Dino Cioce

Speciale Watchdogs Legion: chiunque è ovunque

“Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno della congiura delle polveri contro il parlamento. Non vedo perché di questo complotto, nel tempo il ricordo andrebbe interrotto. Ma l’uomo? So che il suo nome era Guy Fawkes e so che nel 1605 tentò di far esplodere il parlamento inglese. Ma chi era realmente? Che tipo d’uomo era? Ci insegnano a ricordare le idee e non l’uomo, perché l’uomo può fallire. L’uomo può essere catturato, può essere ucciso e dimenticato. Ma 400 anni dopo ancora una volta un’idea può cambiare il mondo. Io sono testimone diretto della forza delle idee, ho visto gente uccidere per conto e per nome delle idee, li ho visti morire per difenderle…”

Prologo tratto dal film V per Vendetta

So bene che non c’è bisogno di rammentare da quale film è stata estratta questa citazione, ma per dovere di cronaca vi ricorderò che si tratta del film capolavoro di Jason McTeigue (e del genio Alan Moore, autore del fumetto a cui il film si è ispirato) V per Vendetta. Vedere, rivedere e rivedere ancora una volta il gameplay di Watchdogs Legion, mi ha fatto capire come il cuore e le idee che sono alla base di questa nuova produzione Ubisoft siano, a mio modesto ed umile parere, fortemente intrecciate alla filosofia “ViVendettiana”. Ok fermiamoci un attimo e facciamo un bel respiro. Iniziamo insieme questo viaggio alla scoperta di un titolo che ha tutte le carte in regola per diventare l’Alfa di un nuovo genere videoludico.

l’Alfa di un nuovo genere videoludico.

E3: si inizia con i violini e si finisce con le pistole

Butterfly Effect. Locuzione presente in fisica nella teoria del caos. Si ritiene che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine del sistema.

La conferenza Ubisoft è iniziata con un’orchestra sinfonica che ha creato, in live, una colonna sonora per la saga di Assassin’s Creed, presentando un nuovo progetto denominato appunto Assassin’s Creed Symphony. Nonostante mi trovassi a migliaia di km da Los Angeles, su un treno regionale con uno smartphone con il 6% di batteria rimanente, mi sono emozionato.

Comunque non divaghiamo e proseguiamo nel nostro viaggio. Il teatro gremito di nerd e giornalisti attendeva impaziente quello che sarebbe andato in onda di lì a poco: la presentazione ufficiale di Watchdogs Legion.

Questo nuovo capitolo della saga, iniziata nel 2014, ci porta in una Londra futuristica (ma secondo me nemmeno troppo) in cui il popolo e la libertà sono compressi in una terribile morsa, creata da un governo corrotto e oppressivo, in combutta con la mafia ed il narcotraffico; il tutto supervisionato dalla Albion, un’organizzazione paramilitare che controlla le persone e la rete annullando ogni forma di garanzia della privacy.

La storia insegna che in ogni dittatura c’è sempre un “butterfly effect”, un battito d’ali, tanto invisibile quanto devastante, capace di generare una rivoluzione. Quel battito è generato dal DedSec, un gruppo di hacker anarchici in grado di sovvertire qualsiasi forma di controllo e di potere. Nel video presentato durante la conferenza si vede un agente DedSec di nome Ian che cammina per le strade di Londra, con il preciso compito di reclutare un pilota di droni.

Watchdogs Legion
Ian che percorre le vie del Piccadilly Circus
Proseguendo nel racconto, il protagonista analizza i profili di tutte (ma proprio tutte) le persone attorno a lui con il suo “hackphone”. Una volta trovato il profilo giusto, si accinge a portare a termine il suo compito. Purtroppo il reclutamento non va a buon fine, in quanto l’aspirante pilota viene quasi picchiato a sangue dalla milizia, costringendo il buon Ian a intervenire; quest’ultimo, prima di passare all’azione, indossa una maschera (simpatico il design della maschera raffigurante “king skull”) e salva il malcapitato.

Questo suo salvataggio genera una reazione a catena che attiva tutta la milizia presente in zona, droni carrarmato, droni volanti di assalto equipaggiati con lanciamissili e per finire il CTOS (acronimo di City Operating System), il sistema operativo che regola, gestisce e controlla ogni singola infrastruttura cittadina. Il povero agente DedSec tenta, invano, di seminare questo esercito ma incontra sul suo cammino un inesorabile e triste destino. Con la morte di Ian si apprezza un aspetto fondamentale di Watchdogs Legion e del messaggio chiaro che la Ubisoft ha voluto lanciare sin da subito: gioca nei panni di chiunque.

Un breve assaggio del chiunque con la schermata di selezione degli operativi DedSec

Tu puoi essere chiunque

Chi era lui? Era Edmond Dantès. Ed era mio padre. E mia madre, mio fratello, un mio amico, era lei, ero io, era tutti noi.”

Evey, V per Vendetta
Nel primo capitolo della serie di Watchdogs il protagonista era Ayden Pearce, un hacker solitario tormentato dai sensi di colpa. La componente solitaria dell’interprete unico ed indiscusso era chiara sin da subito ed il gameplay ruotava intorno a questa dinamica di base. Nel secondo capitolo si cercò di mitigare questo protagonismo eccessivo, introducendo il concetto di gruppo che supportava l’attore principale, Marcus Holloway. Anche se di fatto era lui il protagonista giocabile, il team lo aiutava attivamente sul campo e sovente compariva in gioco.

