Recensione Assassin’s Creed IV: Black Flag

Circa un anno fa eravamo pronti a rivivere la guerra d’indipendenza americana, nei panni di Connor Kenway, uno dei tanti antenati di Desmond Miles, il protagonista della serie Ubisoft più proficua della generazione; Assassin’s Creed III si rivelò però una delusione per molti dei fan storici, vuoi per un protagonista poco carismatico, vuoi per una serie di bug disturbanti e nefasti che minavano tutta l’esperienza di gioco.
Assassin’s Creed IV: Black Flag (Da ora denominato semplicemente ACIV) si pone come obiettivo la riconquista dei fan perduti, oltre che l’arduo compito di portare avanti la storia della serie dopo il criptico finale del terzo (o quinto n.d. Guido) capitolo.

Versione Testata: PS3

Do What You Want Cause a Pirate is free…

ACIV è il primo titolo della serie a tornare indietro nel tempo, almeno nell’animus, mettendoci nei panni del nonno di Connor: Edward Kenway, trasportandoci nell’età dei pirati, per scoprire le sue gesta da bucaniere, e di come entrò a far parte dell’ordine degli assassini.
Solcando i mari dei Caraibi del 1700, incontreremo come di consueto personaggi realmente esistiti come Barbanera, Woodes Rogers e tutta una serie di altri pirati che avranno ruoli più o meno fondamentali nell’avventura dell’antenato di Desmond.
Tra intrighi, tradimenti, colpi di scena più o meno scontati, la storia principale nell’animus coprirà circa venticinque ore, che aumenteranno esponenzialmente se vorremo visitare l’intera mappa (la più vasta della serie) e raccogliere fino all’ultimo doblone sepolto.
Infatti oltre ai classici avvenimenti che porteranno avanti la vita di Edward, potremo dedicarci ad una vasta serie di sottomissioni e sotto-trame, per svelare tutti i segreti dei Caraibi; dalla conquista dei forti corazzati a colpi di cannone, agli arrembaggi e ai saccheggi delle navi nemiche, fino alla caccia già vista in ACIII, estesa questa volta anche alle creature marine, e agli ormai consueti contratti d’assassinio, divisi tra missioni navali e omicidi sulla terraferma.
Nel presente invece facciamo la conoscenza dell’Abstergo Entertainment, ramo d’intrattenimento dell’Abstergo Industries, che a quanto pare vuole donare ai giocatori delle nuove esperienze ludiche ricostruendo determinati periodi storici solo per il gusto di farlo, sta a voi giocatori scoprire cosa si cela dietro questa nuova realtà in cui Ubisoft Montreal ha deciso di catapultarci.
Come di consueto anche con ACIV la trama resta uno dei punti forti del titolo: la voglia di scoprire cosa si cela dietro l’Abstergo Entertainment, come ha fatto Haytham a separarsi dalla strada del padre Edward e le avventure per mare di quest’ultimo terranno incollati al pad i fan della serie e anche quelli che hanno deciso di dare un’ultima possibilità al brand dopo le ultime delusioni.
Edward risulta più carismatico del nipote (Non che ci volesse molto n.d. Guido) ed è disposto a tutto pur di realizzare il proprio sogno; sebbene ancora non raggiunga i fasti di Altair ed Ezio, con Edward, Ubisoft è riuscita a creare un personaggio quantomeno sopportabile e che si fa apprezzare per le proprie gesta.

…You Are a Pirate!

