono in alcun modo predeterminate. Sono avvenimenti casuali che avvengono durante le nostre traversate per i mari.
Non è casuale che
non esista un salvataggio e che ogni partita a Sea of Thieves sia una cosa a se stante, perché
il punto del gioco non è il nostro personaggio (che nemmeno possiamo personalizzare nelle fattezze e nel nome o mantenere di volta in volta).
Il pirata è semplicemente il nostro “avatar”, la periferica che noi giocatori utilizziamo per vivere situazioni più o meno bizzarre in compagnia di amici o in solitaria in questo
enorme sandbox.
In questo senso potremmo definire come
cuore di Sea of Thieves l’andare all’avventura, nel senso vero e proprio del termine, ovvero veleggiare in giro per il mondo di gioco vivendo le
situazioni che si presentano ai giocatori in maniera casuale ed imprevista. Questo a maggior ragione se scegliamo di giocarlo in compagnia di alcuni amici, rendendo le dinamiche di gruppo il vero fulcro dell’intera partita.
Ora prendiamo quanto detto e proviamo a sovrapporlo a
Skull & Bones. Vi sembra che questa descrizione calzi al gioco che abbiamo visto fino ad ora?
Il gioco piratesco di Ubisoft si è mostrato ai nostri occhi la settimana scorsa dopo vari anni di latitanza e sin dal principio ha chiaramente posto l’accento su c
aratteristiche ed idee ben diverse dal titolo di Rare.
Partiamo dall’aspetto che persino il trailer in CG ha esplicitato chiaramente:
Skull & Bones sarà (per ogni giocatore) la storia dell’
ascesa di un singolo uomo dalla disgrazia più assoluta
al comando di una nave pirata famosa in tutto l’oceano indiano.
Nonostante sia stato confermato che
non esisterà una vera e propria storia principale anche nel titolo Ubisoft, sembra comunque chiaro che il fulcro dell’esperienza non risieda nel vivere le avventure che ci si pareranno davanti per amor dell’azione, quanto invece nell’
accrescere la fama nostra e della nostra ciurma, di modo da diventare uno di pirati più temuti di sempre.
Fin qui però abbiamo visto unicamente il concept dietro il nostro protagonista, ma concretamente quale sarà il punto cardine di Skull & Bones?
A voler semplificare il più possibile il concetto alla base del gameplay, dovremmo dire che le
battaglie navali e di conseguenza
la nostra stessa nave racchiudono l’essenza del titolo piratesco di Ubisoft.
Skull & Bones pone infatti l’accento su tutto ciò che concerne lo strumento principale di qualsiasi pirata –
la sua nave. In quanto capitani dovremo
assaltare e depredare ogni nave mercantile e non
che si frapporrà sulla nostra strada, di modo da rubarne le risorse e le ricchezze. Farlo consentirà di acquistare
vari miglioramenti per il vascello o l’upgrade a una nave migliore, con un conseguente
loop di saccheggio ed upgrade alla base dell’esperienza di gioco ben diverso dal fulcro più avventuroso di Sea of Thieves.
La nostra
nave e la nostra
ciurma sono
estensione di noi stessi in quanto capitani, indipendentemente dall’affrontare il titolo Ubisoft in solitaria o in compagnia. Il che pone comunque il
singolo giocatore al timone del proprio destino e della propria storia,
unico e solo protagonista della sua personalissima avventura.
Non dimentichiamoci oltretutto che non sarà praticamente
mai possibile scendere dalla propria nave se non in location prestabilite ed unicamente allo scopo di
comprare o vendere materiali e prendere in carico nuove missioni. Un’ulteriore testimonianza del fatto che tutto gira attorno ad un capitano e alla sua nave, quasi come il rapporto ossessivo che lega Jack Sparrow alla sua Perla Nera nel film Pirati dei Caraibi.
Similitudini sottocoperta
Capito ciò che maggiormente differenzia Sea of Thieves e Skull & Bones, si può comunque porre l’accento su alcune
similitudini fra i due giochi, che possono aver tratto in inganno l’utenza e la stampa spingendola a paragonare i due titoli.
Sicuramente entrambi decidono di
sacrificare la componente narrativa principale in favore di una maggiore
immersione nel mondo di gioco, attraverso i luoghi, i personaggi e gli avvenimenti che lo compongono. Si ponel’accento sulla possibilità che
ogni giocatore “tracci la propria rotta” nel tempo che trascorrerà nei dei due mondi pirateschi.
Allo stesso modo, la volontà di
subordinare le quest ad un semplice meccanismo di ricerca del tesoro per riportarlo poi al covo pirata, ha sicuramente fatto pensare che ci fosse ben più di un’ispirazione comune.
Per non parlare del
comando della propria nave in prima persona (anche se in molti dimenticano che in Sea of Thieves non basta una persona al timone per governare decentemente una nave).
Insomma, sicuramente ci sono dei punti in comune fra le due produzioni, ma sono elementi che potremmo accomunare ad
altri giochi che con i pirati non hanno nulla a che fare senza per questo rendere la similitudine inappropriata.
Sicuramente quando Skull & Bones si mostrerà maggiormente riusciremo a cogliere altri elementi che potranno arricchire questa mia disamina. Per il momento le informazioni che abbiamo si fermano qui e non posso fare che concludere con
un invito sia all’utenza che alla stampa di settore.
Non fermatevi a
giudicare un titolo dalle apparenze o dall’ambientazione. Così come Sea of Thieves è un gioco troppo diverso da Skull & Bones perché possano davvero competere in fase di acquisto, allo stesso modo ci sono tonnellate di titoli che
sembrano estremamente simili a primo acchito ma che poi
sono completamente diversi negli intenti e nelle meccaniche di base.
Sta solo a noi analizzare ciò che ci si para davanti con occhio critico.
#LiveTheRebellion