L’horror è un genere che riesce a conquistare sempre un grande gruppo di appassionati, a prescindere dai vari media in cui viene proposto, grazie a molte sue caratteristiche tipiche che sanno fare breccia nel cuore dello spettatore.
Il
manga sicuramente è una delle forme più più adatte per
storie horror grazie al tratto magistrale di alcuni suoi autori. Alcuni di essi infatti sono dei maestri del genere e non hanno nulla da invidiare ai loro corrispettivi animati o registici.
In questo articolo vedremo quali sono secondo la nostra opinione i
migliori manga horror e cosa li rende imperdibili.
Dorohedoro
Dorohedoro è un’opera di
Q Hayashida del
1999. Inizialmente venne pubblicato sulla rivista
seinen Ikki, per poi spostarsi nel
2017 su
Monthly Shonen Sunday. Dal manga è stato anche tratto un adattamento anime ad opera dello studio MAPPA che abbiamo incluso nel nostro articolo dedicato ai
migliori anime horror da recuperare.
Il protagonista è
Cayman, un uomo dalla testa di rettile che, insieme all’amica
Nikaido, cerca di risolvere il mistero legato alla maledizione che l’ha colpito.
Tutte le vicende sono ambientate a
Hole, una città di umani colpita spesso e volentieri dalle incursioni degli stregoni. Questi sono contestualizzati all’interno dell’opera come individui dotati di poteri magici e provenienti da un loro mondo separato, esercitando di tanto in tanto le loro capacità peculiari sulle malcapitate persone della cittadina.
Il manga è caratterizzato soprattutto dal tratto sporco dell’autrice, che accentua ancora di più il macabro e grottesco mondo dell’opera. A differenza di altri fumetti di questo genere però Dorohedoro presenta anche molto umorismo nero, con personaggi a tratti assurdi, aiutando a bilanciare l’eccessiva violenza e lo splatter delle scene d’azione.
Kiseiju: L’ospite indesiderato
Scritto e disegnato da
Hitoshi Iwaaki, Kiseiju è un manga seinen pubblicato sulla rivista
Afternoon nel 1989.
La storia si incentra su
Shinichi Izumi, un ragazzo del liceo che vive in un tranquillo quartiere di Tokyo. Una notte però dei misteriosi parassiti invadono la Terra. Essi si possono fondere con altre specie viventi attaccandosi al cervello, aumentandone le capacità e diventando macchine mortali.
Quella stessa notte un parassita cerca di impossessarsi di Shinichi, restando però confinato nella sua sola mano destra. Il ragazzo dovrà quindi convivere con questo suo ospite, che soprannominerà
Destry, cercando di vivere una vita normale.
Shinichi però verrà preso di mira da altri parassiti, in quanto persona in possesso ancora di un cervello proprio.
Kiseiju potrebbe essere considerato l’erede spirituale di Devilman in quanto crudo, violento ma anche pieno di significato.
Shinichi e Destry dovranno farsi strada contro parassiti via via sempre più intelligenti, in cruentissimi scontri. Non mancheranno però momenti più riflessivi, dove ci si interrogherà per esempio sul ruolo dell’uomo nel mondo.
Homunculus – L’occhio dell’anima
Homunculus è un’opera di
Hideo Yamamoto serializzata sulla rivista
Big Comic Spirit dal 2003 al 2011. La serie è divisa in 15 tankobon che hanno ottenuto un discreto successo, ottenendo anche un adattamento live action.
La storia ruota attorno a
Susumu Nakoshi, un disoccupato che ormai vive nella sua macchina alla quale è molto legato. Nonostante tutto Nakoshi si rifiuta di considerarsi un senzatetto e non entra attivamente nel piccolo gruppo di indigenti del parco dove sosta da un po’.
Un giorno viene avvicinato da
Manabu Ito, un facoltoso ragazzo che gli offre dei soldi in cambio di un accordo. Manabu sta cercando una cavia su cui sperimentare una trapanazione del cranio, per vedere quali sensi sopiti posso essere sviluppati da questa pratica.
Anche se titubante, Susumu poi accetta. Da questa sua operazione riuscirà a vedere gli homunculus, lo specchio dell’anima inconscia delle persone.
Homunculus è un viaggo nella disperazione, nella paura ed in quella che si potrebbe definire la crescita del protagonista. Nakoshi incarna alla perfezione le apparenze di una società ormai scarna, che consuma le persone che vi abitano all’interno ed abbandona quelle di cui non ne fanno parte.
