Redazione ILVG

Speciale Logan – Quando Wolverine tira fuori gli artigli

Era il 27 ottobre 2000 quando uscì nelle sale italiane X-Men, quello che possiamo considerare il primo film della nuova era Marvel (che nella realtà dei fatti non è un film uscito dai Marvel Studios, ma tant’è), e da subito un personaggio ha attirato l’attenzione del pubblico, quel Wolverine interpretato dall’australiano Hugh Jackman, che ha riportato in auge la moda delle basette che si era persa dagli anni 70.

Ora a 17 anni di distanza, e dopo 7 film di cui 2 stand-alone non proprio acclamati da pubblico e critica (escludendo il qui recensito Logan), la storia del mutante dallo scheletro d’adamantio si conclude forse nella maniera migliore possibile, con un film che finalmente è quello che tutti si aspettavano: Crudo e Cruento.

Ma andiamo con ordine, il 17 febbraio siamo stati invitati da 20th Century Fox all’anteprima di Logan, in contemporanea con Berlino, presso lo spazio cinema Anteo. Questo ci ha dato la possibilità di raccontarvi le nostre impressioni sulla pellicola in uscita nelle sale italiane il 1 marzo, naturalmente senza spoiler di sorta.

Non toccate quella macchina
Logan ci mostra un Wolverine vecchio, logorato dalle battaglie e dalla fatica
Ammetto di aver avuto molta paura quando è inziata a circolare la notizia che il regista di Logan sarebbe stato James Managold, visto il precedente di Wolverine – L’immortale, ma man mano che passava il tempo e i trailer si susseguivano, prendeva in me la fiducia che il lungometraggio sarebbe stato, finalmente, all’altezza della fama di Wolverine. La certezza che la pellicola aveva fatto centro l’ho poi avuta con l’uscita della classificazione del film, quella lettera che ti fa capire che Logan non sarà per tutti, una lettera, la R che significa vietato ai minori di 17 anni non accompagnati dai genitori, cosa mai successa per un film sui mutanti Marvel, se non per Deadpool (ma in quel caso ritengo che la classificazione non abbia lo stesso peso).

Ambientato nel 2029, Logan ci mostra un Wolverine vecchio, logorato dalle battaglie e dalla fatica, un uomo che rifugge il suo passato, svestendo i panni del supereroe per vestire quelli ben più modesti dello chauffeur di limousine che passa le sue notti a portare in giro ragazzi e magnati tra Stati Uniti e Messico.

Un Professor Xavier, ormai novantenne e con un incipiente demenza senile, che lo porta a non riuscire più a controllare i suoi poteri.

E introduce alcuni nuovi personaggi a partire dalla piccola Laura, X-23, che tanto somiglia a quel giovane Wolverine che a fatica si sapeva controllare tanto da far dire a Xavier: “lei è come te. Molto simile a te”.

Un Calibano, interpretato da Stephen Merchant, fedele aiutante di Logan e del Professor Xavier col dono di “fiutare” gli altri mutanti e Donald Pierce, interpretato da Boyd Holbrook, che sarà il cattivo di turno, ma non un vero e proprio antagonista, infatti sarà a capo del gruppo che cercherà in tutti i modi di metter i bastoni tra le ruote ai nostri beniamini.

 

Artigli on the road
Logan può essere considerato un road-movie dove, però, al centro di tutto non vi è la strada, ma la crescità del protagonista che capirà finalmente il significato di famiglia e di sacrificio, un film di formazione dove l’irruento e poco propenso al dialogo Wolverine muta nel consapevole e a tratti disilluso Logan; un uomo alla ricerca del suo tramonto, pur essendone spaventato e che solo grazie a X-23 e al professore trova ancora un senso in quello che fa.

Un film che fa del ritmo il suo punto di forza, una sapiente contrapposizione tra frenetiche scene di combattimento e lente scene di transizione di viaggio. In molti potranno dire che queste fasi possono risultare frustranti, ma analizzandole meglio risultano ottimamente eseguite, esaltando in maniera quasi estrema la “vecchiaia” del personaggio che causa una lentezza nella rigenerazione delle membra e la difficoltà nell’andare avanti. Le scene di combattimento invece vengono rese splendidamente grazie a quelle esplosioni di violenza di Wolverine e della piccola X-23, che negli scorsi film è sempre stata solo abbozzata. Scene crude, che non sfociano mai nello splatter stucchevole, ma che creano la giusta tensione, portando quasi allo stupore nel vedere il vecchio Logan trafiggere crani e decapitare nemici, così come vedere Laura fare acrobazie degne dei migliori parkourer uccidere a sangue freddo uomini muscolosi, degni della WWE; scene che fanno saltare sulla sedia, facendoci esclamare: “Ma perchè non l’hanno fatto prima?”.

Managold che, oltre ad essere regista, è il co-sceneggiatore, ci restituisce un mondo post-apocalittico che strizza l’occhio a Mad Max e ai western moderni grazie ad alcune location polverose e ad un’atmosfera quasi paradossale tanto da portarci ad avere un’interazione con i personaggi quasi intima, come se anche noi fossimo parte di questo mondo. Ottimo il lavoro fatto da Marco Beltrami sulla colonna sonora che esalta ancor di più la progressione del film fino ai titoli di coda riuscendo a rimarcare la sofferenza patita dai personaggi.

A buon rendere Hugh
Questa volta è proprio il caso di dire “buona l’ultima”
Uscito dal cinema ho avuto quella sensazione che si può avere quando un nostro amico non c’è più, in me si è fatto strada il pensiero che Logan è stata la degna conclusione del personaggio Wolverine e che mai una tale grandezza sia stata raggiunta con un film di supereroi, alzando ancora di più quell’asticella che sembrava quasi irraggiungibile dopo Guardiani della Galassia e Doctor Strange. Punto a favore della proiezione è stato sicuramente il fatto di aver visto il film in lingua originale così da poter apprezzare tutte le sfaccettature di Hugh Jackman che sin dal “Fuck” iniziale che rende appieno il suo lignaggio di attore di assoluto livello, così come Sir Patrick Stewart e Stephen Merchant che una volta di più hanno dimostrato il loro valore. Detto questo, la paura nei confronti del doppiaggio italiano c’è, paura che si perda nella traduzione la tensione e la sofferenza che ho potuto chiaramente percepire nella visione dell’anteprima.

Non c’era alcuna scena post-credit durante la proiezione a cui abbiamo presieduto, ma 20th Century fox ha annunciato che il film in uscita nelle sale durerà 3 minuti in più e questi 3 minuti saranno parte di una scena, non si sa ancora se durante o dopo i titoli di coda. Inoltre non è stato rivelato cosa conterrà, se una scena collegata al film stesso o se servirà ad introdurre il prossimo film della saga degli X-Men (se mai verrà prodotto).

Questa volta è proprio il caso di dire “buona l’ultima”, James Managold è riuscito nell’impresa (già fallita una volta) di dare quello spessore che in molti chiedevano a Wolverine, di rendere il supereroe con gli artigli un’icona. Se vi state chiedendo: “È il caso di dare un’ennesima possibilità a Wolverine?” la risposta è un convinto SI. Si, perchè è il film che io stavo aspettando e che anche voi stavate aspettando.

 

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