Recensione Tom Clancy’s Ghost Recon: Future Soldier

Dopo una pausa di diversi anni, la famosa saga dei fantasmi creata da Tom Clancy torna a infuocare i campi di battaglia del futuro con un titolo che torna, in pompa magna, alle basi del brand senza disdegnare i canoni attuali degli sparatutto in terza persona. Diversamente da altre IP del celebre scrittore, come Rainbow Six, la serie di Ghost Recon non era purtroppo mai riuscita a farsi sentire in modo pesante sul mercato a causa della sua particolare schiera di fan, amanti degli shooter tattici e non di inverosimili battaglie in pieno stile Hollywood presentate da altri titoli. Con Ghost Recon: Future Soldier, però, Ubisoft riesce a entrare con tutta forza anche nelle collezioni del giocatore medio, facendo iniziare a credere ai fantasmi sempre a più persone.

 VERSIONE TESTATA: PlayStation 3

Gli anni della madrepatria si fanno sentire

In Ghost Recon: Future Soldier ritorneremo a far parte di una squadra speciale dell’Esercito degli Stati Uniti fornita dei dispositivi più tecnologici disponibili sul mercato (un po’ come sempre, insomma, n.d.r.). Le azioni del team Ghost si svolgeranno, questa volta, nel 2025 in un futuro però non molto differente dai tempi odierni: non si vedranno infatti colossali cambiamenti nel mondo a parte ovviamente i gadget hi-tech utilizzati in battaglia. In questo episodio, come mai, potremo infatti usare armi sì avveneristiche ma che fanno l’occhiolino a diversi progetti sperimentali odierni, come i Droni da combattimento, l’applicazione della realtà aumentata e molte altre diavolerie di cui si parla già dai giorni nostri. A farla da padrone sarà però l’abilità del team Ghost di poter diventare invisibili, come fantasmi, tramite un congegno di camuffamento attivabile nei momenti in cui sono fermi o si muovono lentamente.
Il gioco ci porterà in giro letteralmente per il mondo, facendoci visitare molti scenari diversi che spaziano tra i deserti africani alle distese ghiacciate della Norvegia. Purtroppo però questi cambiamenti radicali tra una missione e l’altra portano a volte ad una leggera confusione, sembra infatti che la trama sia quasi solo il contorno a azioni militari di tipologia differente. A far da complice a questa sensazione di “smarrimento narrativo” ci si mette anche la trama stessa, che non spicca per originalità o coinvolgimento e risulta decisamente inferiore rispetto gli standard di Clancy. Ci ritroveremo, come molte altre volte, a combattere un gruppo rivoluzionario russo ben carico di testate nucleari, rubate da una nazione ormai occupata e priva di governo stabile.
Delude un po’ anche il modo in cui viene presentata la squadra al giocatore. La mancanza di intermezzi o aneddoti riguardo ai personaggi non riesce a creare un’immagine definita di ciascuno di essi, dando poca profondità emotiva e caratteriale ai membri di ciascuna squadra: per dirla in soldoni, difficilmente ci affezioneremo a !questa! squadra Ghost.