Gantz
Gantz è un manga di
Hiroya Oku, pubblicato su
Weekly Young Jump nel
2000. Ha come protagonisti i tre liceali Kei Kurono, Masaru Kato e Kei Kishimoto che dopo la loro morte finiscono in un misterioso “gioco” all’interno del quale dovranno uccidere alieni e mostri utilizzando una misteriosa tecnologia.
Con l’avanzare della trama ogni mistero riguardo la loro sopravvivenza e lo scopo del “gioco” verranno rivelati, aprendo a scenari del tutto inaspettati.
Nonostante le premesse intricate e deliranti, la trama rimarrà solida nel corso di tutta la serie. L’opera ha una grande quantità di contenuti forti, tra linguaggio scurrile, violenza diffusa e moltissimo splatter.
Uzumaki
Junji Ito è il maestro quando si parla di manga horror. Tra le sue tante opere, quella più famosa è certamente Uzumaki.
Nella cittadina di Kurozu-cho,
Kirie Goshima vive una vita tranquilla con la sua famiglia. Un giorno, mentre si dirige alla stazione per incontrare il suo fidanzato, Shuuichi Saito, Kirie nota suo padre che fissa con aria vuota un guscio di una lumaca.
La ragazza lo racconta poi al fidanzato, il quale confessa che anche il padre si comporta in modo strano. Shuuichi infatti vorrebbe scappare dalla cittadina, poiché crede sia maledetta da quella che lui chiama
“la spirale”. A conferma di ciò saranno proprio una serie di eventi macabri, che di lì a poco getteranno la cittadina nella disperazione.
Ito riesce benissimo col suo tratto a suscitare nel lettore disgusto e disagio, grazie soprattutto alle atmosfere e sequenze grottesche che disegna minuziosamente. Il tema della spirale, che sembra una figura così semplice, è al centro dell’opera sia stilisticamente sia metaforicamente.
Come una spirale che si attorciglia su sé stessa, le situazioni ed i personaggi di questo manga diverranno man mano sempre più grotteschi e surreali, e difficilmente li dimenticherete.
Le montagne della follia
Le montagne della follia è un adattamento dell’omonimo racconto di
H.P.Lovecraft, disegnato da
Gou Tanabe. L’artista ha un debole per le opere di Lovecraft ed ha adattato numerosi suoi racconti, ma è proprio in questo che si è superato.
Nel 1930 una normale spedizione nell’Antartico si tramuterà ben presto in un incubo. Il protagonista è il
Dottor William Dyer della Miskatonic University, nonché guida del gruppo di esploratori. Con l’aereo che subisce un’improvvisa avaria, il Dottor Dyer e gli altri sono costretti a proseguire a piedi, imbattendosi successivamente in una misteriosa caverna.
Qui scopriranno mostruose creature congelate tra i ghiacci, rimaste lì da chissà quanto tempo. Il racconto non è nient’altro che la narrazione del Dottor Dyer sui terribili fatti avvenuti, con l’intento di far desistere qualunque altro esploratore.
Tanabe dà un’ottima interpretazione di uno dei migliori racconti lovecraftiani. Il suo stile, a tratti sporco, è ottimo per le scene grottesche e surreali nelle quali si imbatteranno i protagonisti. La fedeltà all’opera originale la rende anche un ottimo punto di partenza per approcciarsi agli orrori cosmici di Lovecraft.
6000 Rokusen – Gli abissi della follia
Rokusen è un manga seinen di
Nokuto Koike del 2010. In Italia il fumetto è stato pubblicato dalla casa editrice Planet Manga, con il sottotitolo “
Gli abissi della follia”.
La storia si svolge in un impianto sottomarino all’avanguardia, costruito a sei mila metri di profondità sul fondo dell’oceano. Tre anni prima, un grave incidente ha causato la morte di tutti gli operai, e la stazione viene abbandonata. Dopo varie vicissitudini, una nuova azienda ha comprato la struttura, con l’intento di riaprirla e mandare nuove persone.
Di questo gruppo fa parte il protagonista
Kengo, un normale impiegato di una ditta che si ritrova coinvolta. Completamente impreparato Kengo scende nel complesso sottomarino, non sapendo nulla dell’incidente avvenuto in precedenza.
L’opera, un horror con tinte thriller, ci porta nelle profondità marine in un’ ambientazione claustrofobica e angosciante. Questo, unito all’ottimo tratto dell’autore, riuscirà a coinvolgere emotivamente il lettore generando un senso di panico e di ansia. Imperdibile per gli amanti del genere.
Hideout
Masasumi Kakizaki, dopo aver disegnato l’ottimo
Rainbow, questa volta torna con un manga tutto suo dal nome Hideout.