Watchdogs Legion cancella questo genere narrativo del passato stravolgendo tutti i dogmi della filosofia del franchise: chiunque può essere il protagonista. I membri del DedSec vengono reclutati in base al loro potenziale ed alle loro abilità utili alla causa ed alla battaglia decisiva; ovviamente le doti ed i tratti caratteristici del singolo si riflettono nel gameplay e sulle scelte e/o approcci del giocatore. Se sono un esperto di droni difficilmente ne uscirò illeso da uno scontro corpo a corpo. Se sono un pugile londinese potrebbe risultare un tantino difficile hackerare il CTOS (insomma ad ognuno il suo). Il profilo dei potenziali agenti verrà analizzato a priori dal reclutatore che, in base ai punti di forza e di debolezza del candidato, deciderà se farlo entrare o meno nel DedSec.

watchdogs legion assassina
Watchdogs Legion e la simpatica nonnina, assassina in pensione

Una maschera, un ideale, una rivoluzione

Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli.

Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti d’America
Sin dal lancio iniziale della campagna mediatica promozionale del nuovo titolo, Ubisoft ha sin da subito evidenziato l’importanza della parola chiunque. Inizialmente, questo concetto mi era sembrato molto vago e non ne capivo l’importanza ed il significato, ma poi, con i fotogrammi di Los Angeles, la nebbia si è diradata e tutto ha assunto una forma ben precisa. Si è superato il concetto del singolo, del protagonismo individuale e dell’eroe che non muore mai (o se muori parti dall’ultimo checkpoint salvato).

Negli istanti prima di morire Ian indossava una maschera. Nella dodicesima notte di William Shakespeare, Viola diceva “nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni”. Una maschera non ti fa diventare un supereroe con dei superpoteri e non serve a nascondere un’identità. Una maschera rappresenta un ideale e come tale è immortale. Una scintilla che accende una miccia, un battito di ali che scatena una tempesta.Chiunque la può indossare, il popolo la può indossare.

Questo aspetto sociopolitico di Watchdogs Legion, a mio avviso, può rappresentare la chiave vincente di questo titolo: seppure possa apparire come un potenziale fattore di disorientamento del giocatore nei primi momenti di gioco, a lungo termine ne ripaga in soddisfazione e coinvolgimento. Involontariamente ed inconsciamente, anche se separati da uno schermo, si viene coinvolti in questo disegno. Si finisce con la consapevolezza di credere fermamente che insieme si può realmente cambiare qualcosa.

Una maschera rappresenta un ideale e come tale è immortale. Una scintilla che accende una miccia, un battito di ali che scatena una tempesta.

Azione, tattica e sano divertimento

Tralasciando per un momento gli aspetti umani e sentimentali, occorre spendere più di una parola sul comparto tecnico mostrato nel gameplay di Los Angeles.

L’aspetto che ha caratterizzato i titoli precedenti, ed enfatizzato ulteriormente in Legion, è sicuramente l’enorme arsenale di “elementi hackerabili”.

Con l’aiuto del nostro fido cellulare possiamo pilotare da remoto droni, far impazzire le infrastrutture cittadine e trasformarle in diversivi. Per ogni situazione ci sono una serie infinita di approcci, dal tattico-logico al fisico-impulsivo, da comprendere con intelligenza in base al tratto caratteristico dell’agente DEDSEC interpretato al momento.

Il sistema delle coperture è molto simile a quello utilizzato nella serie Ubisoft Massive The Division, con “il riparo” che svolge la duplice funzione di protezione e visione periferica della scena. La fase di ingaggio al nemico è ben strutturata e si passa dalle armi al corpo a corpo con una velocità ed una rapidità che rendono gradevolmente fruibile l’esperienza di gioco. Il sistema di interazione ed hacking del CTOS permette, a priori, di stabilire quale approccio scegliere e, se necessario, attivando eventuali diversivi si potranno sia distrarre i nemici, ma anche ucciderli all’istante.

Watchdogs Legion droni
Watchdogs Legion ed i droni volanti

Titoli di coda

Il palazzo è un simbolo, come lo è l’atto di distruggerlo, sono gli uomini che conferiscono potere ai simboli, ma con un bel numero di persone alle spalle far saltare un palazzo può cambiare il mondo

V. William Rookwood, V per Vendetta
Come in ogni pellicola cinematografica, si arriva al momento in cui dopo il “the end” scorrono inesorabili i titoli di coda e si cerca di capire se dentro di noi è rimasto un qualcosa. Io mi sento di dire che Watchdogs Legion mi ha lasciato più di un qualcosa, ma non voglio dare un giudizio e non emettere alcuna sentenza. Al momento non ne sono degno perché ancora non faccio parte del sistema, però, prima di lasciarti, mi rivolgo a te caro giocatore: nel momento in cui deciderai di acquistare il nuovo titolo Ubisoft, se hai voglia, fermati un secondo e prima di mettere la maschera rispondi a questa domanda: vuoi far parte della resistenza?

#LiveTheRebellion