La terza stagione videoludica di
The Walking Dead è giunta al giro di boa: dopo un periodo di attesa non particolarmente breve, torniamo a calarci nei panni di Javier e della sua famiglia di sopravvissuti in
Above The Law. Da buon capitolo centrale, il terzo episodio
inizia finalmente a far luce su alcuni dei retroscena che ci hanno accompagnato nel duplice episodio di lancio, e mette abbondante carne al fuoco per un crescendo finale che inizieremo a vedere (se le cose vanno come devono) già nelle prossime settimane.
Purtroppo, però, Above The Law inizia a risentire del peso del passato, e in maniera ancora più netta delle
due parti di Ties That Bind,
mostra il fianco in termini di giocabilità.
Versione testata: PC
Come ormai da tradizione quando si parla di titoli a rilascio episodico, in questa recensione si farà riferimento agli avvenimenti dei primi due capitoli. Cercheremo di limitare invece qualsiasi spoiler sulla trama di Above the Law.
Parenti serpenti
LE RIVELAZIONI SONO IL MOTORE DI QUESTO EPISODIO
La storia riprende dal colpo di scena con cui c’eravamo lasciati a fine 2016: Javier e il suo gruppo di superstiti alle porte di Richmond, in un incontro che scalda il cuore ma solleva più di un sospetto. Come in precedenza, però, anche questo nuovo episodio
ci lancia inizialmente in un flashback del passato di Javier, prima di riportarci al presente per proseguire con la storia. E come al solito,
il tema centrale sono i complessi legami tra i membri della famiglia Garcia, in particolar modo tra Javier e la cognata Kate, sempre più espliciti e pericolosi.
E proprio le rivelazioni sembrano essere il motore narrativo di questo episodio, nel quale faremo la conoscenza dell’altra faccia dei New Frontier: non più solo un gruppo di superstiti spietati, ma una comunità impegnata attivamente nel ridare una parvenza di società ad un mondo in rovina. Una comunità con un governo e delle regole, di cui però
non avremo modo di “vivere” granché: il rapido giro introduttivo della cittadina, infatti, si svolge all’interno di una sequenza interattiva, e
l’esplorazione è ridotta a zero, un problema che affligge l’intero episodio, e sul quale torneremo più avanti.
Il sacrificio della giocabilità in virtù della storia, fortunatamente, non è del tutto vano: tra una rivelazione e l’altra, un sospetto e il successivo, e una sequenza filmata è la seguente, Above The Law
riesce in qualche modo a imbastire un episodio coinvolgente anche se ben poco interattivo.
Va bene il video, ma il gioco?
CI SIAMO DIMENTICATI CHE QUESTO È UN GIOCO E NON UN FILM?
Che si ami o meno una buona storia, purtroppo, resta un fatto alla base che impedisce a questo capitolo centrale di sollevarsi come avevano fatto gli altri nelle stagioni precedenti. Nonostante lo stile TellTale tenda sempre più alla narrativa e meno all’interazione,
stiamo pur sempre parlando di videogiochi, non di episodi di una serie tv! Tagliare quasi completamente l’esplorazione e l’interattività di un’avventura grafica a favore di adrenalinici quick-time event, sparuti e mai troppo dissimili,
alla lunga lascia insoddisfatti. È un problema che già avevamo notato nel precedente episodio in due parti, Ties That Bind, tuttavia
in Above The Law diventa particolarmente esplicito. Nelle tre ore circa di gioco, non avremo una sola sequenza completamente esplorativa e due sole sezioni quick-time.
Tutto il gioco è costruito su binari, e le scelte compiute, pur promettendo di essere ritirate in ballo prima della fine della stagione, al momento non sembrano avere effetti immediati, se non per qualche personaggio secondario.
Forse sarà l’effetto del finale della seconda stagione, talmente aperto da farci ben sperare in una serie che avrebbe donato maggior peso alle scelte dei giocatori (così come era stato nella prima stagione)… Oppure il fatto che in passato gli episodi erano più “autoconclusivi”, spesso con dei salti temporali tra l’uno e l’altro, mentre in New Frontier abbiamo
un unico arco narrativo, che sembra tenersi le conseguenze per il “gran finale”…
Qualunque spiegazione preferiate, però, non cambia il fatto che la storia di Javier, per quanto interessante, sembra essere troppo lineare, trasformando il giocatore in una sorta di spettatore passivo, e
dando la sensazione che i singoli episodi diventino ininfluenti rispetto all’intera stagione narrata. E da questo punto di vista verrebbe da chiedersi se tutto questo tempo tra un episodio e l’altro sia veramente stato necessario…
The Walking Glitch
Intendiamoci: nessuno mette in dubbio la difficoltà di creare un arco narrativo che deve fare i conti con il suo passato, specie quando questo è fatto da due stagioni da applausi come le precedenti.
Lee ci aveva portato alle lacrime all’inizio dell’apocalisse.
Clementine e Kenny avevano gettato le basi per narrare qualcosa di più di una semplice “origin story” (tanto per mutuare un termine cinematografico).
Con Javier, TellTale ha tentato la carta della “cinematografia”, sperimentando uno stile narrativo dalla cronologia non lineare.
LA SENSAZIONE È DI ESSERE “OSTAGGI DELLA STORIA”
Fin qui potremmo anche accettarlo, e potremmo persino arrivare a giustificare la scelta di sacrificare la linearità, magari
in virtù di un finale aperto che ancora non possiamo conoscere. Il beneficio del dubbio non si nega a nessuno, in corso d’opera. Quello che però non siamo riusciti a mandar giù, durante questa recensione, è
la sensazione di essere “tenuti in ostaggio” dalla storia: Above The Law, come già detto, non è un capolavoro. Fa il suo lavoro di episodio intermedio, e
dal piano tecnico lo fa anche in maniera piuttosto mediocre, con bug grafici che fanno sembrare Javier come una specie di puntaspilli.
Bug che persistono anche dopo alcune patch, nonostante TellTale ne abbia preso coscienza.
Tuttavia,
siamo costretti a passare sopra questi dettagli proprio in virtù di quel concetto di “arco narrativo unico” con cui TellTale ha impostato la terza stagione. Se negli episodi d’apertura abbiamo elogiato l’idea di una narrativa più cinematografica, Above The Law ne rivela il rovescio della medaglia: per i giocatori
A New Frontier è una marcia (zombie) forzata che, una volta iniziata, è impossibile da interrompere senza vanificare quanto fatto sinora. Speriamo solo che in fondo a questo cammino
ci sia un finale che tenga conto degli ostacoli incontrati…
Verdetto
6 / 10
"Ciuf ciuf, figli di messicana!"
Commento
Pro e Contro
✓ Personaggi dalla psicologia complessa
✓ Impostazione altamente cinematografica
x Frequenti glitch grafici
x Interattività ridotta al minimo
x Storia sempre più lineare
#LiveTheRebellion