Le gocce di pioggia, pure e gelide, baciano lo sterrato, trasformandolo in un viscido nastro di seta che si dirama nel fitto del bosco, adornandolo. L’odore dell’erba bagnata ricorda uno sfocato episodio dell’infanzia, mentre il delicato battere della pioggia calma gli animi più infuocati. Un pilota scozzese si allaccia il casco che porta i colori della sua patria, scambia uno sguardo di intesa col suo copilota, fa un profondo respiro pieno di adrenalina. Si avvicina al semaforo rosso. 5 secondi: le luci diventano verdi, rimanendo per qualche istante impresse nella retina. Il piede affonda sull’acceleratore, danzando all’unisono con la mano che inserisce la prima marcia; il suono del ritorno di fiamma degli scarichi è una sinfonia per la folla, incosciente ed estasiata, assiepata lungo il ciglio della strada. Vogliono vedere la Focus di Colin McRae alzare nuvole di fango ancora una volta, mentre dipinge traiettorie al limite della fisica e della meccanica; vogliono vedere ancora per un attimo i suoi occhi sgranati, fissi sulla strada ormai irriconoscibile, simili a quelli di un pittore che osserva la sua tela bianca col cuore colmo di ispirazione.
Storia di un campione e di una grande software house
Il rally reale si fonde con quello virtuale
Il rally è una delle discipline sportive più affascinanti, pericolose e spettacolari, questo è certo. Uno sport dove i riflessi e il sangue freddo la fanno da padrone, rendendo queste corse contro il tempo ricche di pathos, per chi le osserva quasi ipnotizzato. In
Codemasters se ne intendono del fascino insito nella disciplina rallistica, da quando nel lontano 1998 rilasciarono il primo Colin McRae Rally, capostipite di una lunga serie di titoli, culminati quest’anno con il magnifico
Dirt Rally, enciclopedia videoludica del genere con un gameplay che rasenta la perfezione. La serie, apprezzata fin dagli albori da critica e pubblico, ha avuto soprattutto il merito di portare i giochi rallystici ad un livello di realismo mai raggiunto prima, grazie anche alla collaborazione con il leggendario pilota scozzese (
campione del mondo WRC 1995 su Subaru Impreza), non un semplice testimonial ma vero e proprio consulente della software house britannica. Su queste pagine, come suggerisce il titolo di questa
retrocensione, non vogliamo partire però dal primo capitolo, bensì analizzare uno dei punti più alti del genere racing dell’epoca. Correva l’anno 2000, lo spauracchio del Millennium Bug era appena svanito, McRae si era trasferito dalla scuderia Subaru alla Ford, e sulle PlayStation (e PC) di tutto il mondo usciva Colin McRae Rally 2.0…
Con la mia Punto no, con un Dualshock si!
Prima di tutto l’eleganza…
Chi vi scrive ha passato gli ultimi 5 mesi derapando in Dirt Rally, per poi affrontare una curva a gomito a 88 miglia orarie (
non fatelo mai!) e ritrovarsi di colpo 16 anni più indietro, alle prese con vecchie emozioni e nuove sensazioni. Le vecchie emozioni affiorano appena si sente il jingle che accompagna il caratteristico logo PlayStation, per poi continuare con l’elegantissimo menu principale, pulito e azzurro tenue come lo ricordavano gli occhi di un ragazzino.
L’eleganza è una colonna portante di tutta la produzione, e ce se ne accorge anche a 16 anni di distanza, quando il proprio senso estetico ormai maturo risulta ancora appagato nel vedere certi dettagli. Ad esempio, laddove chiunque avrebbe optato per un menu di selezione dei veicoli con modelli poligonali rifiniti e realistici, Codemasters ha scelto una rappresentazione stilizzata e stilisticamente impeccabile dei fantastici mezzi a disposizione del giocatore.
L’eleganza non ha età.
