Smettiamola di ridurre Martha Is Dead a un semplice ”horror italiano censurato da Sony”. L’ultima fatica dello studio toscano LKA è un’esperienza fuori dai canoni e con una notevole vena d’autore. Un’esperienza che forse, senza la ventata involontaria di pubblicità causata da Sony, molti giocatori avrebbero ignorato completamente. Nonostante sia sicuramente oro che un team indipendente faccia titoloni sui giornali, l’etichetta che la critica sta forzando sul prodotto in se è parecchio fuorviante a mio parere.
Il giocatore/la giocatrice attratt* dalla censura, termine tra l’altro opinabile in questo caso, potrebbe risentire del fatto che il contenuto visivamente forte è solo una piccolissima parte dell’opera. Un po’ come comprare un disco dei Limp Bizkit per scoprire che dietro al “Parental advisory content” c’è solo qualche “fuck” di troppo.
Per non creare fraintendimenti però, il gioco è parecchio cupo, a tratti difficile da sopportare e decisamente non adatto a chiunque.
Martha is Dead è parecchio cupo, a tratti difficile da sopportare
Presentato come un thriller in prima persona guidato dalla forte narrativa che confonde realtà e fantasia, Martha Is Dead ci mette nei panni di Giulia nella Toscana del 1944. La sua è una mente fratturata, che crolla definitivamente nel momento in cui scopre il corpo senza vita della gemella Martha galleggiare nel lago vicino casa. Premessa devastante. Per evitare spoileroni mi limito a dire che la trama fa un lavoro egregio a tenerti incollato per 5/6 ore a quello che a tutti gli effetti è un walking sim. Anche se odio il termine walking sim.
Le stelle
C’è questo velo di quotidianità che permea l’atmosfera, rendendo i tratti horror ancora più efficaci. Quando ti perdi scattando foto ai paesaggi fantastici con una fotocamera degli anni ‘40, regolando lenti ed accessori al millimetro, capisci che sei davvero immerso. Poi ti trovi ad aiutare i Partigiani di San Casciano via telegrafo e per un attimo, tu sei Giulia.
La notte, però, lo stesso boschetto sponda lago nel quale hai spensieratamente consumato la lente ad infrarossi della camera diventa tosto da ripercorrere. L’atmosfera schiacciante a tratti. Ogni suono un campanello d’allarme.
Ero inorridita all’idea che qualcuno potesse essere annegato nel mio lago. Era il mio mondo, quello…Giulia, Martha Is Dead
Questa dicotomia, unita ad una soundtrack di tutto rispetto composta in parte da modernizzazioni di pezzi italiani dell’epoca, eleva la componente horror a top di gamma per quanto mi riguarda. E si, quando ci sono scene gore le senti nelle viscere. Il team si è spinto al limite con il fattore shock, ma dosandolo in modo da non rendere l’opera uno splatter fest senza ragione.
Il vero horror di Martha Is Dead è nella mente contorta di Giulia
Il sangue che ne consegue ne è pura rappresentazione. Se solo Sony l’avesse intuito leggendo uno dei mille trigger warning lasciati da LKA durante tutta la durata del gioco…
Martha ha perso la sua anima
Io da abitudinale della scatola verde ho spolpato il titolo su xbox e sono venuto a conoscenza delle “censure” solo ad esperienza conclusa. Molte mi hanno lasciato perplesso. Eppure il succo narrativo rimane invariato, se non per la rimozione di un paio di frasi nel finale. Si può davvero parlare di censure? È corretto sacrificare parte di un contenuto per la salvaguardia di chi potrebbe far fatica a digerirlo?
Alla fine non stiamo parlando di un tripla A, anche se graficamente lo studio ha fatto un lavoro che spesso toglie il fiato, girando attorno alle proprie limitazioni con una maestria artistica notevole. Encomiabile la scelta di tenere la mappa di gioco relativamente stretta ma mai soffocante, e sempre colma di dettagli.
Non stiamo parlando di un gioco rivoluzionario, anche se i/le ragazz* hanno flirtato con dei momenti di gameplay volti a spezzare il flusso stabilito, non sempre però con buoni risultati. Si, sto parlando con voi, sezioni di QTE nei boschi. Stiamo parlando di guerra, del sovramondo e della psiche. Stiamo parlando di Italia, rappresentata con dettagli curati in modo maniacale. La sensazione di camminare in un cimitero così dannatamente famigliare, di chiaro stampo italico, è a tratti destabilizzante.
Stiamo parlando di un’opera dallo spessore davvero notevole.
Martha is Dead ti rimane nell’animo, nonostante qualche falla nel gameplay. Spesso per esempio mi sono trovato out-of-bounds nei boschi con un po’ troppa facilità. Altre volte invece ho provato l’ebrezza di sentirmi Don Matteo nella bici meno facile da controllare di tutta la Toscana.
Forse c’è da discutere di double standards, visto che nei suoi first party Sony non sembra usare lo stesso pugno di ferro. Però sapete cosa?
Forse è il caso di concentrarci su quello che è il messaggio di Martha Is Dead. Il videogioco è arte, l’arte è sfogo e lo sfogo è terapia. E la terapia è fondamentale. Dopo The Town Of Light, LKA tira fuori un’altra perla davvero di altissimo livello. Quindi per favore, smettiamola di ridurre Martha is Dead a un semplice horror censurato da Sony.
Tutto è indefinito, se guardi all’essenza delle cose.
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