Credere ai Fantasmi

La pausa “di riflessione” di diversi anni che si son presi gli sviluppatori per ridefinire le meccaniche di gioco è però decisamente riuscita nel suo intento. A differenza dei capitoli precedenti, Ghost Recon: Future Soldier si presenta come un titolo dinamico in grado di divertire sia i fan dell’azione tattica che quelli che hanno prefeito i capitoli più action della serie. Scene scriptate e azioni al cardiopalma non mancheranno e saranno in grado di spezzare a tempo debito il gameplay classico, che si presenterà però in modo importante per tutta la durata del gioco.
Ciò che differenzia questo titolo dagli altri è l’approccio con cui andremo a completare la missione: già solo la presenza del camuffamento ottico ci garantirà un approccio stealth senza pari, in pieno stile Ghost. Una nuova dinamica in chiave stealth molto interessante, presentataci ai tempi come il leitmotiv di Ghost Recon e riproposta più e più volte nei vari video e trailer dedicato al titolo, è il Tiro Sincronizzato: una volta selezionato un bersaglio per ogni membro della squadra, potremo pulire la zona in un’attimo sparando tutti all’unisono, ordinando il via alle danze con la pressione di un solo tasto. D’altro canto, chi volesse distruggere la resistenza con la potenza di fuoco lo potrà tranquillamente fare, e ciò non rovinerà comunque l’esperienza di gioco (anche se, s’intende, il cuore di Future Soldier risiede nello stealth): la presenza di un immenso arsenale personalizzabile permette di portare in missione le armi più adatte al proprio stile di gioco, accontentando così ogni tipo di “soldato virtuale” che abbranca il pad.
Il nuovo effetto di soppressione, che ci terrà incollati ad una copertura sotto il fuoco intenso, funziona decisamente bene così come funzionano altrettanto bene anche i diversi visori speciali che ci verranno presentati durante il gioco. Un esempio è il visore magnetico che ci permetterà di vedere gli oggetti metallici attraverso gli ostacoli, scovando così rapidamente i nemici anche attraverso i muri. Anche se alcune volte le missioni potrebbero sembrare simili l’una all’altra, questa possibilità di scelta permette al giocatore di poterle vivere in modo differente, andando ad inspessire un tasso di rigiocabilità già di per sè decisamente alto.
Infatti le sfide e l’esperienza co-op, a qualsiasi livello di difficoltà (anche quest’ultimi ben calibrati ma tendenti verso l’alto) garantiranno ore e ore di divertimento: vi basti solo sapere che l’intera campagna è giocabile insieme ad un massimo di 4 amici.

Tatticamente online

Ghost Recon: Future Soldier supporta una corposa esperienza multiplayer sia competitiva che cooperativa. Nel contesto cooperativo, che è quello che è stato più impresso nelle teste degli sviluppatori durante i lavori, potremo rivivere in modo molto più attraente la campagna di gioco insieme ad un massimo di 3 amici (ricordate che la comunicazione, sopratutto online, è d’obbligo qui: munitevi di microfono prima di affrontare la campagna online! n.d.r.) o resistere in una adrenalinica esperienza a 4 giocatori in Guerriglia, una modalità simile a Orda di Gears of War 3 in cui dovremo sopravvivere a ondate di difficoltà crescente.
Nella parte competitiva il gioco si presenta in modo eccellente. L’esperienza di gioco tattica del single player è ben trasposta nei campi di battaglia online. A differenza di altri titoli, in cui correre e sparare sono le parole chiave, in Ghost Recon dovremo calcolare con calma le nostre azioni per schiacciare il nemico utilizzando strategie, dispositivi e – sopratutto – gioco di squadra. Potremo scegliere tra tre diverse classi (Soldato, Geniere e Cecchino) ognuna con diversi compiti che ci verranno ordinati durante le battaglie. Il gioco di squadra è infatti incentivato da ricompense di XP e dall’impostazione ad obiettivi di tutte le modalità di gioco (come vi abbiamo mostrato sul nostro canale nella VideoAnteprima, niente modalità di gioco in stile Deathmatch, n.d.r.): per esempio la combinazione delle abilità di individuazione del geniere saranno necessarie per far combattere al massimo delle forze le altre due classi. Le mappe si presentano ben strutturate e non dispersive, fortunatamente non ci troveremo mai isolati senza anima vivo intorno a noi. Il gioco propone 4 modalità differenti ognuna con obiettivi e meccaniche diverse; si passa dalla modalità Conflitto che durante lo scontro con la squadra avversaria ci porrà dinanzi ad obiettivi diversi fino alla modalità Assedio dove ogni giocatore disporrà di una sola vita nel tentativo di distruggere l’obiettivo difeso dalla squadra nemica.
Il sistema di crescita del personaggio è ben congegnato e davvero profondo: man mano che cresceremo di livello sbloccheremo nuove armi, accessori e personalizzazioni del personaggio.  E giusto per non farsi mancare nulla, tutte le nostre informazioni online come statistiche, mappe più giocate e personaggi verranno sincronizzate sul Ghost Recon Network, un completo social network di Ghost Recon che – chiaramente – fa un po’ l’occhiolino ai più famosi Battlelog o Call of Duty Elite.

