In questa puntata di Gameromancer:


Quando la calda estate bussa alle porte e le nostre mani iniziano a sudare sul controller, non c’è tanto spazio nella nostra mente per belle idee – che è un modo elegante per dire che ad agosto son tutti in ferie e non ci ca*a nessuno. Con un episodio più filler del personaggio di Kara in Detroitil podcast videoludicamente scorretto torna anche questo mese, stavolta lasciandosi andare a una puntata interna e molto più rilassata. E tutti sappiamo cosa succede, quando le redini di un intero programma vengono lasciate a quattro stron*i senza un minimo di senso civico, giusto?

Tra una censura e l’altra e svariati insulti alle minoranze (ma solo quelle che contano), siamo riusciti anche questa volta ad arrivare intorno all’ora di puntata, schivando blasfemie e prendendo flame in piena faccia. Con il solito Pietro “Sigla-Di-Chiusura” Iacullo a condurre il team, Guido AvitabileFilippo “Veschipedia” VeschiGaetano Lombardo si sono scambiati opinioni senza esclusioni di insulti, incluso qualche tentativo (fallito) di triggerare il compostissimo Filippo.

Una puntata all’insegna dell’ignoranza e di quella poca serietà che ci contraddistingue, in cui svisceriamo migliori, peggiori e più attesi dell’anno finora. E discutiamo della rilevanza storica di Shadow of the Colossus di tanto in tanto, perché tirare in ballo Ueda fa sempre bene.

Quando il nostro carissimo Pietro fa l’errore di cantare la sua sigla di chiusura personale, tuttavia, l’incorporeo regista Antonino Lupo risponderà come solo lui sa fare: a colpi di editing nei bloopers. Ascoltate fino alla fine anche questa volta, dunque: c’è veramente di che sorridere, ridere e insultare, come in ogni puntata del nostro Gameromancer.

Per navigare nella struttura di questo episodio, date un’occhiata alla scaletta in cima.

#LiveTheRebellion