Rossella La Montagna

Speciale Epidemie tra realtà e videogiochi

Epidemie e videogiochi, come possono correlarsi tra loro?

Come potrebbero epidemie e videogiochi ritrovarsi a percorrere a braccetto la medesima strada? E non mi riferisco alla sola conseguenza dell’uno in base all’altro (cioè il videogiocare perché si sta in casa) ma al come, invece, potrebbero coadiuvarsi in un unico contesto. Il contesto storico che stiamo vivendo oggi (guerre, epidemia da coronavirus, ma anche progresso tecnologico e – in parte – sociale) può a tutti gli effetti fungere di ispirazione a opere future, i videogiochi sono una forma d’arte, dopotutto. Come può esserlo un dipinto, un libro, un film; è l’espressione artistica di strumenti tecnologici, anche di una sceneggiatura d’eccezione e di una trama avvincente. Ancora di un gameplay tanto accattivante da trascinarti per ore ed ore senza che tu magari nemmeno te ne accorga.

epidemie e videogiochi
Eppure di paragoni se ne sono fatti tanti.
epidemie e videogiochi
Mia personale illustrazione che ritrae Clementine.
Un videogame può essere tante cose. Può trattare tematiche leggere quanto di “spessore”, allacciandosi ad una fascia di età di ragazzi così come invece di adulti. Tralasciando chi reputa ancora oggi il videogiocare come un’attività prettamente per bambini. (ma questo è un altro discorso, ndr.)
Questo 2020 si è fatto presto conoscere e si farà facilmente ricordare in futuro. Tematica di attualità, dunque, che mi ha portata a riscoprire un videogame vecchio (ma non vecchissimo), magari per niente memorabile nel suo gameplay (abbastanza scomodo e legnoso). La cui trama non traccia alcunché di originale poiché basata in parte su una serie a fumetti americana (per meglio dire, il suo “incipit”).

Dunque, la mia risposta al come possano epidemie e videogiochi correlarsi nella realtà l’ho riscontrata in The Walking Dead: The Game.
Titolo sorto nell’ormai lontano 2012, ed attualmente è disponibile su tutte le piattaforme console e PC. Un’avventura grafica piuttosto semplice che presenta alcun genere di enigmi o quick time event particolarmente complessi. Si basa sul punta e clicca, facendo invece dei dialoghi e della storia il suo perno principale. Questa non vuole essere una recensione, ai tempi fu già notevolmente premiato e lodato dai più. La mia è una semplice considerazione ed invito a chi prima, come me, ne aveva solamente sentito parlare e mai trovato occasione di recuperarlo.

Un gioco in cui anche la risposta apparentemente più semplice ci porta a pensare: è quella giusta?


Il protagonista della vicenda lo vediamo sin dalle prime battute di gioco ritrovarsi in situazioni che porteranno la bilancia della sua coscienza a ristabilirsi in maniera equilibrata. Il passato, i suoi errori, non avranno più alcun peso adesso poiché giusto e sbagliato non esistono in una realtà come quella di The Walking Dead. Vige la propria sopravvivenza, ed essendo figlia dell’egoismo non guarda in faccia a nessuno.

La realtà di The Walking Dead, dunque, è attuale al punto giusto.
A partire dalla tematica. Non semplicemente la diffusione di un virus sconosciuto, ma l’effetto empatico che può avere sui singoli individui. Come una situazione di tragicità ed emergenza può mutare l’animo soprattutto di chi ancora non è stato colpito da esso.

In TWD non si ha neppure il tempo di “vivere” una quarantena come la nostra, proiettati nel caos più totale nel giro di pochi minuti dall’avvio del gioco. Nei protagonisti si vive l’ansiogena sensazione di essere intrappolati da un nemico invisibile, quella perpetua tensione di sfiducia nel prossimo. Il bisogno di scappare lontani, di voler in qualche modo fuggire senza mai fermarsi… ma anche di proteggere ciò che si ha di più caro, anche a costo di perdere se stessi (di perdere quel qualcosa che va al di là della “vita” stessa).

No, casi di resurrezioni sospette accompagnate da cannibalismo al momento ancora non ce ne sono e dubito che ce ne saranno. Tuttavia sarà capitato di leggere trame alla Resident Evil di virus creati ad hoc in laboratorio, divulgazione di notizie false per chissà quale motivi ed altri ancora che semplicemente ignorano il problema alla base, considerandolo tutt’oggi un pesante raffreddore.

Insomma, è soprattutto a costoro che sento di consigliare The Walking Dead, una realtà analoga in cui immedesimarsi. Un’avventura tanto tragica e magnificamente scritta, che potrebbe risultare straziante ma al tempo stesso illuminante.

#LiveTheRebellion