Filippo Veschi

Speciale Speciale: Inside New 3DS

È passata poco più di una settimana dall’annuncio di Nintendo dell’ennesima revisione di 3DS, New 3DS. Un modello che si presenterà sia nel formato standard che in quello XL, e che per la prima volta va ad introdurre modifiche sostanziali all’hardware della piattaforma. Se infatti il “vecchio” 3DS XL era solo una versione più grande di 3DS, con identiche specifiche tecniche, e se 2DS era solo un modello economico privo della funzionalità 3D e con diverso fattore forma, New 3DS è un hardware di rottura con il passato, che anche a livello tecnico si pone “a metà strada” tra 3DS e la futura console portatile di Nintendo. Prima di tutto i fatti: New 3DS presenterà una CPU con una velocità di clock maggiore di quella di 3DS, oltre che un maggiore quantitativo di RAM. Presenterà un secondo stick analogico ed un migliore schermo 3D. Tutte migliorie che permetteranno lo sviluppo di giochi “New 3DS Only” o “New 3DS Enhanced“, andando di fatto a frammentare l’utenza di 3DS: Chi acquisterà New 3DS potrà giocare alla totalità dei titoli prodotti per l’ecosistema portatile Nintendo, chi resterà sul “vecchio” 3DS si perderà qualcosa. Non molti hanno facilmente digerito la cosa, ma ora, a mente un po’ più fredda, andiamo un po’ a ragionare sul perché Nintendo abbia deciso di produrre una console che già si preannuncia controversa e quali possono essere gli obbiettivi della casa di Kyoto nel medio e lungo termine.

Un po’ di storia: i precedenti

Storicamente non si tratta della prima volta che Nintendo attua un’operazione del genere. Nel 1998 l’azienda lanciò l’incarnazione finale della sua prima storica portatile, il Game Boy Color. Oltre ad introdurre il display a colori, questa revisione hardware presentava una migliore CPU (Uno Zilog Z80, simile strutturalmente allo Sharp LR35902 presente nei Game Boy Pocket e “mattone“) con due modalità: una a 4 MHz, utilizzata per i titoli Game Boy, ed una a 8MHz, utilizzata per i giochi Game Boy Color Only. Similmente il Color aveva anche un quantitativo di RAM quadruplo ed un quantitativo di VRAM raddoppiato. Ciò permise l’uscita di titoli Game Boy Color only, che non erano tecnicamente possibili sul vecchio Game Boy, ad esempio come i due Zelda Oracle o come i Pokémon della seconda generazione. 10 anni dopo, nel 2008 (2009 in occidente) successe più o meno lo stesso con l’ecosistema di Nintendo DS. Nintendo DSi frammentò la base installata, con caratteristiche tecniche migliorate (clock della CPU raddoppiato, RAM quadruplicata), l’introduzione della fotocamera e di nuove funzionalità software (il web browser, lo Shop DSi). Mentre nel caso di Game Boy Color vedemmo delle vere e proprie killer application uscire sulla piattaforma, con DSi accadde qualcosa di un po’ diverso: le migliorie tecniche furono perlopiù utilizzate per introdurre funzioni software come i già citati browser e shop, ed i giochi DSi Only e DSi Enhanced si contano sulle dita di una mano. Pochi, piccoli giochi, perlopiù titoli sperimentali rilasciati sullo shop digitale, di scarso interesse per il grande pubblico e di limitata diffusione. Se da questi due esempi storici è possibile estrapolare un pattern, potremmo dire che è prassi di Nintendo realizzare negli anni finali della vita di una sua console portatile una revisione che ne modifica le specifiche tecniche, introducendo caratteristiche che poi verranno riprese ed espanse nelle successive console portatili. Un qualcosa a metà strada tra un tentativo di limitare il declino negli anni finali di vita di una piattaforma ed un testing ground per caratteristiche da introdurre con la successiva console portatile.

Il tramonto di 3DS

New 3DS sembra rispettare in pieno questo pattern. Anche se l’ultima console portatile di Nintendo ha solo 3 anni e mezzo di vita, da un punto di vista di vendite e titoli in sviluppo è già chiaramente avviata verso il viale del tramonto. Complice l’esplosione del mobile gaming su smartphone e tablet, 3DS avrà una vita più breve dei suoi predecessori. Per quanto riguarda le vendite, nonostante l’uscita di pezzi da 90 come Pokémon, Animal Crossing, Luigi’s Mansion, Fire Emblem e Monster Hunter, il quantitativo di 3DS piazzati nel 2013 è stato inferiore a quello delle console vendute nel 2012. E per quanto riguarda i dati relativi al primo semestre di questo 2014, si prospetta un massiccio calo Year-over-year. Il picco di vendite è stato quindi toccato nel 2012, e siamo già nel secondo anno consecutivo di calo. Per quano riguarda i titoli in sviluppo, basta dare un’occhiata alle release list. Salvo che per l’occasionale titolo prodotto da sviluppatori giapponesi (che magari impiegano anche mesi ed anni a venir localizzati) le case third party hanno più o meno abbandonato la piattaforma, attratte dai guadagni facili del mondo mobile e dalla fama e visibilità dello sviluppo su console casalinghe. Gli sviluppatori indie, che sempre più si stanno rivelando linfa vitale per altre console in crisi come Wii U e PS Vita, non hanno vita facile su 3DS: la console non è sufficientemente potente da supportare HTML5 e Unity, due degli ambienti di lavoro più diffusi, e ciò limita fortemente il numero di titoli indie in uscita sul Nintendo eShop. Nintendo stessa, concentrata sul produrre titoli Wii U, la piattaforma che al momento necessita maggiormente di spinte, ha un po’ messo in secondo piano lo sviluppo 3DS e ridotto il numero di titoli in lavorazione per la portatile. Al tempo stesso però, sappiamo che Nintendo non è ancora pronta per mandare 3DS in pensione. La casa giapponese sta lavorando ad un ambiente di lavoro unificato per le sue prossime piattaforme portatili e casalinghe, e probabilmente la casa di Kyoto avrà bisogno di ancora 1 anno e mezzo, forse 2 anni prima di rilasciare il successore di 3DS. Ecco che quindi New 3DS appare come tentativo di dare nuova linfa vitale all’ecosistema 3DS, e di sperimentare funzioni che verranno implementate, tra circa 2 annetti, nel suo successore.

