Watch Dogs Legion, una ribellione che parte dal basso

Nel mezzo di un periodo in cui la voglia di ribellione sembra incredibilmente diffusa, è il momento giusto per qualcosa come Watch Dogs Legion. Trasparirà più volte, ma è proprio la ribellione al centro del nuovo titolo Watch Dogs, ben nascosta dietro un titolo dai colori anche piuttosto accesi per i temi che tratta. Colori spesso nascosti dietro quelli che sembrano di un macchinone modificato con tanto di neon colorati.

Dopo tanti anni di soli giochi con un messaggio da tramandare in modo palese, fa sempre bene qualcosa di meno impegnativo. Salgo dunque su una moto – in-game, ovviamente – e al suono della Cavalcata delle Valchirie sfreccio tra le vie della città di Londra esplorando innanzitutto la città. E, di tanto in tanto, solcando il cielo ancora in posizione seduta dopo aver incidentato contro un’auto. No, non sento storie: la guida a destra non è questione di abitudine.

Rialzandomi rivedo dal primo all’ultimo tutti gli ultimi anni passati coi titoli Ubisoft, riassunti in pochi ma esaurienti bug. Un autobus gira l’angolo, appoggia la fiancata contro un palo, lascia scendere un passeggero e riparte come nulla fosse. Una donna, probabilmente fan di Tobi da Naruto, decide che è troppo mainstream aprire la porta e la attraversa. Tra l’altro quasi non mi accorgevo di quel palazzo là, che si renderizza vistosamente man mano che quello tra me e lui ne scopre la vista.

No dai, non può iniziare così. Chiudo gli occhi, prendo un respiro profondissimo e ricomincio a giocare.

Ribellarsi alle ingiustizie

Dei precedenti due titoli Watch Dogs Legion prende la stessa volontà di ribellione alla stessa potente minaccia, che sarà dunque il punto centrale di questa recensione. È il central Operating System, detto ctOS: un mega sistema di sicurezza radicato molto in profondità nella vita dei cittadini. La storia si sposta a Londra, dove l’organizzazione di hacktivisti ribelli DedSec subisce un pesante attacco e viene accusata di atti di terrorismo, perdendo così anche la fiducia del popolo di cui fa il proprio motore.


Per approfondire:
Watch Dogs 2
L’obiettivo principale del DedSec, stavolta, è dunque quello di ricostituirsi per poi portare a termine l’ennesimo attacco alla Blume, la compagnia responsabile della distribuzione a livello mondiale del ctOS. Non è tutto: i loro nemici sono molteplici, e c’è dunque bisogno di spianarsi la strada verso il successo. Quartiere dopo quartiere, l’organizzazione dovrà ripulire il proprio nome e guadagnarsi il furor di popolo, perché il colpo di grazia ai poteri forti sia efficace.

Questo si realizza innanzitutto nelle “occasioni quartiere”, missioni secondarie non troppo variegate utili ad allentare l’influenza nemica e ripulire il nome del DedSec. A diluirne una pericolosa ripetitività, la trama si ripartisce in quattro filoni principali, le cui missioni possono restare attive in contemporanea. Tratta di schiavi, lobotomizzazione di esseri umani, controllo militare e tecnologico: questi i temi all’ordine di ciascun filone. Tematiche che forse sarebbe stato carino esplorare con tempistiche di gioco meno ristrette.

Ribellarsi al single playable character

A fronte di una trama che tratta temi anche abbastanza importanti, ma incorniciata da un’immagine che non riesco a non definire “tamarra”, veniamo alla parte più interessante del titolo. In Watch Dogs Legion, Ubisoft fa proprio il concetto di ribellione per come è concepito. Scegliere il sesso? Personalizzare il personaggio dai capelli alla cellula di zigomo? Vestirlo a propria immagine e somiglianza?

Qualsiasi vostro sfizio di personalizzazione trova ora sfogo in un roster di personaggi enorme. A dir poco: per rimpinguare i ranghi del DedSec potrete chiedere aiuto a quasi qualunque cittadino di Londra (escluse, ovviamente, le guardie). Ogni volta darete avvio ad una missione reclutamento, che se portata a termine vedrà aggiungersi un nuovo membro alla squadra. Fa piacere notare come ciascuno, nel proprio piccolo, abbia un diverso contesto.

Una Legione da costruire

Non più un singolo personaggio o una squadra dal numero fisso. In qualsiasi momento, Watch Dogs Legion vi darà la possibilità di fare una vera e propria spesa di membri da aggiungere alla ribellione. Potrete pianificare quali reclutare profilandoli prima di avviare la missione, consultando le abilità di cui dispongono (ad esempio, i più ribelli potranno chiamare in soccorso le persone circostanti se sono in difficoltà).