…che fa da cornice ad un gameplay che ha ancora molto da dire
Poi si scende in pista: Acropolis Rally di Grecia (
nome reale che non ha però nel titolo, non avendo la licenza ufficiale WRC), i pixel sono quasi distinguibili uno ad uno (
attenuati, a piacere, dall’opzione “smussatura” di PlayStation 3), ma la bellezza del tramonto, che dipinge il cielo virtuale di tinte che vanno dal giallo all’azzurro, fa capire che
il prodotto è invecchiato bene, se si è disposti a fare qualche retro-partita. Perché il punto è proprio questo:
bisogna essere ben disposti verso un prodotto 3D di quella generazione, visto che ormai occhi e mani si sono evolute insieme al medium stesso e il primo impatto potrebbe indisporre chi si approccia a questo tipo di “viaggi nel tempo”. Poi si fa una partita, due, tre, e piano piano ci si accorge di quanto di buono ci sia ancora in questo titolo racing e di quante belle sensazioni restituisca via pad. Graficamente all’epoca era sbalorditivo, tanto che sul retro della custodia si può leggere a grandi lettere “
La grafica è assolutamente incredibile e il livello di dettaglio è elevatissimo“, citando la recensione di
PlayStation Magazine Ufficiale di allora. Tocchi di classe come il fango e la polvere che sporcano progressivamente la carrozzeria impreziosiscono ulteriormente il comparto tecnico, che crea una bellissima cornice per il dipinto – o meglio, per il gameplay.
“
Il realismo di questo gioco di guida e la sua giocabilità faranno aumentare il vostro livello di adrenalina, donandovi ore di divertimento“, recita un’altra frase sul retro della custodia, questa volta da parte di
Game Republic. Si potrebbe anche chiudere qui la descrizione del “giocato”, ma
Colin McRae Rally 2.0 merita ben più di 2 righe. Le pretese simulative tengono ancora sulla corda il giocatore; ogni curva va presa sul serio, tra uno
scandinavian flick e l’altro, seguendo rigorosamente le indicazioni del robotico copilota. Il terreno varia sensibilmente in base alla composizione e alle condizioni atmosferiche, di conseguenza il divertimento è ancora oggi ad alti livelli. Il
track-design eccelle, mettendoci davanti a tracciati sinuosi, impervi, impegnativi, forse dalla sede stradale eccessivamente larga, che culminano in un emozionante Rally d’Italia, ambientato sull’Appennino Tosco-Emiliano, tra verdi colline e antichi borghi, da percorrere trattenendo il respiro a bordo di un cavallo di razza come la mitica Lancia Delta HF Integrale, proprio come in questo video (
in una pulitissima versione PC):
Attenzione! Sinistra 6, in destra 4… Salto!… Al traguardo.
E gli scarichi suonano in coro
Sicuramente (
come avrete potuto sentire dal video), il comparto sonoro è quello che ha più risentito del peso degli anni, con alti e bassi che, però, non compromettono di certo l’esperienza di gioco. Si va dalle sonorità vagamente trip-hop (
scelta intrisa di classe) del menu principale, al suono celestiale del ritorno di fiamma, scontrandosi però con un motore che sembra filtrato attraverso un citofono e un copilota che, per quanto preciso e utile, sembra una voce su disco di un comune servizio clienti. Poi però arriva una curva a gomito, vero e proprio culmine del godimento per un rallista videoludico, e lo stridio degli pneumatici (
che cercano aderenza in ripartenza) ricorda ai timpani quanto sia bello passare qualche ora in compagnia di questo piccolo, grande gioiello retro.
Tornare a guidare indietro di 3 generazioni è come passare dalle comodità di un SUV a una Mini Cooper d’epoca, piccola ed essenziale, ma emozionante ed estremamente divertente. Ciò che oggi guidiamo con levetta analogica e dorsali, allora si guidava con croce direzionale e tasti frontali. Due esperienze tarate su sistemi di controllo diversi ma entrambi appaganti, accomunati però da un immortale utilizzo della vibrazione del controller che, unita alla visuale interna, diviene parte integrante dell’immedesimazione e del divertimento.
Così come ha avuto inizio questa retrocensione, così va chiusa, con un pensiero a quello che è il vero mondo del rally. Un omaggio al campione che ha dato il nome alla saga, Colin McRae, campione atipico, vincitore di un campionato del mondo WRC (
è ancora oggi il campione più giovane della storia) e considerato una vera leggenda, per il suo stile di guida e per il suo carisma dentro e fuori la pista. La sua collaborazione con Codemasters ha reso leggendari i titoli a lui dedicati. Perse la vita nel 2007, a soli 41 anni, dopo un incidente in elicottero da lui pilotato. Di tutte le numerose testimonianze del suo talento, ne abbiamo scelta una in particolare per ricordarlo. Se volete vedere con i vostri occhi perché è considerato una leggenda, godetevi questa sinfonia.
#LiveTheRebellion