Recensione Sid Meier’s Civilization VI

È l’alba di una nuova era, per il mondo: l’Era degli Uomini, dei conquistatori, dei leader, dei vincitori e degli sconfitti. È l’era dell’evoluzione, dello sviluppo e delle grandi civiltà; un’era che vede l’ascesa di un gran numero di popoli sulla scacchiera mondiale, nel tentativo di accaparrarsi la fetta di globo più ampia possibile. Solo uno ne uscirà vincitore; ma, per riuscirci, dovrà essere un leader giusto e spietato, corretto e dotato del giusto pugno di ferro: un degno erede del mondo civilizzato che fa da sfondo alla fortunata serie di Civilization.

Quella della serie ideata da Sid Meier è una storia che affonda le proprie radici nel lontano 1991, quando le ambizioni di Civilization non avevano ancora raggiunto i livelli che molti fan avranno avuto modo di vivere con il quinto capitolo della serie. Da allora, la nota serie RTS ha fatto dei passi avanti epocali, ampliandosi sempre di più e proponendo di volta in volta nuovi modi per portare la propria civiltà al successo. In molti, dopo aver giocato Civilization V, pensavano che l’opera di Sid Meier avrebbe trovato difficilmente dei modi per innovarsi e migliorare ulteriormente senza mostrare i primi problemi, e uno sfortunato Beyond Earth è stato in parte testimone di questa paura da parte della fanbase. Due anni dopo, però, Firaxis Games ci riprova, rilasciando Sid Meier’s Civilization VI sul mercato PC lo scorso 21 Ottobre. E i risultati sono strabilianti.

Civilization VI può essere acquistato su Steam al prezzo di €59,99.

 

Il motore grafico di Civilization VI è studiato per essere particolarmente leggero anche per macchine non troppo potenti. Se siete curiosi di sapere se il vostro computer sia in grado di farlo girare come si deve, di seguito trovate i requisiti di sistema ufficiali, tratti direttamente dalla pagina Steam del gioco:

MINIMI:

  • Sistema operativo: Windows 7×64 / Windows 8.1×64 / Windows 10×64
  • Processore: Intel Core i3 2.5 Ghz or AMD Phenom II 2.6 Ghz or greater
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Scheda video: 1 GB & AMD 5570 or nVidia 450
  • DirectX: Versione 11
  • Memoria: 12 GB di spazio disponibile
  • Scheda audio: DirectX Compatible Sound Device
  • Note aggiuntive: L’installazione iniziale richiede una connessione Internet attiva per l’autenticazione tramite Steam; il software aggiuntivo richiesto (incluso con il gioco) comprende Steam Client, Runtime Libraries di Microsoft Visual C++ 2012 e 2015, Microsoft DirectX. Una connessione Internet e un accordo con lo Steam Subscriber Agreement sono richiesti per l’attivazione. Andate su www.steampowered.com/agreement per tutti i dettagli.
CONSIGLIATI:

  • Sistema operativo: Windows 7×64 / Windows 8.1×64 / Windows 10×64
  • Processore: Fourth Generation Intel Core i5 2.5 Ghz or AMD FX8350 4.0 Ghz or greater
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: 2GB & AMD 7970 or nVidia 770 or greater
  • DirectX: Versione 11
  • Memoria: 12 GB di spazio disponibile
  • Scheda audio: DirectX Compatible Sound Device
 

Guarda come ti dipingo l’Impero
La tentazione di lanciarsi immediatamente in una partita è forte

Come gli scorsi capitoli della serie, Civilization VI si apre con uno splendido filmato introduttivo realizzato interamente in computer grafica, dove viene spiegato sostanzialmente il ruolo del giocatore all’interno della propria avventura alla conquista del mondo. Una volta terminato il video introduttivo, ci si ritrova di fronte a un menù leggero e semplice che richiama – per un motivo ben preciso di cui parleremo a breve – lo stile dei cosiddetti “blueprint“, progetti di planimetria realizzati su un foglio di un colore blu acceso. La tentazione di lanciarsi immediatamente in una partita è forte, ma, come d’abitudine per chi scrive, una piccola occhiata alle opzioni di gioco si rivela a dir poco obbligatoria: oltre alle classiche regolazioni che è possibile effettuare sul fronte comandi, audio e gioco, scopriamo da subito che è possibile personalizzare le impostazioni grafiche fino al minimo dettaglio, rendendo piuttosto semplice impostare l’esperienza visiva in base alle capacità della macchina che si possiede.