Tra Indie, Porting, HTML5 e Virtual Console: le possibilità di New 3DS

L’incremento della RAM e della velocità del processore consentiranno innanzitutto un porting più facile dei vecchi titoli Wii, come il già annunciato Xenoblade Chronicles, permettendo a Nintendo di riempire la release schedule senza sottrarre troppo lavoro ai team impegnati su Wii U e sui successori di 3DS e Wii U. Ma non solo. New 3DS è ora in grado di gestire applicazioni HTML5, e l’incremento di specifiche potrebbe anche permettere l’arrivo di Unity sulla piattaforma, difatti rendendola di nuovo un terreno fertile per gli sviluppatori indie. Potremmo addirittura assistere al tanto richiesto sbarco dei titoli GBA e SNES sulla virtual console di 3DS. Il motivo per cui queste piattaforme non erano presenti tra i titoli digitali dello shop di 3DS era infatti strettamente tecnico: 3DS non era sufficientemente potente per permettere l’emulazione di quelle piattaforme mantenendo il sistema operativo in background. I dieci titoli GBA resi disponibili agli Ambassador infatti non girano con l’OS di 3DS in background, ma lo disattivano, una soluzione che Nintendo reputava non accettabile per il grande pubblico. Questi problemi potrebbero essere bypassati completamente su New 3DS, e tra porting da Wii, Virtual Console SNES e GBA e titoli Indie la piattaforma potrebbe godere di un paio d’anni di vita dignitosa. Al tempo stesso, la versatilità di New 3DS in HTML5 permetterà una migliore gestione del Nintendo eShop, del browser, dell’applicazione di Miiverse… tutte cose volte ad unificare l’esperienza utente su 3DS con quella su Wii U. L’obbiettivo è chiaro: il famoso ecosistema unificato a cui Nintendo sta lavorando ormai da tempo e che sarà varato con le prossime piattaforme casalinghe e portatili. Cosa aspettarci quindi da New 3DS? Una migliore integrazione dei servizi di Miiverse e del Nintendo Network ID. Magari un’applicazione su larga scala di politiche di cross-buy, forse anche per titoli virtual console. Un avvicinarsi ad un sistema di account vero e proprio. Una piccola anticipazione di quello che costituirà la colonna vertebrale dell’ecosistema unico che Nintendo ci proporrà tra un paio d’anni. Anche se di questo parleremo meglio un’altra volta.

I rischi

Ovviamente non tutto è oro quel che luccica ed anche l’operazione New 3DS contiene risvolti negativi. In particolare la frammentazione dell’utenza e lo scontento di chi già possiede 3DS. Se lo scopo di New 3DS sarà quello di reinvigorire lo sviluppo sulla piattaforma, sicuramente ci sarà uno scoglio da affrontare: i titoli New 3DS Only non funzioneranno sui vecchi 3DS, ed invece di una base installata potenziale di quasi 45 milioni di console ci si ritroverà con una base installata che riparte da zero. Probabile quindi che a parte una manciata di titoli esclusivi, la maggior parte degli sviluppatori opterà per titoli Enhanced, ovvero che funzionano anche sui vecchi 3DS ma che sui nuovi presenteranno caratteristiche aggiuntive. Allo stesso modo molti di quei 45 milioni di possessori di 3DS saranno arrabbiati per l’impossibilità di fruire della totalità dei titoli che verranno lanciati nei prossimi 2 anni. Alcuni, magari gli early adopters e coloro che iniziano ad avere 3DS malfunzionanti, faranno di buon grado l’upgrade, ma è prevedibile che la maggior parte degli attuali possessori di 3DS rifiuterà la nuova console. Riuscirà quindi il nuovo 3DS a ritagliarsi una sua nicchia di mercato, una nicchia che sia commercialmente favorevole agli sviluppatori? Chi lo sa. E riuscirà Nintendo a recuperare lo scontento degli attuali possessori della console, anche in vista del lancio delle sue future piattaforme? Chi lo sa. La storia ci insegna che operazioni simili, quelle di GBC e DSi, sono andate a buon fine, ma in un mondo così frenetico ed in continuo mutamento come l’industria dei videogiochi, nulla è mai certo. Staremo a vedere, ovviamente tenendo a mente l’adagio che ci insegna a non sottovalutare mai le mosse delle grande N.

Tag:

#LiveTheRebellion