Il gameplay di ACIV resta immutato rispetto ai precedenti capitoli, almeno per quel che riguarda il parkour e le battaglie con i soldati nemici; ci troveremo infatti per l’ennesima volta di fronte all’IA sotto sviluppata degli avversari che, come ormai da tradizione, ci delizieranno attaccandoci uno alla volta, in rigoroso ordine, pronti a farsi squartare dal nostro corsaro. Gli unici casi di disfatta durante le battaglie saranno dovuti ad errori di distrazione, o alla parata effettuata in ritardo, tutto ad opera del giocatore stesso, e non a causa di una reale difficoltà.
Neanche il sistema di parkour è cambiato, e permette anche ad Edward, come ai suoi predecessori e successori, di arrampicarsi quasi ovunque, di correre su corde tese come un’equilibrista circense per poi abbattersi sulle ignare guardie la cui unica colpa è passare per quella via nel momento sbagliato; purtroppo durante gli inseguimenti, capita di bloccarsi contro diversi oggetti, mentre il personaggio resta indeciso tra lo scavalcare l’ostacolo e l’aggirarlo, perdendo momenti preziosi nella corsa contro le vittime. Un errore di calibrazione che si ripete ormai da cinque capitoli e che sarebbe ora di rivedere.
Se le lotte contro i nemici e le meccanica di arrampicata non hanno subito alcun cambiamento in ACIV, lo stesso non si può dire per il gameplay della nave: migliorando tutte le buone qualità di uno dei pochi punti forti del terzo capitolo, comandare il veliero di Edward risulterà comodo e immersivo, anche per tutte le piccole attività aggiunte dal team di Montreal.
Gli eventi dinamici, dai cambiamenti climatici alle bestie marine da arpionare, capitano casualmente mentre ci muoviamo tra un’isola e l’altra, rendendo ogni viaggio un’esperienza diversa, almeno per la maggior parte delle ore di gioco. Infatti, una volta visitati tutti i luoghi del gioco, potremo muoverci da un estremo all’altro della mappa grazie i viaggi rapidi.
Anche le battaglie navali hanno subito un paio di miglioramenti, come una diversificazione delle munizioni dovuta all’inquadratura della telecamera: ad esempio se la punteremo sui lati della nave potremo sparare una raffica di bordata, oppure guardando dritti davanti a noi (a prua) useremo le palle incatenate; queste e altre armi acquistabili rendono le battaglie con gli altri velieri molto più strategiche e imprevedibili, tramutandole nella vera e propria parte più difficile di tutto il gioco.
Non solo le fasi a bordo delle navi sono state migliorate, anche l’ormai storico Occhio dell’aquila, il sesto senso degli assassini che permette di individuare nemici, bersagli e nascondigli, ha subito un restyle. In ACIV evidenziando un avversario, o un obiettivo, questo rimarrà visibile anche attraverso i muri, o a qualsiasi ostacolo si frapporrà durante i nostri inseguimenti; Purtroppo anche disattivando l’occhio, il nemico evidenziato non potrà essere deselezionato, risultando confusionario ed esteticamente orrido, e sovrapponendolo alle varie texture ambientali, una scelta stilistica evitabile e discutibile.

Otto uomini sulla cassa del morto

Con ACIV Ubisoft Montreal ha cercato di migliorare anche la connettività tra i giocatori, perfino nel single player, notiamo l’evoluzione degli accessi cloud di ACIII, trasformati in obiettivi comunitari come lamantini enormi da cacciare in mare, o forzieri ricchi di dobloni in determinati luoghi. Per accedere a questi eventi basterà avere almeno un altro amico che sta giocando ad ACIV, più se ne hanno, più eventi speciali accadranno sulla nostra mappa.
Inoltre alla fine di ogni ricordo di Edward, potremo inviare una valutazione a Ubisoft Montreal su una base di cinque stelle, per far sapere se abbiamo apprezzato o meno il livello appena concluso.
I nostri adepti assassini invece sono sostituiti da una flotta navale, che potremo formare abbordando le navi nemiche, e che, esattamente come gli alleati nei precedenti capitoli, ci permetteranno di ottenere introiti extra con missioni a tempo dalle meccaniche gestionali.
Novità anche nel comparto multiplayer vero e proprio, con una rinnovata modalità Branco, introdotta in ACIII, che ci permette questa volta di seguire una storia vera e propria e non solo di inseguire in co-operativa con altri tre amici o da soli i bersagli della CPU.
Alle modalità classiche introdotte da Brotherhood si aggiunge infine, la modalità Laboratorio, che ci permette di creare le nostre regole di gioco e di renderle pubbliche agli altri giocatori: questo ci permette di modificare una modalità già esistente, secondo i nostri gusti, per poi giocarla con gli amici o con il resto della community; una forma di libertà che non si era mai vista nell’ormai ripetitivo multiplayer della serie e che riesce così finalmente a svecchiarlo.
Bisogna citare infine le odiate microtransazioni, che tornano anche in questo sesto capitolo ( hanno esordito in ACIII) e che si espandono a personaggi extra per il multiplayer oltre che all’acquisto di abilità per il proprio avatar; bisogna far notare però che tutti questi extra sono acquistabili anche con monete di gioco, ma logicamenteci vorrà molto più tempo per accumulare la quantità di punti Abstergo necessari.

