Dopo aver esplorato di pancia una
Galassia Lontana Lontana di J.J. Abrams e aver arruolato Bimbo-Ragno nel
conflitto tra super eroi diretto dai Fratelli Russo, lo scorso martedì 26 Luglio mi sono immerso nell’oceano Pixar per gustarmi in anteprima
Alla Ricerca di Dory, ospite di
The Walt Disney Company Italia a Milano. La pellicola diretta da Andrew Stanton è il seguito diretto di
Alla Ricerca di Nemo (2003), e uscirà nelle sale italiane il prossimo 15 Settembre. In questa non-recensione senza spoiler, troverete un parere unicamente personale che spera di aiutarvi a scoprire cosa mi ha lasciato l’ultima pellicola Pixar.
Piper
Come da tradizione, la pellicola è preceduta da un corto: Piper, diretto da Alan Barillaro e avente protagonista un piccolo Gambecchio che impara a procurarsi il cibo, su una spiaggia bagnata dalle onde del mare. I cinque minuti di corto, sebbene non raccontino una storia commovente, convincono grazie ad un comparto tecnico immenso, lasciando stupefatti per la qualità dell’animazione e dei modelli 3D degli animali realistici come mai visto in casa Pixar. Il piccolo gambecchio si esprime solo a versi (
come spesso accade nei corti della casa di Luxo Jr.), ma riesce a deliziare per tutta la durata della visione. Piper è un colpo riuscito che poteva solo far ben sperare nel prodotto che di lì a poco lo avrebbe seguito nella proiezione.
PIPER – Concept Art by Jason Deamer (Production Designer). ©2016 Disney•Pixar. All Rights Reserved.
Ciao, io sono Dory e soffro di perdita di memoria a breve termine
Leviamoci fin da subito il dente:
Alla Ricerca di Nemo non è tra i miei film Pixar preferiti, e lo trovo inferiore a molte pellicole ingiustamente sottovalutate della casa di Luxo Jr. (
Gli Incredibili, per dirne uno), ma al contempo non lo reputo assolutamente un brutto film (
sempre in casa Pixar c’è stato ben di peggio, ma ne parleremo in altre occasioni); quindi, all’annuncio di
Alla Ricerca di Dory, il mio livello di attesa era parzialmente nella norma. Con questa premessa mi son recato in sala pronto a godermi un film piacevole e d’intrattenimento, venendo in larga parte accontentato. Come intuibile dal titolo, protagonista assoluta questa volta sarà Dory, doppiata ancora una volta da Carla Signoris (
Ellen DeGeneres in lingua originale) che andrà alla ricerca dei suoi genitori, abbandonando le ambientazioni oceaniche in favore di un Parco divertimenti acquatico. Al suo fianco ancora una volta Marlin (
con un Luca Zingaretti in ottima forma) ed il piccolo Nemo (
Giulio Bartolomei), questa volta in qualità di terzo membro del pinnuto gruppo. Il film narra sia cosa è accaduto prima del predecessore (con una piccola Dory adorabile nonostante la malattia) per poi concentrarsi sul nuovo viaggio, ad un anno di distanza dalla conclusione della caccia a Nemo.
Personaggi e atmosfere riuscite
Nonostante questa volta il viaggio sia al contrario (e veda, ovvero, una figlia che va alla ricerca dei genitori), vi sono molti
déjà vu, e altrettante citazioni all’avventura del 2003 che, in un film basato sulla perdita di memoria a breve termine, fanno sorridere lo spettatore.