Arriva poi il momento di tuffarsi direttamente in gioco tramite un comodo tutorial accessibile dal menù principale, che potrà essere d’aiuto per comprendere tutte le novità che questo nuovo capitolo di Civilization ha da offrire. Alla guida (temporanea) di una civiltà a scelta tra due, ci si ritrova quindi alle prese con il consigliere di gioco, che ci guiderà verso una vittoria per dominazione o una vittoria diplomatica a seconda dello stile di gioco che siamo soliti adottare. Scopriamo che le novità in gioco sono davvero tante, ma avremo modo di parlarne a breve; quel che conta, per quanto riguarda il primo impatto, è senza dubbio l’aspetto grafico del gioco.

 

Civilization VI

 

Un dipinto che prende vita
Civilization VI è sostanzialmente diverso dai suoi predecessori per una pura, semplice differenza: questa volta, gli sviluppatori di Firaxis Games hanno deciso di puntare parecchio sullo stile. Adottando un comparto grafico simile a quello degli spin-off della serie Revolution (approdata anche su console e mobile), ogni singola partita del nuovo Civilization si svolgerà su quella che sembra essere una mappa, inizialmente del tutto piana e incolore, che prenderà forma e stile man mano che le unità in gioco scopriranno i vari territori. Il risultato è letteralmente un dipinto che prende vita e si anima man mano che la partita va avanti: la vecchia nebbia della guerra è ora sostituita semplicemente da una sorta di carta ingiallita, che traccia le linee del territorio ma non mostra né i colori né i dettagli a meno di trovarsi nelle immediate vicinanze. L’effetto è straordinario per gli occhi, intriso di un’eleganza non da sottovalutare che rende anche il tutto molto più leggero per le nostre macchine di gioco: non dovendo calcolare una sconfinata quantità di dati su schermo, il motore grafico scorre con fluidità senza troppi problemi anche su macchine di fascia media, garantendo un’esperienza di gioco pressoché priva di inconvenienti tecnici di sorta e meravigliosa da ammirare ad ogni nuova fase della partita.

E che dire della colonna sonora, composta da Christopher Tin (compositore del più che noto tema “Baba Yetu” già in Civilization IV) e intrisa di un fascino che sembra tipico solo della fortunata serie di Sid Meier? Ogni leader in gioco avrà un suo tema principale, che verrà sviluppato melodicamente e armonicamente in modi diversi a seconda dell’epoca che si sta attraversando. Inutile dire che ascoltare Korobeiniki (noto tema popolare Russo, conosciuto da molti come il Main Theme del Tetris) mentre si cerca di portare la Russia alla vittoria ha un fascino innegabile, dall’inizio alla fine della partita.

 

Andiamo a esportare Comunismo, Tovarisch!
Civilization VITerminato il tutorial, si è deciso di abbracciare le mire espansionistiche di Pietro di Russia per portare la sua civiltà a una delle cinque vittorie possibili nel gioco. Come per i precedenti capitoli della serie, è possibile personalizzare la mappa di gioco prima dell’inizio della partita, scegliendo la difficoltà, l’ampiezza del territorio, le varie vittorie raggiungibili e financo i leader da inserire in partita, con tanto di eventuali alleanze permanenti e la dislocazione delle risorse sul territorio. Abbiamo quindi scelto di seguire l’inarrestabile ascesa del Comunismo Russo alla difficoltà Principe (standard), con una mappa Piccola (che ospita comunque sei giocatori in tutto) e con un limite di 500 turni (fino al 2050 d.C.), scegliendo in corsa quale vittoria perseguire a seconda degli sviluppi della partita.

Si è scoperto che gli sviluppatori di Firaxis Games hanno introdotto ben due modi completamente nuovi per raggiungere una vittoria: la Vittoria Culturale e la Vittoria Religiosa, con conseguente introduzione delle meccaniche del Turismo e della Religione all’interno di qualsiasi partita. A queste due (che esamineremo a breve) si aggiungono la classica Vittoria per Punteggio (che premia la civiltà dal punteggio più alto dopo un determinato numero di turni), la Vittoria Scientifica (che richiede di stabilire con successo una colonia umana su Marte come obiettivo ultimo) e la sempiterna Vittoria per Dominazione, che ci vedrà impegnati nella conquista delle capitali di ogni singola civiltà presente sul terreno di gioco.

