Oh, povero Wario! Quel Mario là, idolo dei Toad e amato addirittura dalla principessa Peach, vuole tutta la gloria per se. D’altronde il confronto è impietoso anche esteticamente; lui, salopette di jeans e maglia rossa ben stirata e pulita, snello e agile, con un paio di baffi che farebbero invidia a Tom Selleck e una coppia di affascinanti occhi azzurro cielo che sembrano dire “it’s a-me, Mario!“. Tu, invece, vediamo… Puzzi d’aglio, sei un energumeno assolutamente sgraziato e privo di classe, con un naso rosso a patata e un paio di baffi che è meglio se te li tagli. Entrambi però avete una cosa in comune: vi piacciono le monete.
Ma se il tuo rivale le raccoglie strada facendo senza curarsene particolarmente, tu ne hai fatto una ragione di vita, arrivando addirittura ad usurpare l’isola di Mario Land dove quello là di rosso vestito era il legittimo Re. Non si fa così, e infatti hai preso bastonate come un Bowser qualunque. Ma tu non sei certo tipo da capire le lezioni, e allora, per riconquistare agio e denari, eccoti infastidire l’affascinante Capitan Melassa e la sua ciurma di pirati, in quella che è una vera e propria guerra tra mascalzoni, mettendo da parte l’acerrima rivalità con Mario e andando finalmente per la tua strada, lastricata di nefandezze. La tranquillità però non ti si addice e la tua avidità ti porta a bramare sempre più ricchezze; ti sei comprato (o “preso in prestito”?) pure un aeroplano monomotore rosso fiammante, sicuramente non assicurato, per scorrazzare alla ricerca di nuovi tesori.
Guardati, sembri quasi una versione fuori luogo del Barone Rosso; ma che succede? Il motore borbotta, sbuffa, sfiata, scoppia! Mayday, mayday! L’altimetro inizia il suo inesorabile conto alla rovescia verso la lussureggiante foresta sottostante. Oh povero Wario, questa avventura mi sa che non è iniziata col piede giusto…
Womo di panza, Womo di sostanza!
wario land 3 è una grottesca e demenziale opera teatrale…
Dopo questo atterraggio d’emergenza da novello capitano “Sully”, Wario trova una caverna con un carillon posto in cima a un piedistallo (una situazione normalissima ai suoi occhi, probabilmente!), ma una volta preso in mano si ritrova improvvisamente risucchiato al suo interno. A questo punto una figura misteriosa lo convince a trovare cinque carillon per liberare entrambi da questo mondo in miniatura, con la promessa di poter tenere ogni tesoro che troverà durante il suo barbarico cammino, lasciandoci molte domande e un senso di divertente inquietudine che non ci abbandonerà fino ai titoli di coda.
Questo Wario Land 3 è un vero e proprio frullatore di trovate geniali, condensate in una cartuccia per Game Boy Color che è la summa di quanto si era visto nelle due precedenti scorribande a base di avidità e molto di più, impreziosite da un pizzico di metroidvaniache proprio non guasta mai, rendendo il titolo un platform esplorativo granitico come la stazza del suo protagonista. La qualità del prodotto era già lampante all’epoca, davanti agli occhi sognanti di un bimbo che nel 2000 aveva 9 anni, Game Boy Color verde acqua alla mano, senza aver letto recensioni e senza chissà quale background. La vera prova del nove è però rigiocarlo a 25 anni, con una viscerale passione per il level-design Nintendo maturata in anni di gioco e il susseguirsi di console sempre più prestanti, con dei gusti ormai così difficili da rasentare lo snob. Se a questo punto il main theme, deliziosamente chiptune, ci riporta direttamente a certi pomeriggi post-scolastici (si, giocavamo anche a calcio all’aria aperta, tranquilli!) e il gameplay profuma ancora di unicità, vuol dire che quel prodotto non solo è invecchiato bene come un buon rosso, ma rappresenta una vera e propria pietra miliare da tramandare alle nuove generazioni. Nel codice di Wario Land 3 vibra il DNA del perfetto giocattolo videoludico; si può tenere in mano questo magico carillon e guardarlo da ogni angolo, rigirarlo, carpirne i segreti e realizzare come ogni pixel sia follemente al posto giusto.
