Torniamo a parlare di Digitabilis e, in particolare, di una loro iniziativa che parla di come affrontare la terza età digitale. Tra un panettone e uno spumante, ci siamo ritagliati uno spazio per conoscere meglio questi 3 giovani psicologi, scambiando un’intensa ora di opinioni e punti di vista rispetto al loro modo di concepire il “digitale”. Tra le loro varie progettualità, una ci ha colpito in particolare. Il suo nome è “Ancora in rete”, evocativo e che fa capire subito l’idea di base del progetto. I nonni d’Italia torneranno in aula per una lezione laboratorio che si terrà presso l’Università della Terza Età (al momento la sede e gli orari sono in via di definizione) per comprendere come affrontare la terza età digitale.
Lezioni teoriche e pratiche basate sul credo di Digitabilis: approccio abilitante, esplorazione delle pratiche e della loro costruzione, interconnessione digitale/analogico, intergenerazionalità e riduzione delle disuguaglianze. Un percorso all’insegna della consapevolezza che li porti a non considerarsi solo delle navi ferme in porto, ma dei velieri pronti a spiegare le proprie vele e attraversare il mare digitale. Il famoso “digital divide”, come potete ben immaginare, non è solo tecnologico ma è anche generazionale. Gli anziani, un po’ per mancanza di competenze tecniche e un po’ per colpa di deficit fisico/cognitivi, navigano a vista nei mari 2.0. Tra loro e i nativi digitali si sta alzando un muro pericolosamente ripido e che ne impedisce l’intergenerazionalità. Inoltre, l’avanzata inarrestabile del progresso tecnologico rischia di creare degli stati di segregazione sociale basati sulla paura e la non comprensione.Un percorso all’insegna della consapevolezza che li porti a non considerarsi solo delle navi ferme in porto, ma dei velieri pronti a spiegare le proprie vele e attraversare il mare digitale.
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