Come in passato, le varie “sezioni” della partita sono divise in “Ere”, che vanno dall’Era Antica all’Era dell’Informazione semplicemente in base alle tecnologie possedute dal giocatore. Nulla vieta di giungere con una civiltà al 2050 d.C. senza aver sviluppato le tecnologie necessarie per l’Era Atomica; è chiaro, però, che nel campo scientifico si soffrirà di un handicap non indifferente, che potrebbe potenzialmente ripercuotersi sullo sviluppo della civiltà stessa.

Dopo aver mandato un primo Scout in esplorazione e aver rischiato di perdere San Pietroburgo per mano dei barbari (splendido inizio), abbiamo avuto modo di incontrare il simpatico Federico Barbarossa di Germania, un uomo che ha saputo dare seria prova di uno dei (pochi) problemi di Civilization VI: l’intelligenza artificiale avversaria. Dopo averci elogiato e aver stretto amicizia con noi per tutta l’Era Antica, infatti (vantaggio non indifferente, visto che già nell’Era Classica possedeva uno degli eserciti più potenti del mondo), l’amorevole Barbarossa ha ben pensato di interrompere tutti i rapporti diplomatici con la Russia semplicemente perché le nostre politiche erano in conflitto con la sua “Agenda”. L’Agenda Politica dei leader è una delle novità di Civilization VI, e rappresenta un modo come un altro di sviluppare rapporti diplomatici con le altre nazioni con più facilità: se si è in armonia con gli interessi di una nazione, infatti, è molto più semplice raggiungere un’alleanza o una semplice amicizia, che ci porrà in uno stato di privilegio con loro rispetto alle civiltà nel resto del mondo. Nel caso di Federico Barbarossa, chiaramente, Russia e Germania non avevano gli stessi interessi.

 

Civilization VI

Federico Barbarossa di Germania. Stron*o.

I leader restano spesso inflessibili nelle loro decisioni
Il problema è che è stato sufficiente cambiare forma di governo (da Oligarchia a Autocrazia, per esigenze di cui parleremo a breve) e intrattenere rapporti di sovranità con una Città-Stato (altro grande ritorno da Civilization V, stavolta decisamente migliorato) per contrariare il buon Federico, che da quel momento fino all’Età dell’Informazione (la fase finale della partita) non ha più voluto saperne di stringere un’amicizia con noi e, anzi, ha spesso denunciato la nostra civiltà alle altre nazioni, facendo crollare buona parte dei rapporti diplomatici. A sopportare lo sguardo in cagnesco di un leader germanico per due millenni, chiaramente, un po’ girano i ci si stanca; ma della giusta punizione di Federico Barbarossa tratteremo in chiusura.

Quel che importa è che Federico Barbarossa è stato solo la punta dell’iceberg di tutte le scelte illogiche compiute da un gran numero di leader nel corso delle ere successive, in cui gli scambi hanno raggiunto anche richieste astronomiche che, com’è ovvio, non sono state soddisfatte. Il problema è che i leader restano spesso inflessibili nelle loro decisioni, e difficilmente osano nei confronti di un’altra nazione: a parte il caso isolato dell’India di Gandhi (la cui capitale è caduta per mano dell’Impero Arabo), infatti, le altre dichiarazioni di guerra hanno portato a pochi sviluppi e cambiamenti nel panorama geopolitico mondiale, tanto che abbiamo svolto il 99% della partita semplicemente restando sul continente originario ed evitando il passaggio via mare.

Nonostante la cattiva gestione dell’IA, tuttavia, i rapporti diplomatici con le altre nazioni si sono svolti spesso con discreta tranquillità, al punto da riuscire a stringere un’alleanza con Pedro II di Brasile, la prima civiltà per ricerca scientifica in tutto il globo. E, a parte qualche bug occasionale (come una discutibile gestione delle unità militari sul territorio o una partita improvvisamente bloccata sul turno della Germania – e siano benedetti i salvataggi automatici), l’ascesa della Russia ha visto poche difficoltà di natura realmente tecnica, tanto che la formula di gioco ha sempre permesso di aggirare tutti i problemi di sorta per rimontare in vetta alla classifica (con le giuste strategie, si intende).

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