Filippo Veschi

Speciale Hands on: Nintendo Switch

Lo scorso fine settimana abbiamo avuto modo di provare Nintendo Switch grazie ad uno showcase organizzato a Milano da Nintendo Italia. Grande era la nostra curiosità per la console in arrivo nei negozi il prossimo 3 Marzo e finalmente abbiamo potuto testare con mano non solo alcuni dei giochi più importanti della finestra di lancio (The Legend of Zelda: Breath of the Wild e Arms in primis) ma anche il look & feel generale dell’hardware.

 
Flip the Switch!
Come molti di voi oramai sapranno, Nintendo Switch è una console ibrida nata per unire in un solo prodotto le precedenti offerte casalinghe e portatili della Grande N. Il cuore della console è costituito da un’unità display, dotata di uno schermo da 6,2 pollici con risoluzione 1280 x 720 e spinta da un hardware custom basato sulla linea Tegra di Nvidia. Lo schermo è finalmente un touchscreen di tipo capacitivo multi-touch, abbandonando gli obsoleti touchscreen resistivi visti su 3DS, Wii U e New 3DS. La console è sfruttabile in tre diverse configurazioni: collegata alla TV tramite la dock station, in modalità portatile con i controller Joy-Con attaccati all’unità display, in modalità “da tavolo, in cui si utilizza lo stand integrato per appoggiare la console su una qualsiasi superficie e ne si adotta lo schermo al posto di quello televisivo. Nel primo caso Switch verrà alimentata tramite la dock station e sarà in grado di offrire un output 1080p tramite uscita HDMI mentre negli altri due verrà sfruttata la batteria interna e la risoluzione verrà ridotta a 720p. L’idea alla base di Nintendo Switch è appunto questa: una console in grado di passare istantaneamente da casalinga a portatile, in modo da essere giocata praticamente ovunque. Secondo le dichiarazioni di Nintendo la batteria di Switch in configurazione portatile dovrebbe durare dalle 3 ore e mezza alle 7 ore, a seconda del gioco. Non abbiamo ancora avuto modo di verificare l’effettiva durata della batteria in situazioni reali, e l’intervallo dichiarato da Nintendo è piuttosto ampio. 3 ore e mezzo inizierebbero ad intaccare l’effettiva portabilità della console, mentre 7 ore per un handheld con le potenzialità di Switch sarebbero davvero eccellenti. Non ci resta che sperare che Switch si comporti in maniera più vicina possibile al secondo dato.

 

 

 

Eleganza e qualità costruttiva
Per quanto riguarda design e qualità costruttiva, la prima impressione di Switch è certamente eccellente. La console ha più o meno le stesse dimensioni del GamePad di Wii U, risultando forse leggermente più lunga e meno alta. È però notevolmente più sottile del buon vecchio “paddone” e decisamente più leggera. Il design è elegante e la console restituisce una sensazione di solidità molto gradevole. Il confronto con Wii U è sicuramente impietoso per la vecchia console, che rispetto a Switch appare decisamente giocattolosa. A stupire maggiormente sono però i controller Joy-Con. Molto più piccoli di quello che ci aspettavamo dalle immagini e dai video promozionali, si impugnano molto bene, sia quando sono collegati all’unità display che quando funzionano come controller indipendenti. Qualche problematica sorge nei casi in cui il gioco richieda di impugnarli trasversalmente, come un controller NES. In quel caso le ridotte dimensioni non giovano all’ergonomicità, così come alcuni potrebbero lamentare l’assenza di una croce direzionale vera e propria sul Joy-Con di sinistra, sostituita da dei tasti direzionali. Nonostante queste imperfezioni siamo rimasti colpiti dalla tecnologia dietro a questi particolari controller. Si tratta di vere e proprie evoluzioni dei Wiimote del buon vecchio Wii. Sono dotati di giroscopi, accelerometri e sensore IR, presenti tanto nel Joy-Con destro che nel Joy-Con sinistro, difatto superando una delle tipiche problematiche di Wii, ovvero la sensibilità ridotta del Nunchuck rispetto al Wiimote. Sotto tutti gli aspetti ci troviamo di fronte a sensori incredibilmente più precisi che in passato, ed a stupire in particolare è la telecamera IR, ora in grado di rilevare correttamente la distanza dagli oggetti e le forme che si trova di fronte.

