Mettete un arciere dalle grandi capacità, un ottimo spadaccino e un esercito… No, non é il preludio di un film di Tolkieniana memoria, ma la base di partenza di The Great Wall. L’ultima fatica di Zhang Yimou (La Foresta dei Pugnali Volanti) attinge a piene mani ad una delle leggende che avvolgono la Grande Muraglia Cinese (da qui il titolo, per una volta non tradotto in italiano), una delle sette meraviglie, forse la più iconica, con una lunghezza di 6.350 chilometri, visibile dallo Spazio, con oltre 1500 anni di lavoro alle spalle e che ancora oggi è una fonte di ispirazione per molti.
Ma andiamo con ordine, martedì 21 febbraio, ospiti di Universal Studios e Legendary Pictures abbiamo partecipato all’anteprima di The Great Wall, film in uscita in data odierna – 23 febbraio 2017 -, presso il cinema Odeon di Milano. Qui di seguito vi daró le mie impressione senza alcuno spoiler come da tradizione nella nostra rubrica “Il Videogiocatore al Cinema“.

Collaborare fa bene
The Great Wall, con un budget di 150 milioni di dollari, è senza ombra di dubbio una delle più grandi collaborazioni cinematografiche tra Stati Uniti e Cina. Alla regia troviamo uno dei più grandi esponenti del cinema cinese Zhang Yimou, mentre il cast può annoverare due stelle hollywoodiane del calibro di Matt Damon e Willem Dafoe, affiancati da Pedro Pascal (l’Oberyn Martell de Il Trono di Spade) e un nutrito numero di star cinesi, la bella Jing Tian su tutti; inoltre può essere considerato il più grande Blockbuster girato completamente sul suolo cinese. Piccolo excursus, la pellicola nei mesi scorsi ha fatto discutere per un presunto caso di whitewashing (l’utilizzo di un attore bianco nel ruolo di un personaggio che storicamente faceva parte di un’altra etnia per rendere il tutto più appetibile al pubblico mondiale), ma che non ha mai trovato risposte da parte della produzione.

The Great Wall racconta la storia di William (Matt Damon) e Tovar (Pedro Pascal) due mercenari europei spintisi fino ai territori cinesi col solo scopo di mettere le mani sulla “polvere nera” – la polvere pirica ancora sconosciuta in occidente, l’intero film è ambientato nella Cina feudale -. Il loro viaggio risulterà rocambolesco sin dalla prima scena rendendo il loro ingresso in terra asiatica al limite del traumatico; Una volta raggiunti la Grande Muraglia ne restano stupiti e vengono “accolti” dall’esercito di guardia al grande impero cinese, un’armata smisurata per un compito tanto ordinario, ma ben presto si scoprirà il motivo di cotanta grandezza. La leggenda narra che, a causa dell’animo corruttibile e avido della razza umana, gli Dei abbiano mandato sulla terra (con un meteorite contro uno dei monti più importanti della Cina) i Tao Tie, creature mitiche simili ai Gargoyle che si dice siano il “quinto figlio” del dragone e che abbia un tale appetito da mangiarsi persino la sua testa. Queste creature, risvegliate ogni 60 anni dalle divinità, avevano come unico scopo quello di attaccare la popolazione cinese al fine di ricordar loro di mantenere un cuore puro e non avido, pena l’annientamento della razza umana. Ed è contro la leggenda che combatteranno i nostri protagonisti al fianco del comandante Lin Mae (Tian Jing) a capo dell’esercito Cinese. Ma l’animo dei due mercenari sarà messo a dura prova e dovranno scegliere se votarsi alla causa o scappare, con la complicità di Ballard (Willem Dafoe) – un occidentale bloccato sulla grande muraglia dal più di 25 anni – da quel destino che forse aspettava solo loro.

Rosso, Nero e Blu
The Great Wall risulta un degno esponente della corrente Wuxia, genere letterario prima e cinematografico poi, che racconta le gesta degli eroi marziali della tradizione cinese e che può essere paragonato allo stile occidentale “cappa e spada”, dalle scene di combattimento altamente spettacolari e acrobatiche (esempio lampante sono gli attacchi da parte delle lancieri dell’esercito cinese) che vengono incastonate in una fotografia dalle forti contrapposizioni cromatiche. L’esercito, infatti, ha diversi colori in base alla funzione: Rosso arcieri, Nero fanteria, Blu lancieri, Giallo uomini di fatica.

Le ambientazioni sulla Grande Muraglia risultano dai colori cupi adatti a creare tensione durante i combattimenti che risultano ben costruiti, ma che hanno una grave pecca nell’utilizzo del 3D, che, a causa della concitazione, possono portare ad alcuni disagi per lo spettatore (un po’ come era accaduto con Avatar qualche anno fa). Un gioco di colori che culmina con un finale travolgente grazie al sapiente uso della CGI perfettamente integrata con la recitazione degli attori.

Al netto del 3D il film porta a quell’effetto WOW atto a colpire lo spettatore per non farlo mai annoiare nonostante la trama debole (nel corso di The Great Wall vengono toccate comunque due tematiche dal forte valore: la Fiducia e l’avidità), a tratti al limite dell’imbarazzo che culmina col combattimento tra William, Tovar e un Tao Tie a mo’ di Corrida, ma per il genere  di cui fa parte, la trama passa in secondo piano favorendo tutti gli altri aspetti.

Fiducia Ripagata?
 In The Great Wall si parla di fiducia, e noi come spettatori possiamo dire di essere stati ripagati per aver dato fiducia al film. Quando sono andato in sala, dopo aver visto in maniera incessante trailer sulle più disparate piattaforme social, ero ben consapevole di quello che avrei voluto vedere e delle sensazioni che avrei voluto che il film mi trasmettesse. Volevo un film “Tamarro“, leggero e che mi facesse esaltare nelle scene di combattimento, e così è stato, sono uscito dalla sala appagato grazie alle coreografie sensazionali, alle sequenze di combattimento a terra ed aereo a bordo di mongolfiere colorate, alle lanterne cinesi nel cielo.
Però non si può far finta di niente pensando che il cardine del film, la fiducia, risulta sconosciuta a causa di alcune scelte, forse dovute anche a necessità cinematografiche, che porta all’integrazione tra i personaggi di diverse etnie in maniera troppo frettolosa, facendo perdere il senso delle parole dette dal comandante cinese.
Ma, al netto di questa questione “morale” il film è assolutamente consigliato sia agli amanti del genere, sia a tutti coloro che vogliono essere partecipi di combattimenti mozzafiato e cercano un film con quell’effetto WOW che molte volte si perde nella storia d’amore, che fortunatamente in questa pellicola rimane solo abbozzata e mai sviluppata.

 

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