La trama purtroppo non sorprende quasi mai, senza particolari colpi di scena ma non per questo noiosa: gli eventi si susseguono velocemente soprattutto nella seconda parte della pellicola, con il cambio di setting e l’arrivo al Parco Oceanografico, dove
Alla Ricerca di Dory si stacca nettamente dal primo capitolo, andando a concentrarsi molto più sulle gag d’azione e sull’introduzione dei nuovi personaggi. Le new entry del cast riescono a convincere quasi più degli stessi Marlin e Nemo, a partire da Destiny (Francesca Manicone),squalo balena amica d’infanzia di Dory, e Bailey (Massimo Lopez) beluga che pensa di aver perso il proprio ecolocalizzatore innato, passando da quelli terziari come i leoni di mare prepotenti, le dolci lontre, la pazzissima Becky e l’ostrica logorroica. A rubare la scena è sicuramente Hank il polipo (Paolo Buglioni), con la giusta dose di cinismo in grado di succedere a quanto fatto da Branchia nel primo capitolo (e, a tal proposito, rimanete in sala fino alla fine dei titoli di coda!).
Zitto e nuota, nuota e nuota
Se da un lato abbiamo una trama nella norma che riesce ad emozionare i più piccoli pur senza mai stupire o spiazzare i più grandi (
a differenza di quanto visto lo scorso anno con Inside Out),
Alla Ricerca di Dory purtroppo non è privo di altri difetti:
Alla Ricerca di Nemo ci aveva insegnato come un pesciolino con un handicap potesse superare le proprie difficoltà, guadagnandosi la fiducia del padre iper-protettivo nonostante le difficoltà motorie; in
Alla Ricerca di Dory troviamo, sì, un Marlin ancora preoccupato per la salute del figlio (specialmente nella prima metà di film), ma che va via via dimenticandosi che il piccolo Nemo non potrebbe fare determinate acrobazie. Ancora una volta, è ironico pensare come un film sulla perdita della memoria non consideri alcuni dei messaggi insegnati ormai oltre dieci anni fa.
C’è poi un’annosa questione che affligge l’adattamento italiano con relativo doppiaggio. Se tutto il cast è in ottima forma a partire da Carla Signoris e Luca Zingaretti, perfetti per i loro ruoli, la voce del Parco Oceanografico è stata affidata a Licia Colò. E, se fosse solamente la voce, non ci sarebbe alcun problema (se non qualitativo), ma la speaker pronuncia più e più volte il suo nome e Dory vi si riferisce anche con “
L’ha detto Licia Colò“; sul momento questa presenza ingombrante (viene nominata più di un paio di volte) mi ha spiazzato e fatto immaginare come fosse la scena in lingua originale, e il perché sia stata fatta questa scelta per il doppiaggio italiano. Dopo aver scoperto che in originale la voce del Parco era Sigourney Weaver (
Alien, 1979) ci ho rimuginato ancora un po’: perché non prendere una doppiatrice e farle fare la parte di Sigourney Weaver? Forse il pubblico giovane non avrebbe capito chi fosse e non avrebbe colto la gag, ma poi mi son chiesto: “I bambini del 2016 sanno davvero chi sia Licia Colò?”
È stato giusto scegliere una documentarista per la parte, ed è anche vero che si tratta di uno dei nomi femminili scientifici più famosi, anche se in confronto all’attrice non c’è alcun paragone (in quanto a spessore mediatico, ovviamente). Nonostante ciò, comunque, il tutto non si riflette assolutamente come un difetto della produzione di Stanton, ma soltanto (
per quanto si possa considerare un difetto) della fruizione italica.
È inutile sprecare parole sulla parte tecnica, da anni ormai garanzia per le pellicole Pixar:
Alla Ricerca di Dory non fa eccezione, grazie non solo all’aspetto visivo ma anche al comparto audio assegnato ancora una volta a Thomas Newman. Il tema principale del film “
Unforgettable” è cantato invece da Sia, che accompagna lo spettatore durante i titoli di coda del film.
Alla Ricerca di Dory è un buon sequel e piacerà sicuramente a tutti coloro che hanno apprezzato
Alla Ricerca di Nemo, confermando gli stessi messaggi della pellicola del 2003. Dory riuscirà ad intrattenervi e a strapparvi qualche risata, andando a rafforzare il rapporto tra la pesciolina blu, il pesce pagliaccio e il piccolo Nemo.
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