Pasquale Murano

News+ Returnal – Vita e morte dell’arcade

L’arcade è morto, viva l’arcade! No, non sono diventato pazzo. È che l’essenza di Returnal è proprio questa. Quello di far risorgere il genere arcade dalle sue ceneri. Per quanto possa sembrare strano, i ragazzi di Housemarque, si sono sempre prodigati nel voler riportare in auge questo genere da sala giochi. Dove una volta erano i gettoni a farla da padrone, ora è il ciclo di vita e morte a rappresentare il vostro insert coin. Per sommi capi, grazie ai trailer usciti fino ad ora, abbiamo potuto vedere cosa ci riserverà il prodotto. La storia narra di Selene, pioniera della spazio che si ritrova in un pianeta ostile. Il pianeta però ha una sua particolarità, ogni volta che la protagonista muore rinasce per poi riaffrontare i suoi nemici.

Come si può ben vedere gli sviluppatori hanno inserito la meccanica tipica del roguelike all’interno della storia. Questa cosa non è banale, anzi. Andando a vedere bene stanno evolvendo l’arcade. Possiamo vederla come una sorta di versione 2.0. Ed è questa la sfida più grande per il team spagnolo. Ovviamente per poterci mostrare la bontà del progetto gli Housemarque ci hanno tempestato, come se fossimo in un bullet hell, di trailer. Ma sembra che qualcosa non convince a pieno.

Il fascino della (non)scoperta

Per quanto il gioco, da parte di chi scrive, risulta un gioco stilisticamente ineccepibile, dall’altro canto non può che storcere il naso di fronte alla miriade di trailer rilasciati fino adesso. Sarà il marketing, sarà che è uno delle esclusive di questo anno per la neonata PS5, mi sto ritrovando sotto questa pioggia di proiettili fatta di informazioni che stanno eliminando il senso della scoperta. Un po’ come se Selene sapesse già gli orrori (ed errori) che compirà una volta atterrata sul pianeta alieno. Specialmente nell’ultimo trailer (che vi rimando qui sopra), vediamo le aberrazioni contro cui ci scontreremo.

Selene affronta uno dei mostri all'interno del gioco
La cosa che salta subito all’occhio è un nemico nella parte finale del filmato. Questi altri non è che una spora che genere un doppleganger della protagonista. Il mio pensiero è andato da wow che figata a perché non farmelo scoprire nel gioco, nella frazione di un nanosecondo. Una scoperta del genere sarebbe stata ben gradita se fosse rimasta nascosta. Ma posso capire anche una scelta del genere. In primo luogo il gioco porta la fiaccola del genere arcade attraverso il genere del bullet hell (si per capirci un Metal Slug sotto steroidi). Come altra motivazione si fa carico di una aspettativa altissima in quanto esclusiva Sony. La casa nipponica sta inserendo il suo gettone per poter portare a casa la partita, contro le varie critiche arrivati in questi giorni. Inoltre, il gioco va a immettersi nel bagagliaio di nuove IP di cui, al giorno d’oggi, sembrano non esserci nuove idee.

Return to home

Come vedete la pressione da parte di Sony ed Housemarque è altissima. Sono molte le carte in tavole ed un singolo passo falso non è contemplato. Anzi spero che il prodotto si riveli all’altezza delle aspettative. E che il genere arcade riviva di nuovo. Ebbene sì, sono uno di quei ultimi romantici che ha passato la sua giovinezza nelle sale giochi, ed è dalla sua chiusura che non ha più provato l’ebrezza di una sfida arcade. Certamente con Nex Machina, Resogun ed altri titoli, ho riassaporato quelle domeniche mattine fatti di gettone e di sfide. Ma vorrei una next experience, che mi faccia capire che quel genere non è alla frutta, ma che ha ancora cartucce da sparare.

Stiamo assistendo ad un ciclo di morte e vita

Potrebbe essere una svolta epocale per il nostro medium, come potrebbe non esserlo, ma chi lo potrà dire. Nel frattempo dovremmo aspettare il 31 aprile per capire se potremmo brindare agli arcade e metterci la lapide definitiva.

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