Kirishima Seiichi, in una fredda notte e sotto la pioggia battente, è deciso ad uccidere sua moglie. Un anno prima però non era un uomo così distrutto: egli infatti era uno scrittore di successo, marito amorevole e padre. Il giorno in cui il suo editor pone fine alla loro collaborazione, il buio comincia a gettarsi sulla vita dell’uomo.
Inizia così la sua lenta discesa verso gli inferi, in quello che sembra il suo ultimo romanzo.
La trama, che inzialmente vi potrà sembrare scontata e poco interessante, pian piano riuscirà a catturarvi. Quella che viene quasi accennata all’apertura dell’opera, è solo l’inizio di un puzzle molto più grande, che l’autore ci rivelerà man mano.
Un horror in cui non vige solo lo splatter ed il terrore, ottimo se cercate un’opera in cui la controparte psicologia e l’approfondimento dei personaggi la fanno da padrone.
Bibliomania
Bibliomania è un manga di
Obaru e Macchiro, entrambi alla loro prima opera. È stato inoltre nominato nel 2019 al Japan Media Arts Festival Awards
La protagonista,
Alice, si risveglia nella Stanza 431 di una misteriosa magione. Qui incontra
Serpente, una misteriosa creatura che le suggerisce di non lasciare la Stanza ed aspettare il Banchetto, altrimenti il suo corpo si deteriorerà.
Se vorrà uscirè da lì c’è un unico modo, oltrepassare tutte le altre Stanze prima che sia la fine. In ogni stanza ovviamente dimora un ospite diverso e più si allontanerà dalla sua assegnatavi più il suo corpo marcirà in fretta.
Il manga riuscirà sicuramente a prendervi per lo stile dell’autore ed all’alone di mistero intorno a quest’opera, sia per quello che riguarda le varie Stanze, sia su cosa è successo al mondo nel frattempo.
Io sono Shingo
Kazuo Umezu è un altro grande autore del genere horror ed “Io sono Shingo” è di certo una delle sue opere più riuscite.
Il manga racconta la storia di un computer divenuto cosciente grazie a
Satoru e Marin, due ragazzini. A seguito di questo avvenimento, la macchina va alla ricerca dei suoi genitori, nel mentre si evolverà sempre più.
Shingo, l’intelligenza artificiale, si tufferà quindi alla ricerca dell’umanità.
Tutto in Io sono Shingo viene presentato quasi come fosse un sogno, o forse è meglio dire un incubo. L’autore è un fiume in piena di idee, e occorre entrare in sintonia con il suo pensiero o si finirà per perdersi in questo mondo onirico.
Riusciti a fare questo però, vi ritroverete davanti ad una delle opere più pazze e particolari del genere, non venendone delusi.
Higurashi: When they cry
Higurashi è una famosa serie di visual novel di
07th Expansion dalle tinte horror e, dato il suo enorme successo, sono ben presto arrivati adattamenti sia animati sia fumettistici.
La vicenda è ambientata nel 1983, nel piccolo villaggio rurale di
Hinamizawa. Pochi sono i ragazzi che vivono qui, tanto che vengono tutti riuniti in un’unica classe. Proprio qui si incontreranno i cinque protagonisti, tra cui
Keiichi, appena trasferitosi nel villaggio.
Il ragazzo andrà subito d’accordo con le poche compagne di scuola che ci sono, ma in concomitanza con l’unica festa del paese qualcosa di inaspettato accade. La scomparsa di una persona, unita al ritrovamento di un cadavere, getteranno l’ombra della “
maledizione di Oyashiro” nuovamente sul piccolo villaggio.
Il vero punto di forza dell’opera è l’alone di mistero che la circonda. Il manga vi lascerà sempre con un punto di domanda riguardante gli avvenimenti che state leggendo, inizialmente non capendo perché certe persone fanno certe cose.
Niente di quello che formulerete sarà giusto, poiché ogni volta il manga vi spiazzerà con vari plot twist ben congeniati. Il tutto poi si andrà a rivelare verso il finale, dove ogni cosa ipotizzata dal lettore sarà chiarita.
Mieruko-chan
Mieruko-chan è un manga di
Tomoki Izumu del 2018, uno dei più recenti all’interno della top. L’opera si è anche aggiudicata un adattamento animato nella stagione autunnale 2021, riscuotendo un discreto successo tra i fan degli anime.
Miko Yotsuya è la tipica ragazza liceale, fino al giorno in cui la sua vita viene sconvolta di punto in bianco. Miko inizierà infatti a vedere dei mostri raccapriccianti aggirarsi indisturbati intorno a lei. Da quel giorno la ragazza decide però di ignorarli completamente e cercare di avere una vita quanto più normale possibile.
