Star Fox 2, il precedentemente inedito sequel Super Nintendo del primo seminale Star Fox, ha finalmente ottenuto una sua prima release ufficiale lo scorso 29 Settembre come gioco bonus all’interno dei titoli presenti tra quelli preinstallati sul
Nintendo Classic Mini: Super Nintendo Entertainment System. Per la prima volta in 22 anni possiamo quindi dare uno sguardo ufficiale al titolo che sarebbe dovuto essere il canto del cigno del sistema 16 bit Nintendo e che fu invece cancellato senza tante cerimonie alla luce dell’allora prossima release del Nintendo 64. Ma sarà valso la pena aspettare tutto questo tempo o saranno invece evidenti le ragioni che portarono Nintendo a decretarne la cancellazione?
Star Fox 2: rivoluzionare una rivoluzione
Nel 1993 il primo Star Fox sconvolse il mondo dei videogiochi. Grazie alle meraviglie del
chip Super FX, inserito all’interno della cartuccia di gioco, Super Nintendo poteva contare su della potenza di calcolo aggiuntiva per poter realizzare l’impensabile: una
grafica poligonale su di un sistema 16 bit. Non era solo l’inizio del franchise Star Fox, ma anche un eccellente, seppur primitivo, sparatutto dalla spiccata componente arcade: livelli lineari, con scorrimento su binari prefissati, ed immancabili boss giganti di fine livello; la perfetta trasposizione nelle tre dimensioni di quelli che da 10 anni e più erano gli shoot ‘em up da sala giochi. Il sequel, Star Fox 2, rivoluzionava questa impostazione ponendosi
obbiettivi molto più ambiziosi. Se da un lato veniva mantenuta la grande immediatezza dei controlli, il design lineare delle missioni veniva del tutto abbandonato in favore di livelli completamente esplorabili nelle tre dimensioni, e la struttura con campagna arcade veniva sostituita da una mappa del sistema solare di Lylat in continuo aggiornamento in tempo reale. Inutile dire che si trattava di elementi di
grande modernità per l’epoca, assolutamente impensabili per un hardware limitato come quello del Super NES, seppur con l’ausilio dell’ormai celebre chip Super FX.
A metà tra sparatutto ed RTS
La mappa è forse l’idea più pazzesca di Star Fox 2. Molto più di un momento di selezione della missione, una volta che avremo il controllo delle nostre navicelle sullo schermo della mappa, anche le forze nemiche del malefico Andross inizieranno a muoversi in
tempo reale. Il compito del giocatore sarà quindi non solo quello di liberare i vari pianeti del sistema solare di Lylat, ma anche quello di contrastare le minacce in costante mutamento verso la base di Corneria: squadriglie di navicelle nemiche, missili balistici interplanetari, giganteschi incrociatori forniti di cannoni planetari, tutto questo si muoverà sulla mappa ed il giocatore dovrà spostarsi su di essa come si trovasse su di uno
strategico in tempo reale. Intercettando gli avversari così come visitando i pianeti occupati dal nemico avranno luogo le sequenze d’azione vere e proprie, in cui piloteremo le navicelle Arwing. Se i controlli sono rimasti pressoché invariati dal predecessore, la struttura di gioco è completamente rivoluzionata: non più una serie di nemici posti lungo un percorso obbligato da inizio a fine livello, ma aree più o meno ampie, esplorabili nelle tre dimensioni. Anche gli obbiettivi divengono i più disparati: infiltrarsi all’interno di un incrociatore stellare per farne esplodere il reattore,
in pieno stile Star Wars, attivare più interruttori per accedere alla base su di un pianeta, eliminare tutti i missili o i nemici a schermo. Quello che è particolare è che anche
mentre saremo in missione il tempo continuerà a scorrere sulla mappa, lasciando la nostra base su Corneria vulnerabile agli attacchi avversari. Da un lato questo spronerà il giocatore a completare ogni missione nel minor tempo possibile, dall’altro a pianificare con cura ed in anticipo le proprie mosse. Dovesse la base raggiungere il 100% di danno sarebbe infatti game over istantaneo.
Tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare
Fino a questo punto Star Fox 2 è una collezione di idee eccellenti, ma come spesso succede
tra la teoria e la realizzazione pratica c’è un abisso, che in questo caso non è soltanto metaforico ma anche tecnico. L’estrema rapidità delle missioni, da pochi minuti per quelle di infiltrazione a letteralmente
una manciata di secondi per intercettare dei missili, se da un lato funziona bene nel contesto di urgenza instillato nel giocatore, dall’altro rende l’esperienza di gioco estremamente
frammentaria, inconsistente e discontinua. A tratti si ha l’impressione di non star facendo alcun progresso rilevante ma solo di correre da un lato all’altro della mappa senza alcun senso, solo per abbattere un pugno di caccia od un paio di missili. Solo verso la fine di ogni partita, quando la mappa è più libera, c’è finalmente tempo di affrontare qualche livello dal più ampio respiro, in cui sorgono però problemi di tutt’altro ordine. L’idea di inserire livelli interamente esplorabili in 3D in volo ed anche a terra, grazie alla possibilità di trasformare l’Arwing in un camminatore con giocabilità assai simile a quella di un moderno TPS, per quanto ambiziosa, si rivela infatti forse eccessiva per l’hardware in dotazione. Il gioco
gira ad un numero di FPS imbarazzante. Se è vero che l’industria videoludica moderna ha un’ossessione per gli FPS stabili, siano essi 60 o 30,
in passato si faceva molta meno attenzione a questa metrica di qualità video (e di gioco). I nostalgici ricorderanno come in epoca
Nintendo 64 i giochi che andavano sotto i 20 FPS fossero la norma: si trattava di una situazione sub-ottimale, ma comunque giocabile. Perfino un irriducibile del Nintendo 64 avrebbe però avuto problemi con Star Fox 2, che non si fa problemi a sprofondare spesso e volentieri sotto la decina di FPS. Nelle situazioni più concitate o negli ambienti più complessi la frequenza di aggiornamento video diviene
paragonabile ad una slideshow ed anche la giocabilità diviene altamente aleatoria, con l’impossibilità di mirare in maniera rapida e puntuale solo in parte compensata da un sistema di puntamento fortemente assistito.
L’eredità di Star Fox 2
Star Fox 2 quindi è ingiocabile? No, non lo è. Però l’
esperienza di gioco è spesso sotto ogni standard qualitativo a cui siamo abituati e lo sarebbe stata anche all’epoca della prevista uscita originaria. È in ogni caso un titolo dal design di grande modernità ed altamente sperimentale. Nintendo ha probabilmente fatto la scelta giusta a cancellarlo all’epoca, visto come il titolo sarebbe stato letteralmente messo in imbarazzo da piattaforme più potenti ormai giunte sul mercato, come
Sega Saturn e
Sony PlayStation, per non parlare dello stesso Nintendo 64. Eppure il gioco non è semplicemente stato rimaneggiato per essere lanciato sulla nuova console;
Star Fox 64 fu un titolo dalla genesi completamente autonoma rispetto a Star Fox 2. Allo stesso modo Nintendo non ha però nemmeno dimenticato il lavoro svolto e chiuso il titolo nel freezer fino ad oggi. Al contrario, l’enorme bagaglio di idee e sperimentazioni di Star Fox 2 è stato usato come
ispirazione per molti dei titoli del franchise. Basti pensare al già citato
Star Fox 64, che pur riprendendo la struttura lineare ed arcade del primo gioco della serie presentava alcuni in alcuni momenti una “
modalità a tutto campo“, ereditata dai livelli 3D di Star Fox 2. Ma anche elementi come l’introduzione di un colpo caricato e la presenza del team di piloti rivale Star Wolf provengono direttamente dall’episodio cancellato. Allo stesso modo altri elementi come l’idea della mappa in tempo reale e dei livelli d’intercettazione si sono fatti strada in
Star Fox Command per
Nintendo DS, ed altri come gli Arwing trasformabili in camminatori ed il design di alcuni nemici nel recente
Star Fox Zero per
Wii U.
Come il maiale per il contadino, di Star Fox 2 non si butta via niente
Star Fox 2
non è in se un titolo particolarmente riuscito e spesso non è divertente da giocare. È però una raccolta di idee troppo moderne per l’epoca in cui fu concepito, idee che in quel contesto non potevano funzionare, sia per le limitazioni della piattaforma hardware sia perché ancora non coerentemente elaborate. Quelle stesse idee, però, estrapolate e perfezionate, hanno dimostrato nel corso dei 20 anni successivi tutta la loro bontà. Ecco quindi che questo titolo apparentemente mediocre è di
importanza ed interesse incredibili per gli appassionati non solo della serie, ma del videogioco in generale. È inoltre un testamento alla filosofia Nintendo per cui di ogni lavoro, anche il meno riuscito, non si butta via niente.
Tutto ritorna, nei tempi e nei modi giusti. Tanto è stata corretta la decisione di cancellare Star Fox 2 nel 1996 quanto è stata corretta quella di rilasciarlo al giorno d’oggi, decisione che ci permette infine di apprezzare anche in un ottica storica e di conservazione del medium un gioco che è riuscito ad essere incredibilmente influente pur senza avere alcuna uscita ufficiale. Forse Star Fox 2 non sarà la ragione per comprare uno SNES Mini, il cui parco titoli è costellato di ben altri capolavori, ma come extra ha senza dubbio un valore eccezionale.
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