Se il titolo fosse un’equazione, il risultato sarebbe: chi guarda, il film, la carriera del regista.
Il mondo del cinema è pieno di trash, kitsch e cattivo gusto. A volte però l’esagerazione porta al cult, Tarantino ad esempio ci ha sguazzato più volte in questo limbo, dove l’alta classe registica incontra certe fantasie deviate che danno quel sapore unico alla pellicola, riscuotendo successi meritati ed eclatanti tanto al botteghino quanto per la critica. Una citazione della stampa campeggia sulla copertina del Blu-ray de “Il Buono, il Brutto e il Morto”: “
Un mix tra lo spaghetti western e un film di Tarantino“. Adesso, lungi da me dubitare dell’attendibilità dei colleghi, ma o gli spaghetti sono abituati a mangiarli in Francia, largamente passati di cottura, oppure Tarantino non è il Dio del cinema che idolatro da anni, e non credo.
Timothy Woodward Jr. firma una pellicola che non si capisce quanto sia volutamente demenziale nel suo incedere, con personaggi serissimi e incazzosi che si ritrovano loro malgrado invischiati in una sceneggiatura che li porterà a compiere azioni grottesche una via l’altra. Ma bando alle ciance, non possiamo sprecare tutte le nostre cartucce nell’intro. Godetevi il trailer al profumo di polvere da sparo.
Dolph Lundgren, vorrei “spiezzarti” io in due, va la
Il protagonista vittima di amnesia è certamente una trovata fuori dal comune, bisogna ammetterlo. Brian Barnes (
Johnny Messner) ha rischiato di rimanerci secco per un pelo, durante quello che sembra un regolamento di conti tra cartelli della droga, rimettendoci solo la memoria. Ordinaria amministrazione in Texas, così come gli sceriffi, caratteristici del luogo come i broker a Milano. Olson (
Michael Parè) è il nome del nostro “eroe”, la cui stella verrà macchiata di sangue nel giro di 5 minuti, facendolo passare da buono a cattivo (
anche se figlio di p*****a sarebbe più appropriato) per la modesta somma di 4 milioni di dollari, riposta in comodi borsoni di cui tutti chiedono e che tutti vogliono, come Figaro. Abbiamo quindi un superstite completamente smemorato ma comunque convinto di essere un fuorilegge, uno sceriffo dalla dubbia morale, il “barone della droga” Mateo Perez (
Danny Trejo, chi meglio di lui?) e il grande, grosso e algido agente della DEA, Rooker (
Dolph “Ivan Drago” Lundgren), tutti impegnati in un giro tondo di pallottole e indagini approssimative che porteranno solo alla gioia della lobby delle armi.
La vicenda è tanto stereotipata sulla carta quanto assurda nello svolgimento, tra grottesco e scarso, facendosi apprezzare per l’involontario divertimento procurato.
Se ve la sentite di pagare l’obolo di 12,99
€ (tramite il nostro link se ci volete bene) e siete amanti del buon cinema, vi ritroverete a ridere a crepapelle come neanche Austin Powers ha saputo fare. Perché l’assurdità e la pochezza di certe scene riescono a fare il giro e intrattenere per tutti gli 84′, tra strafalcioni e personaggi a cui non ci si può non affezionare, soprattutto pensando che hanno dovuto seguire quel copione. Degli spaghetti western ha solo le musiche e l’arida ambientazione, melodie anche belle usate totalmente a sproposito, sprezzanti verso Ennio Morricone, il quale con quello stile ha accompagnato il capolavoro senza tempo, quasi omonimo, di Sergio Leone. Più che altro è il cugino di terzo grado di “Non è un paese per vecchi”, e mi perdonino i fratelli Cohen per l’azzardato paragone. Probabilmente noleggiare una Porsche Cayenne come auto della DEA è costato troppo alla produzione, la quale ha dovuto ripiegare su alcuni bimbi come designer delle bacheche (quelle su cui si riordinano le idee sul caso in questione) negli uffici della stessa Drug Enforcement Administration.
Bella è bella, l’unico tocco di classe nel film.
Plata o plomo?
Mentre di
plata abbiamo appurato che non ne girava molta sul set, a parte quella che cercano forsennatamente i protagonisti, di
plomo ne scorre a fiumi. Azzardi registici da western “vorrei ma non posso” (
la classica mano tremolante che si avvicina alla fondina, alta citazione), sicari-comparsa che muoiono nei modi peggiori, recitativamente parlando, fino a bullet time degni di Max Payne e pistole estratte dal nulla; la macchina da presa vortica tra pallottole e facili ironie, toccando l’apice del kitsch durante il confronto finale tra Mateo e Olson, in cui i due continueranno a spararsi da seduti fino a perire, facendo sorgere un dubbio parodistico. Il tutto si risolverà in un plot twist anche gradevole, sbrigativo e preda di sarcasmo per quello che si era visto fino a quel momento. Ottimo il personaggio di Christine (
Natassia Malthe,
nome facilmente pronunciabile in dialetto emiliano), protagonista insieme a Brian di una scena di sesso tanto terra-terra quanto sofisticata nelle intenzioni (
con classici ma evocativi flashback a base di tatuaggi), culmine di quella che è forse la miglior scena a livello stilistico-narrativo. Messner fa una discreta figura in questa Babele, mentre la stazza di Lundgren ofusca la sua stessa prestazione, tutta dialoghi scialbi e un senso nella vicenda che tarderà ad arrivare. Un detective che indaga senza risolvere nulla, nonostante il suo
phisique du role avrebbe meritato maggior spessore. Trejo è esattamente quello di sempre, truce, spietato, caricaturale, un volto familiare che è sempre piacevole vedere in film del genere, perfetto narcotrafficante che non avrebbe sfigurato in Narcos.
Un B movie ben lontano dal cult, assurdo, insensato, fallato eppur divertente nei suoi errori, ispirato nel peggior modo dalle sue illustri muse cinematografiche. Perfetto per una serata tra amici cinefili, dove togliere lo smoking da espertone e tuffarsi in questa messinscena
no sense, perché tutto sommato, il cinema ha anche bisogno di non prendersi sul serio.
Evviva l’ignoranza.
Dettagli prodotto
- Attori: Dolph Lundgren, Danny Trejo
- Formato: Blu-ray, PAL, Schermo panoramico
- Audio: Italiano, Inglese
- Lingua: Italiano, Inglese
- Sottotitoli: Italiano
- Regione: Regione B (Maggiori informazioni su Formati Blu-ray.)
- Numero di dischi: 1
- Studio: Koch Media
- Data versione DVD: 30 ago. 2017
#LiveTheRebellion