Un’analisi personale del trailer della scorsa settimana per capire perché ha spaccato l’opinione pubblica.
Pokémon Scarlatto e Violetto (nomi che in italiano continuano a suonare in una maniera orribile) si sono finalmente rivelati al mondo la scorsa settimana, con un trailer che ha dato modo di scoprire molto su questa nuova generazione anche se per intuizione. L’arrivo dei giochi è fissato al 18 novembre 2022. Certo, un primo trailer era stato presentato in occasione del reveal dei nomi dei giochi, ma la verità è che non si era visto quasi nulla del gioco vero e proprio (a parte la pessima qualità grafica).
Partiamo proprio da questo argomento, che poi è sempre il principale pomo della discordia ad ogni capitolo del franchise. Il comparto tecnico di questi titoli (di NONA generazione) è semplicemente arretrato e completamente inadeguato rispetto al panorama videoludico attuale. Se è vero che nessuno si aspettava di trovarsi di fronte all’Horizon Zero Dawn nel mondo dei mostriciattoli tascabili, è anche vero che titoli come Monster Hunter Rise hanno dimostrato che Nintendo Switch può dare molto di più di quello che Game Freak ci propone ogni volta. Certo, bisogna saper ottimizzare un gioco in 3D e bisogna avere l’adeguata forza lavoro per farlo.
Chiunque mi conosca da anni o abbia letto o ascoltato qualche mio pensiero in merito, sa quanto sono imbestialito per questa pigrizia da parte di Game Freak, che comunque è solo una piccola parte di un brand che ormai macina miliardi di dollari ogni anno.
Il punto però è un altro. Possiamo continuare a tirare improperi in direzione di ogni gioco Pokémon perché senza una grafica realizzata in Uneal Engine 5, stroncando il gioco a priori, oppure possiamo cercare di guardare oltre un aspetto tecnico e grafico imbarazzante per vedere se almeno il resto è degno di nota (non senza sanguinare dagli occhi ad ogni texture spalmata sul terreno).
Possiamo provare a immaginare cosa è stato pensato dietro le quinte, e a cosa si nasconde in nemmeno tre minuti pieni di video introduttivo.
La nuova regione ed il setting
Più che sulle falle, è meglio concentrarsi su ciò che il nuovo trailer ci ha mostrato, partendo dal setting di gioco. Nonostante ancora non sia stato divulgato il nome della regione e di nessuna delle città che esploreremo in Scarlatto e Violetto, sembra ormai lapalissiano agli occhi di tutti che la mappa sia ispirata alla Spagna e che abbia al centro della sua narrazione un qualche tipo di accademia.
Sin dai primi secondi del trailer, infatti, vediamo l’avatar del giocatore ultimare i preparativi per uscire di casa indossando quella che è palesemente una divisa scolastica (caratterizzata dal colore arancione e dal simbolo dell’arancia per la versione di Pokémon Scarlatto e dal colore viola e dal simbolo di un grappolo d’uva per Violetto). Esce poi di casa percorrendo delle ambientazioni che ricordano per l’appunto la Spagna.
Ulteriore conferma di queste due ipotesi è data da un’inquadratura successiva presente nel trailer, che ci presenta quella che probabilmente è proprio l’accademia di cui il giocatore fa parte e che è situata in un edificio che richiama pesantemente la Sagrada Família di Barcellona, con incastonata nella facciata un’enorme Pokeball luminescente.
Ulteriore informazione che possiamo ricavare da questa schermata è la presenza di un solo logo, che sia l’uva o l’arancia, a seconda della versione di gioco. Il che farebbe pensare ad un ulteriore accento posto sull’unicità di situazioni proposte a seconda della versione del gioco che sceglieremo di affrontare, impressione che più avanti sarà ancora più marcata.
La storia ed i personaggi
Se fino a questo momento avevamo solo l’impressione che Game Freak avesse premuto l’acceleratore sulle differenze tra le due versioni, ecco che ci vengono presentati i due professori del gioco che, probabilmente, sono legati a doppio filo all’accademia frequentata dal nostro protagonista.
