Smetti di cercare le tue cose, Filo lo farà per te!
Prometti ad una persona pigra e disordinata che non dovrà mai più cercare le chiavi di casa e avrai la sua attenzione. O almeno, questo è quello che è successo a me quando mi sono imbattuto in
Filo la prima volta.
Prodotti del genere non sono una novità, il mercato è pieno di
Smart Tag e altre
diavolerie del genere – si parli di hardware o di app. Ormai il nostro smartphone è uno dei
centri di gravità permanente attorno a cui orbitiamo ogni giorno, non solo per tenere i contatti col mondo ma anche per
sopravvivere alla giornata e alle tante (piccole o grandi) attività che dobbiamo affrontare nel corso delle 16 ore passate fuori dal letto.
Ormai col telefono cerchiamo anche il portafogli e le chiavi di casa, o potenzialmente possiamo farlo. Farlo con Filo però è molto meglio
Cos’è Filo Tag?
Ma andiamo con ordine, e prima di tutto vediamo
cos’è Filo. Fondamentalmente si tratta di una sorta di
etichetta smart che monta un cicalino, in modo da poterla far suonare per localizzare l’oggetto che abbiamo etichettato con
Filo. Avete presente quando non trovate il telefono e chiedete ad un amico di chiamarvi per capire dov’è (sperando che non sia in silenzioso)? Il concetto è esattamente quello, solo reso
più furbo e semplice: si apre l’app e si fa suonare la targhetta, senza dover cercare i propri
effetti personali. Ora, per riuscire a far bene questo compito un prodotto deve avere essenzialmente una caratteristica:
essere attaccabile in giro. Non solo fisicamente, ma da un punto di vista molto pratico: nessuno utilizzerebbe un portachiavi ridicolo o ingombrante, nessuno infilerebbe una mattonella nel proprio portafogli.
Filo è un
cosino di
25 x 41 x 5 mm disponibile in quattro diversi colori. Ed in tutte le tinte si conferma un prodotto
ben congegnato da questo punto di vista, facilmente utilizzabile come portachiavi, abbastanza di design da poter essere sfoggiato a vista e molto pratico. L’unico tasto presente su
Filo serve a fare il “percorso inverso”, cioè a far suonare il telefono invece della smart tag: si
tagliano fuori
inutili complessità per quanto riguarda la fase di
pairing con il telefono e ci si concentra sull’essenza del prodotto, che è
trovare le cose. Alla grandissima, tra l’altro: perché nonostante le dimensioni ridotte Filo è dotato di una batteria (sostituibile) che garantisce un anno di funzionamento ininterrotto e di un altro vero e proprio
gamechanger, che lo eleva sopra le altre smart tag ed è il primo dei due motivi per cui
Filo è meglio: può utilizzare il GPS del telefono.
È possibile tracciare la posizione di ciascuno dei propri Filo. E la cosa è meravigliosa.
Il gamechanger
Sfruttando il bluetooth per il collegamento,
Filo (come tantissime altre smart tag) è limitato ad un raggio di
una decina di metri. Fuori da questo spazio telefono e tag non sono collegati e quindi bisogna tornare alla ricerca 1.0… Ed è un bel problema se le chiavi o il portafogli sono rimasti chissà dove nel mondo. Grazie al GPS però
Filo è capace di registrare l’ultima posizione conosciuta dell’aggeggio a cui è agganciato – l’
app Filo memorizza la posizione al momento della disconnessione, rendendo il tutto
il più accurato possibile. L’app poi presenta subito a schermo una mappa e scrive a chiare lettere l’ultimo indirizzo noto del tag, rendendo virtualmente impossibile perdere qualcosa e non ritrovarlo mai più.
Ecco, il
grosso vantaggio di
Filo sulla concorrenza è proprio la sua app dedicata.
La companion app? Splendida
Al di là dell’utilizzo della posizione, l’app è
proprio ben fatta sia dal punto di vista visivo (non ha niente da invidiare ad un prodotto made in Google o Apple) e sopratutto da quello dell’
Esperienza Utente. Aggiungere un Filo all’app è
immediato ed automatico, e a
pair fatto è possibile dare un nome al proprio tag e sceglierne la tipologia (chiavi, portafogli, borsa e via dicendo) in modo da avere subito a colpo d’occhio tutte le informazioni necessarie. Ogni volta che uno dei propri Filo si disconnette, arriva prontamente una
notifica che ci avvisa di assicurarci di avere con noi il prodotto che si è disconnesso, in modo da minimizzare davvero i rischi di smarrimento e andare
fino in fondo con la
missione dello
smettere di cercare le cose, laddove altre smart tag si accontentano di suonare e basta.
La cosa più figa dal punto di vista dell’Esperienza Utente? La modalità Comfort Zone
Le notifiche per loro stessa natura possono essere
fastidiose.
Ricevere una notifica ogni volta che Filo esce dal suo range d’azione, quando si è in casa e si gira di stanza in stanza o in altre situazioni “controllate”,
potrebbe essere quindi irritante. Potrebbe, perché appunto la modalità
Comfort Zone risolve il problema:si possono
disattivare le notifiche di questo tipo per una, quattro, otto ore o per sempre. Ogni Filo può avere una
Comfort Zone diversa e, per di più, la stessa notifica di disconnessione ricorda della possibilità e permette di attivare “la zona” in modo veloce e pratico con un tap.
Che altro dire? Beh, che la startup dietro
Filo è italiana.
Siamo famosi nel mondo per le arti, si tratti di quelle propriamente dette o della famosa “
arte di arrangiarsi”. Filo è la riprova che possiamo ancora dire la nostra da questo punto di vista, non solo perché il design del tag è sobrio e funzionale o perché l’app è graficamente ben fatta, ma proprio perché dal punto di vista dell’Esperienza Utente
Filo ha preso un problema, lo ha affrontato e lo ha risolto in modo
elegante ed efficace. È davvero difficile non consigliare un prodotto del genere, capace in così poco spazio di rendervi
più facile la vita. Sembrano piccole cose e senza dubbio lo sono, ma a ben pensarci la nostra giornata è fatta in gran parte da
piccole cose… Semplificare queste vuol dire di conseguenza semplificare la nostra esistenza.
10/10, must buy, cacciate i soldi!
Sto utilizzando filo da una settimana e negli ultimi 7 giorni non ho mai impiegato più di un paio di minuti a trovare il mio portafogli. L’app peraltro offre anche una versione per Apple Watch (per quanto riguarda iOS), che anche in questa versione si limita all’
essenziale: far suonare
Filo e vedere un’anteprima dell’ultima posizione. Se in fondo a questo articolo ci dovesse essere un voto, sarebbe un
10 pieno: l’unico mezzo neo è che il pairing bluetooth quando ci si allontana dal tag impiega qualche attimo a ristabilirsi, ma probabilmente non è fisicamente possibile fare di meglio. In ogni caso si aspetta qualche secondo e poi il collegamento riparte e si ritorna a smettere di cercare le proprie cose, perché
tanto ci pensa Filo…
#LiveTheRebellion