Essere indifferenti però non porta a nulla e lo capirà quando dovrà aiutare la sua amica Hana Yurikawa da questi esseri terribili. Miko dovrà quindi dividere il suo tempo tra il proteggere le persone a lei care e il cercare di avere una vita quanto più normale possibile.
L’opera mescola perfettamente il genere horror con quello comedy. I capitoli, per lo più autoconclusivi, ci faranno vedere come Miko affronti questi esseri orrendi con la sua arma più potente, la sua faccia da poker. Essi possono sbucare ovunque, cogliendola spesso impreparata.
I mostri stessi, dietro i loro aspetti grotteschi e raccapriccianti, celano spesso una storia sul perché essi siano così. Una storia insomma atipica, che insegna a non giudicare un libro dalla copertina.
Petshop of horrors
Petshop of horrors è un manga di
Masturi Akino edito nel 1998. L’opera ha anche ricevuto un adattamento animato a cura di Madhouse, nonché un sequel dal titolo di
Shin Petshop of Horrors.
Nella Chinatown di Los Angeles c’è un negozio particolare. Esso infatti vende animali rari ed esotici, che difficilmente si possono reperire altrove. Prima di prenderli si deve accettare però un contratto, che se infranto potrebbe portare una serie di nefasti eventi al malcapitato.
Leon Orcot è un detective, ed è convinto che tutta una serie di omidici sospetti siano legati a questo posto. Ora è deciso a scoprire la verità dietro a questo negozio ed al suo proprietario, il Conte D.
Petshop of horros inizia coma una serie di racconti slegati tra di loro, per poi unirsi in una trama di fondo ben delineata. I racconti stessi sono permeati da un’atmosfera magica e onirica con i messaggi al suo interno, veicolati soprattutto con crudezza, sottili e con sempre una morale di fondo.
Potrebbero considerarsi fiabe che però hanno una tragica conclusione, un po’ come i racconti dei fratelli Grimm. Ad unire il tutto ci saranno ovviamente i protagonisti principali, il cui conflitto aleggerà per tutto il manga.
Portus
Opera one-shot di
Jun Abe, Portus è un manga del 2006 edito su Young Sunday.
Asami Kawakami è una ragazza liceale la cui amica, Chiharu, ha smesso di andare a scuola e non risponde neanche più a telefono. La causa della sua scomparsa è un vecchio videogioco di nome
Portus, col quale la ragazza non smette di giocare.
C’è una leggenda urbana attorno a questo gioco: esisterebbe infatti un livello segreto in cui comparirebbe un ragazzino per chiederti se vuoi andare dall’altra parte. Se si risponde affermativamente, si muore. Un giorno Chiharu si taglia la gola, lasciando Asami con un segreto da scoprire.
Portus riprende un po’ il concetto dell’utilizzo del multi-media, come già accaduto con The Ring, per farne un’idea tutta sua. Infatti non ci sarà nessuna ragazza strisciante ad attendervi, ma solo un videogioco. Ci posso possibilità infinite all’interno di un gioco, e la paura dell’ignoto incalcolabile sarà proprio l’emozione principale che vi scaturirà questo manga.
Lo stile artistico è poi un altro grande punto a favore di questo manga. Abe riesce infatti a creare scene che poco hanno da invidiare ad un film horror vero e proprio. Ai deboli a queste tematiche avvertiamo, spesso l’autore ama risolvere dei punti focali di trama con tanto gore, lacerazioni e temi forti come il suicidio.
Aule alla deriva
Altra grande opera di
Kazuo Umezu, “Aule alla deriva” è un manga
shonen del 1972.
Il protagonista è
Shou Takamatsu, un bambino scapestrato. Un giorno la sua scuola elementare viene trasportata in un altro mondo, con un deserto da incubo. Shou e i suoi compagni dovranno subito fronteggiare il problema della scarsità di cibo, pericoli provenienti da questo mondo esterno e il crescente malcontento all’interno della scuola.
E’ proprio sui problemi che devono affrontare i bambini e sulla maniera realistica con cui reagiscono che Umezu basa la sua opera. Ogni evento è una sorpresa continua, ed ogni successo ottenuto dal gruppo può essere buttato via in un batter d’occhio.
La probabilità di morire per i bambini è davvero alta e Umezu ha davvero tanta fantasia nell’escogitare le loro morti.
Altro aspetto positivo è l’approfondimento del tema dell’innocenza dei protagonisti. Vederli alle prese con situazioni fortemente negative e surreali ed il modo in cui reagiscono è uno dei tratti distintivi di questo manga.
#LiveTheRebellion