Ti sento ma non ti vedo

Quello che l’anno scorso risultò essere il difetto più grosso di ACIII, è sicuramente il lato tecnico, come riassunto all’inizio di questa recensione infatti, il gioco presentava innumerevoli bug, grafici e non, pronti ad assalire il giocatore dietro ad ogni angolo della mappa.
Fortunatamente ACIV non soffre dello stesso problema, o almeno, non ne abbiamo riscontrati durante le trenta ore di gioco passate a navigare e a cercare tesori in compagnia di Edward Kenway.
Purtroppo, se da un lato mancano i fastidiosi difetti , dall’altro il comparto grafico risulta ormai datato e poco definito, soprattutto nei modelli poligonali dei personaggi.
Gli ambienti invece risultano piacevoli e le palette di colori caldi rendono a pieno l’atmosfera caraibica e piratesca che il gioco vuole proporre: in particolare le isole sono suggestive sia viste a bordo della nave che da terra, rendendo il tutto molto più emozionante rispetto alle distese di neve di ACIII.
Se c’è una parte del lato tecnico della serie, che Ubisoft Montreal non sbaglia mai, è sicuramente quella musicale: anche in ACIV la colonna sonora calza a pennello con la situazione, passando da brani calmi per i momenti di relax, a canzoni concitate per gli inseguimenti e i combattimenti; inoltre sono presenti tanti brani pirateschi sparsi per la mappa di gioco, che verranno intonati dalla ciurma di Edward durante le traversate in nave. Un ulteriore dettaglio che si aggiunge a tutti i manoscritti e documenti curati alla perfezione dal team di Montreal per non far crollare l’universo di Assassin’s Creed su se stesso.
È piacevole notare infine, come il doppiaggio di ACIV risulti ben sincronizzato ( ricordiamo quello ottimo ma fuori sync di ACIII) ed il personaggio di Barbanera sia stato affidato a Francesco Pannofino, una delle migliori voci italiane degli ultimi vent’anni, mentre Edward ha la voce di Alessandro Capra, giovane doppiatore che riesce a caratterizzare perfettamente il nonno di Connor.

Tutti i difetti tecnici sovracitati potevano essere facilmente evitati se il titolo fosse uscito fra qualche mese, invece che rispettare l’ormai classica cadenza annuale.
Fortunatamente questa volta gli errori sono meno del solito, rendendo Assassin’s Creed IV: Black Flag un ritorno alle origini della serie, senza però raggiungere ancora i fasti dei capitoli migliori del brand.

Verdetto
8 / 10
Piradi Imbescilli
Commento
Dopo le bruciature e le cadute tecniche, subite con AC:Revelations e ACIII, il mio approccio al gioco non è stato dei migliori, fortunatamente il titolo è risultato divertente come i primi capitoli, e mi ha piacevolmente sorpreso: Black Flag forse segna l'inizio di una risalita del brand degli Assassini, sebbene ormai la serie soffra dell'uscita a cadenza annuale. Black Flag è sicuramente consigliato ai fan di lunga data, e a coloro che amano le ambientazioni piratesche: sebbene il basso livello di sfida potrebbe scoraggiare molti degli utenti, il titolo trae la propria forza proprio dal contesto in cui si svolgono le avventure di Edward, e dalle molteplici cose extra che si possono fare esplorando la vasta mappa di gioco.
Pro e Contro
Fasi in nave divertenti e immersive
La mappa più vasta della serie
Musiche piacevoli e coinvolgenti

x IA peggiore del solito
x Modelli poligonali datati
x Subisce cali di Frame e rallentamenti

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