 

La rivelazione HD Rumble
Altra interessante feature dei Joy-Con è il cosiddetto HD Rumble. Si tratta di un tipo di feedback completamente diverso sia dalla vibrazione dei controller tradizionali che dai feedback aptici degli smartphone a cui siamo abituati. Tramite l’HD Rumble, le sollecitazioni del feedback non provengono da un solo punto all’interno del controller, ma sono distribuite lungo tutta la sua superficie, con intensità finemente regolabili. In questo modo sono possibili applicazioni come quelle viste in uno dei minigiochi di 1-2-Switch presente allo showcase di Milano. In questo minigioco si doveva fingere che il Joy-Con fosse una scatola contenente delle biglie. Facendo muovere il Joy-Con, il giocatore doveva indovinare il numero delle biglie contenute nella scatola dai rumori e dal feedback prodotto dal controller. Nella sua semplicità il minigioco è in grado di far comprendere la precisione dell’HD Rumble. Muovendo il Joy-Con è possibile sentire la vibrazione spostarsi lungo il controller, proprio come se all’interno ci fosse davvero una biglia, consentendoci di percepire i singoli urti tra una biglia e l’altra e di contarli. Si tratta di una tecnologia incredibilmente superiore a quella presente all’interno dei vecchi Wiimote, ed è perfettamente complementare all’idea di un controller di movimento: al contrario di un comune control stick, che produce comunque un qualche genere di resistenza fisica, un controller che viene mosso liberamente in aria avrebbe bisogno di un adeguato feedback da restituire al giocatore. L’HD Rumble dei Joy-Con è la perfetta risposta a questa esigenza e speriamo di vederla implementata significativamente in un gran numero di titoli Nintendo Switch.

Nintendo Switch

 

Still better than Wii U
Dal punto di vista della resa grafica, Switch si propone come un’evoluzione di Wii U. È vero, le due console hanno architetture completamente differenti, eppure la resa visiva dei giochi delle due piattaforme è estremamente simile, con Switch in un vantaggio leggero ma comunque ben percepibile. Siamo quindi lontani dai risultati di PlayStation 4 ed Xbox One, ma Switch non vuole essere un prodotto in competizione con le console Sony o Microsoft. In modalità portatile Switch è senza alcun dubbio l’handheld col miglior impatto grafico mai visto, mentre collegata alla TV ci troviamo di fronte ad una sorta di Wii U 1.5: simile qualità grafica, maggiore risoluzione e maggiore pulizia generale. Se le specifiche tecniche di Switch gettano qualche dubbio sull’effettivo supporto da parte dei maggiori sviluppatori third party occidentali, è pressoché assodato che ancora una volta Nintendo riuscirà a stupire spingendo il proprio hardware al limite, come già successo in passato con titoli come Mario Kart 8 su Wii U. Il bilancio della nostra prova è stato sicuramente positivo: alcuni dubbi sono stati fugati, altri persistono, ma l’impressione generale è che Nintendo abbia profuso grandissima cura ed attenzione in quella che è la sua idea di videogioco. Quanto questa idea sia diversa da quello a cui ci hanno abituato gli altri produttori di console è un’altro discorso: è oramai chiaro come Nintendo non voglia competere sullo stesso piano di Microsoft e Sony. Ancora è presto per stabilire se questo cambio di prospettiva sarà di successo, come avvenne con Wii, o fallimentare, con Wii U, ma la prima impressione è sicuramente positiva: Switch è una console bella da vedere, bella da tenere in mano, con tanta tecnologia dentro ai suoi sorprendenti controller e con un concept molto semplice da comunicare. E già quest’ultima caratteristica dovrebbe darle un vantaggio considerevole rispetto a Wii U.

 

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