Per la prima volta nella storia del Franchise, esistono ben due diversi professori Pokémon, ognuno esclusivo di una versione specifica del gioco. Sono la Professoressa Olim ed il Professor Turum.
Olim è chiaramente legata a Scarlatto, così come Turum a Violetto. Non è solo l’estetica a dividerli però. Come i loro stessi nomi suggeriscono, Olim (in latino “in passato” o “una volta”) è legata al concetto di passato, o se vogliamo di tradizione, così come testimoniano i suoi abiti che richiamano alla tribalità ed in parte persino alla preistoria. Turum (derivato dal latino ‘futurum”) è invece chiaramente proiettato verso il futuro e verso l’innovazione, così come testimonia la sua tuta a metà fra quella di Tron e una spaziale.
Questi due professori d’anno l’impressione di avere idee e ideali diametralmente opposti l’uno all’altra, magari a tal punto da metterli in contrasto diretto tra loro. Proprio per questa ragione, unita anche al loro peculiare aspetto che rende il camice l’unico elemento che li identifica come professori (oltre che essere totalmente slegato dal resto del design dei personaggi), non sembra così inverosimile pensare che possano essere entrambi presenti in entrambe le versioni di gioco.
In tal caso sarebbe interessante immaginare che uno dei due possa essere un professore, l’altro una sua nemesi malvagia con un’ideale opposto a quello dello studioso. Del resto, se facciamo sparire il camice, il design che resta non sembra forse quello di un tipico leader di un Team malvagio?
Scarlatto e Violetto, due versioni con due idee contrapposte
I Pokémon
Tutto molto interessante, ma quando si parla dei Pokémon? C’è da dire che sul fronte delle novità in questo trailer abbiamo avuto qualche sorpresa, ma forse meno di quelle che ci saremmo aspettati.
Oltre a svariati ritorni delle generazioni precedenti, come i vari Talonflame e Coalossal ammirati in overworld ed in combattimento, abbiamo dato un’ulteriore occhiata agli starter di nona generazione. Abbiamo assistito al momento in cui molto probabilmente ci verrà chiesto di sceglierne uno come compagno di avventura: Sprigatito, Fuecoco e Quaxly.
Nonostante il design di questi mostriciattoli continui a non farmi impazzire, devo però ammettere che le possibilità creative che riguardano i possibili design delle loro evoluzioni mi incuriosisce parecchio e mi rende impaziente di vederli al loro massimo splendore.
Assieme a loro vengono presentati tre ulteriori nuovi mostri, che hanno saputo catturarmi per le forme estremamente semplici ma non così banale (almeno per due di loro). Sono Smoliv, Pokémon tipo Erba, Pawmi, ovvero il Pikachu di questa generazione ed il bellissimo e tenerissimo Lechonk, maialino di tipo normale che non è grasso, ma solo troppo muscoloso.
I mostri tascabili presentati nel trailer sanno convincere, ma la verità è che a fare la parte del leone ci pensa l’unico filmato in CG mostrato in chiusura. Proprio quello che presenta i due leggendari di copertina di Scarlatto e Violetto: i maestosi draghi Miraidon e Koraidon.
Partiamo con il dire che il design di questi due nuovi leggendari mi ha stregato sin dal primo istante e trovo che sia tra i più belli almeno da quattro generazioni di Pokémon a questa parte, oltre che richiamare perfettamente i concetti a cui sono ispirati. Se è vero, infatti, che Olim e Turum incarnano l’ideale di passato e futuro, di tradizione contro innovazione, lo stesso fanno questi due leggendari, perfettamente allineati alla preferenza del professore presente nella loro versione.
Koraidon è un drago che richiama fortemente un incrocio tra un serpente piumato (il Quetzalcoatl delle leggende precolombiane) ed un rettile preistorico e con un nome che potrebbe derivare dal giapponese “Korai”, ovvero antico. Tutto posto perfettamente in antitesi con Miraidon, dal giapponese “Mirai”, futuro lontano, che è un tripudio di parti meccaniche, come gli occhi chiaramente robotici e le zampe/turbine e pura energia, presumibilmente elettrica.
Insomma, due Pokémon che, così come i professori, mettono lo scontro tra ciò che è tramandato e ciò che ancora deve accadere al centro della tematica di queste due versioni, e che quindi mi fa propendere ancora di più verso l’ipotesi della presenza di Olim e Turum in entrambe.
