Come trattereste una persona con una forma di disabilità? Cosa ne pensate del bullismo? Sono argomenti troppo delicati per la settima arte? La forma della voce, è un lungometraggio animato diretto da Naoko Yamada che prende spunto dal manga shonen A Silent Voice. È sviluppato dalla Kyoto Animation, studio che ha dato vita a Violet Evergarden e K-On!, solo per citare un paio di opere.
Seguite la lettura per poter approfondire al meglio la trama e lo sviluppo caratteriale dei personaggi, per poter apprezzare appieno questo film, stando attenti agli spoiler, se non l’avete ancora visto. Se non siete riusciti a guardarlo al cinema il 24 e il 25 Ottobre 2016, potete farlo comodamente a casa su Netflix, una delle piattaforme di cui vi abbiamo parlato a proposito di dove guardare anime legalmente in Italia.
La storia comincia seguendo un ragazzo che decide di farla finita, Shoya Ishida. Questa purtroppo è un’immagine molto realistica nel mondo della giovantù giapponese.
Dopo aver sistemato le sue ultime faccende il ragazzo si dirige verso un ponte per lanciarsi giù, ma viene distratto dallo scoppiettare di alcuni fuochi d’artificio esplosi da dei ragazzini in riva al fiume. Quindi cambia idea, pensando al suo passato e a cosa l’ha portato fino a quel triste gesto.
I suoi ricordi immergono lo spettatore in un passato non troppo remoto, dove vediamo il giovane come bambino, in una scuola elementare, dove viveva spensierato la sua fanciullezza. Un giorno però la sua vita viene stravolta dall’arrivo di una nuova studente trasferitasi da poco nello stesso istituto, il suo nome è Shoko Nishimiya.
Si scopre immediatamente che questa ragazza è sorda e per comunicare usa un quaderno, perché i compagni ovviamente non conoscono il linguaggio dei segni. Tuttavia a causa della sua disabilità deve essere assistita, perché in una classe di udenti e suscita l’inimicizia di alcuni compagni, fra cui il protagonista.
Il giovane bullizza la bambina in vari modi, come urlarle dietro per spaventarla, spintonarla o rubandole e danneggiandole gli apparecchi acustici cocleari. Ciononostante la ragazza continua a sorridere e a scusarsi col ragazzo, credendo che sia sua la colpa dei dissapori fra i due, cercando la sua amicizia.
Invece che ottenere un risultato positivo però, ottiene l’esatto opposto, suscitando non solo ulteriori dispetti da Shoya, ma anche dagli altri compagni, che devono mantenere i loro rigidi ritmi, aiutando però la piccola Shoko, affaticandoli e stressandoli.
I mesi passano, un dispetto dopo l’altro, ed infine dopo l’ennesimo atto di bullismo, la ragazza non si presenta più a scuola. Gli insegnanti danno immediatamente la colpa a Shoya, che si difende distribuendo la colpa anche agli altri compagni, che lo rinnegano e cominciano a maltrattarlo, facendogli passare le stesse cose che aveva fatto subire a Shoko.
Da spettatori potrete vedere il bambino crescere e diventare un ragazzo, che crescendo avrà difficoltà a guardare le persone negli occhi. Questo disagio viene rappresentato nel film facendo apparire una grossa croce sul viso delle persone con le quali interagirà Shoya.
Pentito delle sue azioni Shoya imparerà il linguaggio dei segni e cercherà Shoko per scusarsi con lei dei maltrattamenti che le ha fatto subire. Tuttavia non sarà semplice riavvicinarsi alla ragazza, ma grazie al suo carattere gentile e coraggioso farà nuove e ristorerà vecchie amicizie.
Se siete in cerca di produzioni simili, allora vi consigliamo un nostro articolo che parla principalmente di anime romantici.
Personaggi
Shoya Ishida
Mentre da ragazzino è un piccolo bullo spensierato, crescendo diventa una persona responsabile e molto competente, tanto da far dispiacere il suo datore di lavoro quando si licenzia dal lavoro part-time.
Ha un disturbo sociale che gli impedisce di guardare negli occhi le persone e di conseguenza si trova molto a disagio nei posti affollati come a scuola. Comunque risolverà questo problema facendo nuove amicizie e interessandosi degli altri.
Impara il linguaggio dei segni per potersi avvicinare nuovamente a Shoko per farsi perdonare dei suoi atti cattivi compiuti da bambino. Da bimbo è doppiato da Federico Campaiola, mentre da adulto da Giulio Bartolomei.
Shoko Nishimiya
Shoko è una ragazza sordomuta sempre sorridente e apparentemente allegra. Nonostante la sua disabilità fa di tutto per integrarsi con la comunità non disabile, e si sforza spesso di cantare, leggere o esprimersi a parole.