Wario userebbe epiteti poco signorili per descrivere quanto sia eccezionale questa sua avventura, magari mentre si infila un dito nel naso, per accompagnare il tutto con un certo savoir-faire! Ed è con questa sua genuinità che la rockstar Nintendo ci porterà al suo livello, accompagnandoci una nefandezza dopo l’altra in uno scoppiettante teatrino dell’assurdo.
Open Day al manicomio Nintendo!
Game Boy Color o 3DS alla mano, ci troveremo a vagare per una world map divisa in quattro settori, uno per ogni punto cardinale, dove troveremo un numero variabile di livelli da affrontare in sequenza più o meno lineare. Perché più o meno? Qui viene il bello. Inizieremo il primo livello senza sapere molto del gameplay, se non che con il d-pad ci si muove, con A si salta e con B si tira una poderosa spallata che può frantumare blocchi lilla già crepati oltre alla ossa dei malcapitati nemici. Un’altra cosa che salta all’occhio è l’immortalità del nostro Wario, che potrà essere solo infastidito da alcuni nemici, mentre altri gli causeranno le più disparate alterazioni di stato, che saranno il più delle volte fondamentali per avanzare all’interno di un livello (altre volte ci faranno imprecare, ovviamente, perché ok che non si muore, ma capiterà di dover rifare la stessa sezione “n” volte per i nostri errori di calcolo!). Il comun denominatore di queste trasformazioni è la loro incredibile idiozia, alimentata da uno sprite più vivo e fumettoso che mai.
Ecco a voi le caricature di una caricatura!
…interpretata da un protagonista masochista e comico dalla dubbia morale!
Il loro utilizzo è geniale, e come detto può rappresentare sia un bonus che un malus. Per esempio potremo far pungere Wario da alcuni nemici, in modo da provocargli uno shock allergico così potente da farlo gonfiare come un palloncino, per librarsi dolcemente in aria alla volta di altissime piattaforme. Oppure potremo incendiarlo, per poi accendere con le sue chiappe fiammeggianti alcune torce e risolvere così un particolare enigma. Non dimentichiamo inoltre Wario-Dracula, capace di trasformarsi in pipistrello e volare dove ci porta il cuore.
Torturare il nostro nuovo idolo in questi modi ci servirà per raggiungere una delle quattro chiavi che aprirà uno dei quattro forzieri sparsi per i livelli. Questa soluzione di design ci porta ad affrontare sfide che fanno parte di un genere tutto loro, senza precedenti o emuli, vere e proprie matrioske bidimensionali raffinatissime. Il bottino che ricaveremo da queste sfide è il vero fulcro dell’esperienza; ad oggetti totalmente inutili – che fanno solo collezione – si accompagnano una pletora di power up e reliquie in grado di modificare sia la mappa del mondo sia i livelli stessi. I potenziamenti doneranno nuove abilità al nostro Wario, che potrà ora tirare una “culata” (termine tecnico) per terra per rompere alcuni blocchi o parti di scenario prima indistruttibili. Poi imparerà a nuotare, a tirare spallate ancora più potenti in stile Martín Castrogiovanni e anche a sollevare di peso alcuni nemici per poi scaraventarli in giro per gli stage. Il senso di progressione è strabiliante, e il backtracking è uno dei migliori mai giocati, senza se e senza ma. Il risultato di queste meccaniche, fuse insieme, è quello di una sorpresa costante, una scatola di cioccolatini di gameplay da scartare uno dietro l’altro senza mai arrivare alla nausea. I più gustosi però saranno quelli farciti con inaspettati boss, da affrontare praticamente nel bel mezzo dei livelli, tutti accomunati da una genialità e da un carisma muto fuori scala, tra cui spicca l’epica partita di calcio con un coniglio e una tartaruga. Che dire, l’assurdità di quest’ultima frase può trovare un senso solo guardando questo video.