Le meccaniche: tra il vecchio ed il nuovo
Ho volutamente lasciato per ultimo questo argomento perchè è quello che più di tutti rappresenta (in maniera del tutto non voluta da GameFreak) proprio il concetto di cui abbiamo appena parlato, e che sarà probabilmente al centro del gioco.
A gennaio di quest’anno abbiamo percorso le lande di Hisui in Pokémon Leggende Arceus, avendo prova del fatto che cambiare il core gameplay di Pokémon non solo è possibile, ma per certi versi è risultato anche più divertente oltre che una ventata di aria fresca per il brand.
Quello che si è visto nel nuovo trailer di Scarlatto e Violetto ha però riportato tutti al corso della serie prima della “rivoluzione Hisuiana”, il che ha generato nei fan sentimenti contrastanti.
Partiamo con il contestualizzare questa nona generazione. Questi due titoli sono stati probabilmente pensati e realizzati in contemporanea a Leggende Arceus, non condividendone appieno tutte le meccaniche sia per una questione di team differenti al lavoro sui giochi, sia probabilmente per volontà della stessa Game Freak di avere un titolo di “backup” nel caso in cui le nuove meccaniche avessero scontentato i giocatori della serie. Partendo da questi presupposti è facile capire come mai abbiamo visto un combat system tornano ai classici turni alternati fra avversari, senza più un ordine modificabile delle azioni in base alla velocità dei nostri attacchi.
Cambiare il core gameplay di Pokémon non solo è possibile, ma risulta anche più divertente per certi versi
Non sembra nemmeno presente (per ora) nulla che riguardi la possibilità di catturare i Pokémon direttamente nell’overworld, senza passare necessariamente attraverso una lotta. Queste comunque sembrerebbero in tempo reale, nel punto della mappa in cui ci troviamo come in Leggende Arceus, abbandonando ancora un volta gli sfondi preimpostati classici della serie.
Al contempo, però, ci troviamo davanti al primo titolo della serie con una mappa completamente aperta che lascerà al giocatore totale libertà di azione e movimento. Nessun obbligo di passare per percorsi prestabiliti dunque, e senza un ordine prestabilito nemmeno per affrontare le palestre Pokémon.
Tutto questo si declina in un respiro quasi totalmente inedito per la serie, che solo in parte abbiamo potuto intravedere ad Hisui e che lascia presagire finalmente la possibilità che ogni giocatore possa vivere la sua personale avventura e non la fotocopia delle partite di ogni altro giocatore al mondo.
Aggiungiamo poi che tutto questo sembrerebbe essere fattibile in multiplayer fino a 4 giocatori, a livello teorico con 3 accompagnatori nel proseguire della nostra avventura all’interno del nostro mondo di gioco. Sono informazioni queste che andranno giudicate una volta viste in un reale gameplay esteso.
In ultima cosa, aggiungo in chiusura quella che è una meccanica solo ipotizzata dalla community, ma che ha reali indizi su cui basarsi, ovvero la possibilità di cavalcare i Pokémon nell’overworld come strumento di gameplay. Questa teoria si basa principalmente su quanto avvenuto con i 5 mostri cavalcabili ad Hisui e sulla presenza di nuove strutture sparse per il mondo di Scarlatto e Violetto che sembrano delle vere e proprie pompe di benzina e che in verità racchiudono un Centro Pokemon ed un market.
Pompe di benzina? Che ci azzeccano con i Pokemon? Guardando bene Koraidon e Miraidon, quelle gole pronunciate non potrebbero, per caso, essere ruote? E quelle protuberanze sulle loro spalle, sembrerebbero proprio dei manubri. Ma si tratta pur sempre di speculazioni da prendere con le pinze.
Insomma, Pokémon Scarlatto e Violetto hanno elementi che guardano al passato della serie ed elementi proiettati verso il futuro e verso l’innovazione, tutto sta nel capire cosa apprezziamo di più di questo videogioco: siamo delle Olim o dei Turum? A voi e alla versione di gioco che sceglierete l’ardua sentenza.
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