La mancata recensione di Elden Ring ha scatenato il putiferio, come al solito per i motivi sbagliati.
In questi ultimi giorni si è fatto un gran parlare della scelta di Francesco Fossetti di non pubblicare sulle pagine di Everyeye una vera e propria recensione di Elden Ring alla scadenza dell’embargo, rimuovendo dal suo pezzo (che comunque ha tutta l’aria di una recensione “classica”) le considerazioni finali e l’amato/odiato numerino che dovrebbe “riassumere il giudizio del recensore“. La motivazione alla base di questa scelta sarebbe il voler privilegiare la qualità della recensione, esplorando ancora più a fondo il titolo di From Software prima di dare un giudizio definitivo. Insomma, il voler dare ai lettori un segnale forte riguardo l’accento posto da Everyeye sulla qualità di quello che si pubblica.
Queste affermazioni hanno generato una levata di scudida parte di molti esponenti del settore italiano, i quali si sono detti in primis offesi da questo atteggiamento che (a detta loro) li metterebbe in cattiva luce, poichè sottointenderebbe che normalmentesi completino i giochi di corsa per arrivare in tempo alla scadenza dell’embargo con la recensione. Offesa che si è poi tramutata in sdegno nei confronti di chi non rispetta colleghi del settore che a volte “giocano anche giorni e notti ininterrotte pur di non tardare con la pubblicazione delle recensioni“.
Ora che abbiamo delineato le due fazioni, ci sarebbe da schierarsi, come tutto il web ha più o meno fatto in queste ore, giusto? SBAGLIATO
Partiamo da Fossetti: in primis è lodevole e condivisibile il volersi prendere del tempo in più per recensire un titolo che ancora non sentiamo di aver compreso appieno; il recensore dovrebbe avere la possibilità di fruire di un titolo sinchè ne senta la necessità, lasciando che le sue impressioni si sedimentino nel corso dei giorni e vengano magari rivalutate o ribaltate completamente alla luce di riflessioni svolte in seguito al provato. Al tempo stesso, però, la domanda che mi sorge spontanea è: fino ad oggi solo Elden Ring ha avuto bisogno di questo extra-time? Volete davvero farmi credere che, prima di questo titolo, non abbiate mai sentito la necessità di prendervi qualche giorno in più per formulare un giudizio più completo e soddisfacente? non credo proprio.
Se invece sposto lo sguardo sull’altro schieramento, quello compatto e battagliero del resto dei “critici”, vedo un livore derivato principalmente dal vedere un esponente di punta del settore italiano uscire dai ranghi e non rispettare il sistema ormai consolidato nel corso di due decenni che sostanzialmente ha sempre soddisfatto tutti: Pr e publisher che hanno la loro sfilza di recensioni da 8 e da 9 da sfoggiare nei trailer con le citazioni della stampa e con cui al tempo stesso farsi pubblicità indiretta al day one, redattori fieri di aver dato il loro giudizio (che poi è più una guida degli acquisti) generando traffico per il proprio sito ed infine i lettori, che non sia mai che debbano aspettare più di qualche ora dalla release di un titolo per leggere l’impressione delle varie testate unicamente per andare a litigare nei commenti della recensione in base al loro giudizio aprioristico sul titolo.
La verità è che in questo settore ormai sbagliamo TUTTI da tanti anni!
La critica in primis, che continua a sbandierare la sua indipendenza economica ed intellettuale, salvo poi giocare un titolo per un numero di ore di fila da denuncia per sfruttamento, solo per stare dietro ai tempi di pubblicazione di una recensione imposti dal mercato dell’editoria web e dai publisher stessi.
Secondariamente la colpa è anche nostra, di tutti noi lettori e fruitori di siti e video delle varie testate, che letteralmente ignoriamo qualsiasi contenuto riguardante un titolo che sia fuori tempo massimo di 2 o 3 giorni dalla sua release, perchè ormai è diventato storia vecchia e c’è già qualche altro gioco che ci darà modo di litigare inutilmente sul numero di pixel a schermo.
Insomma, in un mondo ideale ogni redattore dovrebbe potersi prendere il suo tempo per recensire un gioco, che questo comporti due giorni o 2 mesi, di modo da poter creare un contenuto di qualità e che sia completo e stimolante per i lettori, tanto nei primi giorni quanto dopo due anni dalla sua pubblicazione, sobbarcandosi un’ inziale probabile perdita economica derivante dal minor numero di click accumulati ogni giorno, che però servirebbe a rieducare l’utenza. Alternativamente, alcune testate potrebbero dismettere la maschera da paladini della critica e indossare quella di consiglieri per gli acquistisenza vergognarsene e portando avanti con chiarezza la loro linea editoriale.
Tante belle parole che però nascondo una sola e ineluttabile verità: a nessun’azienda piace mai perdere soldi, tanto meno se questo comporta lasciar maggiori introiti ai competitor.
Per cui ci vediamo alla prossima “recensione” da 10/10 al day one e al prossimo articolo che rimanda a qualche esplosiva cosplayer .
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