Il nostro burattinaio, la figura misteriosa di cui sopra, ci dirà sempre dove andare per progredire nella storia, se consultato; il vero gusto però si prova andando a ri-esplorare i vecchi livelli dopo le varie evoluzioni del mondo di gioco, per trovare tutti i mille segreti del titolo, in quello che è un vero inno all’esplorazione. Depredare tutti gli scrigni è solo l’inizio, e soltanto i veri hardcore gamer riusciranno a portare a casa tutte le otto monete musicali di ogni livello, rigorosamente in un solo tentativo. Non può poi mancare un mini-gioco per staccare un po’ dalle fatiche della caccia al tesoro; non un mini-gioco qualunque però, bensì uno dei migliori di sempre:Wario Golf. Una volta trovati tutti i pastelli per colorare un edificio tristemente bi-cromatico, potremo entrarvi e giocare su vari percorsi (alcuni dei quali dovranno essere affrontati anche all’interno dei livelli classici) dove una spallata ben assestata vale più di un set di mazze da migliaia di Euro e la pallina è più viva di quanto ricordassimo!
Life in Technicolor
Grazie al Game Boy Color, il mondo di Wario è più animato che mai… E che colonna sonora!
Wario Land 3 è uno dei titoli più giapponesi della ludoteca Nintendo, senza ombra di dubbio. Il suo stile caricaturale sembra uscito direttamente da un anime a tinte demenziali, con le mille animazioni ed espressioni stralunate del corpulento protagonista pronte a far apparire un sorriso ebete sul nostro volto ad ogni sevizia procuratagli; perché è impossibile non innamorarsi di un personaggio così, che sembra il salumiere sotto casa, pronto a farsi congelare o a trasformarsi in uno zombie in avanzato stato di decomposizione!
Tutto questo ben di Dio di animazione è possibile grazie ai prodigi tecnici del Game Boy Color, complice soprattutto una palette di colori finalmente… esistente! Mentre Wario Land 2 era nato sul primo Game Boy, per poi comunque ravvivarsi un po’ una volta inserito in un modello Color, questo terzo atto è nato a colori, divenendo il titolo tecnicamente più impressionante (con pochissimi margini di smentita) dell’intera libreria della mini-console. Le ambientazioni spaziano dal grottescamente realistico, come il livello “A town in chaos“, dove ci muoveremo dentro e fuori alcuni condomini abitati da creature tutt’altro che umane, a stage più naturalistici e altri decisamente occulti, tutti impreziositi dal ciclo giorno/notte che modifica le abitudini della fauna locale. Questo splendore è ovviamente accompagnato da una colonna sonora da sketch comico giapponese che proprio non è possibile descrivere a parole, perché fuori da ogni schema musicale noto; giudicate voi stessi la particolarità sonora di questa opera, un’altra pennellata di genialità su una tela che sembra già un arcobaleno.
Wario VS Mario: Round 2
Nato come antagonista di quel capolavoro dell’essenziale che è la serie Super Mario Bros. in Super Mario Land 2: 6 Golden Coins, Wario ha saputo ritagliarsi a ragione il suo spazio, relegando il rivale ad un sottotitolo in Wario Land: Super Mario Land 3, e creando quella che è l’altra faccia della medaglia della serie di videogiochi più famosa al mondo. Certo, questa rimane una saga di nicchia non sempre premiata a livello commerciale, a dispetto della brama di ricchezze di Wario, ma ha contribuito a creare un mondo parallelo assolutamente unico nel panorama videoludico, che ci ha regalato uno dei personaggi più scorretti e scanzonati di questo variegato universo. Un personaggio che rappresenta un po’ di quella sana follia che alberga nei team di sviluppo Nintendo e che tanto ci fa desiderare un suo ritorno in grande stile su Switch! Intanto non ci resta che sognare ad occhi aperti, giocando o rigiocando questo capolavoro; d’altronde, si sa, 3 è il numero perfetto.
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