Tutti possono essere personalizzati anche esteticamente a proprio piacimento, in uno dei numerosissimi negozi di questa Londra distopica. Vestiti, occhiali, maschere e zaini – chi più ne ha più ne metta. La sezione negozio del gioco poi sfoggia un vistoso Aiden Pearce, protagonista del primo Watch Dogs – come a suggerire nuovi oggetti avatar in arrivo. O forse le vere vecchie conoscenze…?

Ribellarsi, ma senza rinunciare all'umanità

L’umanità è uno dei concetti principali del gioco, e verrete invitati sin dall’inizio a trattenere la pistola finché potete. Non che si venga puniti in qualche modo nel caso si decidesse di freddare una guardia piuttosto che tramortirla a mani nude. Tuttavia fa sempre più figo infiltrarsi in modalità stealth ed apparire da dietro gli angoli per tramortire le guardie. O ancora, farlo restando fuori pericolo e mandando in avanscoperta uno Spiderbot.

Gli Spiderbot fanno parte di un’altra delle opzioni di personalizzazione personaggio, ovvero i gadget. A fronte di un numero più che decente e vario ma limitato, ciascun personaggio potrà utilizzarne una selezione ancor più limitata – ristretta ad uno assegnato da voi (potete cambiarlo in ogni momento), più quelli tipici del personaggio. Sono questi i più variegati, dalla chiave inglese al megafono per chiamare in aiuto i passanti.

Anche oltre la morte (?)

Morte permanente Un passo falso e perderete un personaggio per sempre. In compenso, schiantarvi ovunque a 200km/h avrà solo un simpatico effetto ragdoll.

Volete ulteriormente complicarvi la vita? È sufficiente attivare la modalità Morte permanente. Non servono spiegazioni, e personalmente non ho avuto da pensare due volte per decidere di attivarla. Fatelo, e in ogni momento valuterete la vita di ogni singolo membro da voi reclutato come se fosse una persona vera, accanto a voi, con una pistola puntata alla tempia. Pensate a vederla morire.

Il concetto può sembrare banale – “tanto ci sono una marea di personaggi” – ma in realtà crea un’esperienza molto immersiva. Se siete il tipo di giocatore che simpatizza per il proprio alter ego virtuale, di sicuro una morte non passerà inosservata. Si tratta di un piccolo sacrificio per qualcosa di più grande… and yet.

Ribellarsi a un oppressore... quale?

Dietro Watch Dogs Legion c’è il concetto importante che la ribellione parte dal basso, concetto che forse rischia di passare inosservato per i toni un po’ tamarri del titolo ma che fa da fulcro alla recensione. L’idea, in realtà, già i due titoli precedenti la incarnavano negli hacktivisti del DedSec – ma qui viene ingigantita dalla presenza di una vera e propria legione. Una popolazione intera il cui animo va smosso per liberarsi dagli oppressori.

Watch Dogs Legion
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Questo oppressore in Watch Dogs è la tecnologia: una lama a doppio taglio, al servizio dell’umanità ma usata per gli scopi sbagliati. Un’intelligenza artificiale usata per controllare, non per tenere sotto controllo. Uno strumento così affascinante che c’è chi vota ad esso la propria vita, ma sperimentando prima su quella degli altri.

E tuttavia lo stesso strumento viene usato da altri meno potenti, per restituire il favore a chi ne ha perso di vista il vero scopo. Anche gli attivisti di Legion, seppur depotenziati rispetto ad Aiden “God Mode” Pearce, riescono a trarne il massimo ed il meglio a loro vantaggio, con gli occhi puntati all’obiettivo.

Uno strumento che può davvero regalarci la vita eterna… ma a quale prezzo?
Verdetto
8 / 10
L'unica cosa che non muore in permanente sono i bug. Plot armor?
Commento
Watch Dogs Legion fa suo il concetto di ribellione ai soprusi, che dovrebbe essere molto caro anche a noi. Sfrecciate per Londra con la musica classica nelle orecchie, fermandovi ogni tanto a reclutare attivisti dalla folla. La Morte Permanente rende tutto molto più immersivo: consigliatissima.
Pro e Contro
La Legione e il permadeath
Musica classica ad alta velocità
Tematiche

x Corto, troppo
x L'alta velocità
x Drammi di rendering

#LiveTheRebellion