Porta due apparecchi acustici cocleari, che sono praticamente inefficaci e che nasconde con i suoi capelli. A seguito di un atto di bullismo durante le elementari viene ferita gravemente all’orecchio destro, e da grande perderà definitivamente l’utilizzo dell’orecchio.
Dopo l’ennesimo episodio di bullismo si trasferisce in una scuola con una sezione dedicata alle persone sordomute.
Nonostante durante il primo incontro dopo tempo con Shoya si riveli traumatico, la ragazza si interesserà dell’ex-bullo fino a provare dei sentimenti molto forti per lui.
In italiano è doppiata egregiamente da Roisin Nicosia, che si è sforzata particolarmente per dare efficacemente il timbro vocale e il volume giusto ad una persona sorda.
Tomohiro Nagatsuka
Tomohiro è un ragazzo basso e robusto ed è nella stessa classe di Shoya, anche se inizialmente non sono amici. La situazione cambia quando un giorno viene difeso dal protagonista quando un malintenzionato vuole rubargli la bici.
Shoya interviene, dando in pegno la sua in cambio. Tornato a casa a piedi vede Tomohiro con la sua bicicletta ritrovata, che si è adoperato nella ricerca. Da quel momento i due diventano migliori amici e condividono momenti spensierati o molto seri.
Nonostante possa sembrare un ragazzotto semplice, ha un forte carattere e non si tira indietro per aiutare il suo amico in difficoltà e non se la prende con lui nonostante non sia sempre gentile.
Yuzuru Nishimiya
Yuzuru si presenta come il ragazzo di Shoko ed impedisce a Shoya di riavvicinarsi alla sua compagna delle elementari. A seguito di un attacco di bullismo si ripara in un parco giochi per bambini e viene soccorso da Shoya. Vedendolo prendersene cura, lo rivaluta e rivela che in verità è la sorella minore della protagonista.
È appassionata di fotografia ed è molto talentuosa. Nonostante la giovane età e il comportamento da maschiaccio, è una persona molto sensibile e molto abile con la macchina fotografica, tanto da ricevere un premio per le sue splendide catture.
Nonostante sia udente parla benissimo la lingua dei segni, frequenta la classe per sordomuti di Shoko ed ha un forte senso di responsabilità verso la sorella maggiore e spesso esagera essendo iperprotettiva. Stabilirà un forte legame di amicizia con Shoya.
Miki Kawai & Satoshi Mashiba
Miki è una compagna delle elementari di Shoya e prendeva in giro anche lei Shoko alle elementari, ma per paura di essere etichettata come una brutta persona, nega ogni atto di bullismo.
È in classe col protagonista anche al liceo e frequenta Satoshi Mashiba, il quale vuole diventare amico di Shoya, perché lo reputa una persona molto interessante.
Miyoko Sahara
È l’unica compagna delle elementari dei protagonisti a prendersi a cuore Shoko, e impara velocemente qualche parola nella lingua dei segni per poter diventare più intima. A causa di questo suo comportamento altruista viene presa di mira dalle compagne e dopo un po’ di tempo cambia istituto.
Shoya accompagnerà Shoko a trovare la sua amica nel nuovo quartiere che ha migliorato il suo lessico nella lingua dei segni. Si rivela un’amica vera per la protagonista, anche se molto timorosa del giudizio altrui.
Naoka Ueno
Se Shoya si comportava male con la piccola Shoko, Naoka è decisamente più cattiva con la ragazza disabile. Da bambina spesso le rubava gli apparecchi acustici o la prendeva in giro, dandole colpe che non si meritava.
Da grande non cambia per niente, infatti continua a tormentare Shoko, togliendole gli apparecchi e beffeggiandola in disparte dagli altri, per non sembrare la cattiva di turno.
Miyako Ishida
Miyako è una parrucchiera e ha il salone sotto casa sua. Vive con il figlio Shoya, e la famiglia della figlia composta dal genero Pedro e Maria.
È una donna molto risoluta e dedita all’educazione della prole, ma dovendo seguire la sua attività commerciale ha dovuto trascurare il figlio che si è trasformato in un bulletto da giovane.
Quando però scopre le azioni di suo figlio lo responsabilizza e subisce lei stessa una severa punizione da parte della madre di Shoko.
Quando scoprirà che il figlio voleva suicidarsi, insegna a Shoya una lezione esemplare, ricordandogli che gli vuole molto bene.
Conclusioni
Parlare di un argomento delicato come la convivenza con una disabilità e le sofferenze dovute al bullismo generato dall’ignoranza delle persone con un lungometraggio non è cosa semplice.
La forma della voce comunque si prospetta come un dramma romantico godibile e interessante, grazie alle animazioni fluide e colorate e il doppiaggio diretto in maniera eccellente che trascende appieno le emozioni che si potranno vivere guardando questo film.
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