Sono passati dieci anni da Benvenuti a Zombieland. Forse sono troppi.

Zombieland Doppio Colpo (titolo italiano dell’originale Zombieland Double Tap) è il seguito di uno dei pochi veri cult degli anni 2000.
Presentato in anteprima a seguito della cerimonia di chiusura del Trieste Science+Fiction Festival (ma presente anche tra le anteprime di Lucca di quest’anno), il nuovo film di Ruben Fleischer si prepara a sbarcare nei cinema del bel paese il 14 Novembre.
Columbia Pictures rinnova così la fiducia nei confronti del cast originale, composto ancora da Woody Harrelson, Jesse Eisenberg, Abigail Breslin ed Emma Stone, a cui vengono affiancati anche Rosario Dawson e Zoey Deutch.

Regola #1: Parlagli della trama
La vicenda riprende da dove ci eravamo lasciati dieci anni fa.
Tallahassee, Columbus, Little Rock e Wichita sono ancora a zonzo per gli stati uniti devastati dalla piaga degli Zombie, sempre in cerca di un posto sicuro dove ripararsi dai non morti e dove poter condurre una vita il più normale possibile. Il gruppo riesce a stabilirsi all’interno della casa bianca, ma gli attriti interni al gruppo portano Little Rock e Wichita a scappare per l’ennesima volta, in cerca di una libertà che la nuova famiglia sembra non potergli offrire. Wichita fugge dalla proposta di matrimonio di Columbus, mentre Little Rock si sente oppressa da Tallahassee che la vede come una figlia adottiva.
Columbus e Tallahassee si rimettono in viaggio per trovarle, pur non sapendo dove siano dirette, e nel frattempo conoscono la svampita Madison e Nevada, che gestisce un piccolo museo dedicato ad Elvis Presley.

Regola #2: Sii grato a Deadpool
Zombieland Double Tap è girato da Ruben Fleischer, che ha esordito proprio con il primo capitolo del 2009 e che nel frattempo ha fatto una capatina nel mondo dei Cinecomics con il deludente film dedicato a Venom e ha riscosso grandi insuccessi commerciali con 30 Minutes or Less e Gangster Squad.
Al suo fianco tornano gli sceneggiatori Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno avuto un enorme successo grazie al lavoro compiuto con Deadpool.

Perchè questo è così importante?
Beh, in realtà è molto semplice:

Senza Deadpool, Zombieland Double Tap non sarebbe potuto esistere

Il successo delle due pellicole dedicate al più irriverente dei supereroi Marvel è stato fondamentale per poter finalmente veder approdare al cinema un seguito di Benvenuti a Zombieland.
Non è detto che questo sia per forza un bene.
Se da un lato è bello che la grande industria abbia deciso di puntare finalmente su una horror comedy come quella di Fleischer, dall’altro è anche vero che la formula comincia ad essere un po’ troppo trita. L’ironia dei dialoghi è piacevolmente divertente, ma stringi stringi questi film stanno cominciando ad assomigliarsi troppo.

Regola #3: Fagli vedere che hai fatto il DAMS

Irriverenti ma timorosi.
Il primo trailer conteneva una battuta sulla vicenda Clinton-Lewinski, poi rimossa dal film. Evidentemente qualcuno si ha avuto paura di esporsi politicamente.

Tecnicamente parlando il film funziona.
Zombieland è sempre stato un giocattolone, e questo secondo capitolo non tradisce le proprie origini. Si ride, ma questa volta non tanto per l’assurdità della storia (per farla breve: non siamo più davanti ad un gruppo di sopravvissuti all’apocalisse in cerca di un Twinkie) quanto per le numerose gag comiche sparpagliate per la durata del film. Sia chiaro, non si parla mai di grande comicità, ma se si è in cerca di una serata leggera il tono del film è quello giusto. Ancora una volta ad avere la meglio su tutto il film è l’alchimia che viene ad instaurarsi tra i personaggi:
Lo zoccolo duro costituito dai quattro comprimari funziona ancora a meraviglia (nonostante Little Rock sia decisamente meno presente) e possiede un’alchimia particolare che eredita dal primo capitolo.

Il livello della regia è buono e si ha proprio la sensazione che Fleischer si sia divertito molto dietro la macchina da presa; tra l’altro a metà film spicca una scena d’azione che vede coinvolti Tallahassee, Colorado e due nuovi personaggi e che è diretta e coreografata alla perfezione, grazie anche ad una gestione dei ritmi davvero azzeccata. A funzionare meno invece è la sceneggiatura, che introduce nuovi personaggi poco interessanti e che nella parte finale cerca di sbrogliarsi con un po’ troppa fretta.
Dettagli di poco conto, se si tiene a mente quale sia l’obiettivo del film.

Regola #4: Se non chiudi con una frase tagliente non sei nessuno
C’era davvero bisogno di un sequel?
Benvenuti a Zombieland è rimasto nel cuore dei fan, e funzionava perfettamente anche come unicum. Come dicevo poco fa è bello che l’industria decida di investire su una commedia horror, ma sarebbe bene che si cercasse di evolvere il linguaggio e ci si staccasse con un po’ di coraggio da modelli che hanno sì avuto molto successo negli ultimi tempi, ma di cui siamo già pericolosamente saturi. Zombieland Double Tap va in quella direzione, e rischia di ripetersi così tanto da andare ad intaccare lo status di film di culto guadagnato a fatica dal suo predecessore.
Se ripeti le stesse battute all’infinito finisci per annoiarmi a morte, e se tiri troppo la corda finisce che si spezza.

Regola #5: Mai farmi annoiare quando invece dovrei ridere.

#LiveTheRebellion