Quella è la mia arma!

Caratteristica decisamente importante ed innovativa di questo capitolo di Ghost Recon è la presenza del Gunsmith, una vera e propria personale armeria virtuale in cui potremo modificare (davvero) a nostro piacimento ogni arma del gioco. Ogni modifica andrà, ovviamente, ad influire sulle performance dell’arma: per intenderci, una canna più lunga aumenterà la gittata ma diminuirà la potenza di impatto così come un calcio fisso e non mobile aumenterà la stabilità. Sta a voi decidere cosa portarti in battaglia.
Le armi, per quanto riguarda la componente competitiva, potrebbero risultare poche per ogni fazione. Infatti le 40 totali disponibili sono divise equamente in due sezioni diverse (Ghost e Bodark, così come le fazioni) e verranno utilizzate solo dal team appartenente. Una scelta che i fanatici della customizzazione estrema potranno non gradire ma che comunque non disdegnamo. Le nostre creazioni saranno inoltre sincronizzate online sui server per essere poi studiate e ri-modificate anche tramite le applicazioni ufficiali per smartphone e tablet, dovunque ci troviamo(!).
Piccola curiosità sulla versione Xbox 360 di Future Soldier: sulla console Microsoft è disponibile il controllo del Gunsmith tramite Kinect (così come abbiamo potuto ammirare durante l’E3 dell’anno scorso, n.d.r.), purtroppo però questa funzione non è congegnata alla perfezione e spesso saremo costretti a dover passare ai controlli manuali per stanchezza o inaccuratezza dei comandi. In ogni caso, buon l’idea: può essere un buon monito per il futuro (o magari essere d’ispirazione per chissà chi…! n.d.r.)

La tecnica non è tutto

Tecnicamente il gioco si presenta in modo vario con diversi pro e diversi contro. La fisica in-game e gli effetti visivi sono ben realizzati, in grado di proporre un’esperienza davvero realistica e coinvolgente anche negli scontri più caotici.
Nota dolente è invece la veste grafica che, purtroppo, in alcune situazioni non riesce a stare al passo con i tempi. Le texture delle armi e dei soldati sono ben disegnata e dettagliate, al contrario di quelle dei personaggi snon mascherati: purtroppo la modellazione facciale e del corpo, vista nelle cutscene, è infatti molto deludente e richiama ad un livello di qualità ormai obsoleta.
Infine, parlando dell’Intelligenza Artificiale, vogliamo darvi un piccolo consiglio: se possibile giocate Ghost Recon ai livelli di difficoltà più alti, poichè a livelli più accessibili la IA dei nemici può sembrare addirittura un po’ ottusa, rispetto a quella più “razionale” e competitiva che viene proposta ai livelli di difficoltà più impegnativi.

Verdetto
8.5 / 10
A Tom Clancy piace questo elemento
Commento
Ghost Recon: Future Soldier può essere definito come il primo vero e proprio capitolo di nuova generazione per la serie. Grazie al suo gameplay classico e moderno allo stesso tempo, riesce a catturare l'attenzione di un pubblico vasto alla ricerca di qualcosa di diverso in questo mercato così saturo. Anche se pecca graficamente, potremmo definire il gioco uno degli esempi per il quale la grafica è meno importante del gameplay, un pensiero molto raro ai giorni d'oggi. Se siete amanti degli shooter tattici e/o della serie di Ghost Recon, questo è un titolo che dovete avere assolutamente nella vostra collezione, detto senza mezzi termini.
Pro e Contro
Un Ghost Recon in piena regola
Gameplay vario per tutti i gusti
Modalità online corposa e tattica

x Grafica non all'altezza
x Occasionali rallentamenti in-game

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