Dopo le avventure grafiche ad episodi basate su Back To The Future e Jurassic Park, Telltale Games ha deciso di avvicinarsi ad una serie molto meno conosciuta ma che negli ultimi anni ha fatto molto parlare di sé, sia negli Stati Uniti che in Europa. Ci riferiamo a The Walking Dead, inizialmente partorito dalla mente geniale di Robert Kirkman e portato in vita dai disegni di Tony Moore e Charlie Adlard, ma che è stato portato al successo dall’omonimo telefilm (che si ispira solamente all’opera fumettistica) trasmesso da AMC (in U.S.A.) e da Fox (nel nostro paese).
Con i cinque episodi di The Walking Dead, Telltale vuole dare un prequel alla serie a fumetti di Robert Kirkman, separandosi quindi dal telefilm che ha fatto incetta di premi e di fan negli ultimi tre anni, e dando spiegazioni ad alcuni avvenimenti non narrati su carta, come ad esempio cosa faceva Glenn prima di unirsi al gruppo di Rick o come Hershel abbia perso il primo figlio (Episodio 1: A New Day) oppure ancora che esistono altre comunità utopistiche come Alexandria e Woodbury (parliamo di Crowford nell’Episodio 4: Around Every Corner).
VERSIONE TESTATA: PlayStation 3
Impersoneremo Lee Everett, ex professore universitario accusato di omicidio che, mentre viene trasportato verso la prigione, si trova nel bel mezzo dell’epidemia zombie che invade il mondo di Kirkman. Molto presto incontreremo la co-protagonista della nostra avventura, la piccola Clementine, lasciata a casa da sola dai genitori e presa in custodia dallo stesso Lee, che nel corso dei cinque episodi diventerà una figura paterna per la piccola.
Durante il loro viaggio, i due sopravvissuti incontreranno decine di personaggi diversi, buoni o cattivi, che cambieranno atteggiamento a seconda della risposta data dal giocatore.
The Walking Dead riesce a trasmettere l’ansia e l’atmosfera cupa del fumetto di Kirkman, anche grazie alla diretta collaborazione di quest’ultimo per la produzione del gioco.
Con The Walking Dead, Telltale Games si è voluta discostare dai suoi precedenti lavori, dove l’avventura proseguiva lineare e liscia fino alla fine; un’avventura grafica quasi nella norma, con dialoghi interattivi e quick time event per sconfiggere gli zombie o qualche umano ostile, insieme alla classica esplorazione e raccolta di strumenti, che sta alla base di ogni gioco di Telltale Games. Con la prerogativa che ogni scelta propostaci condizionerà molto di ciò che la narrazione ci proporrà.
Nei cinque capitoli di The Walking Dead, tutti i comprimari ricorderanno le decisioni prese negli episodi precedenti, serbando rancore o aiutandoci senza esitazione (Episodio 4: Around Every Corner) in modo tale da cucire l’avventura sulle nostre scelte; la trama subirà quindi qualche modifica a seconda del nostro gusto e di come ci saremo comportati: ad esempio, se nell’episodio 4 riusciremo a guadagnarci la fiducia del gruppo con una determinata azione, nell’episodio 5 i nostri compagni non ci penseranno due volte a mettersi in gioco per il nostro bene.
Inoltre data la presenza di tre slot di salvataggio, nessuno ci vieta di ricominciare il capitolo e cambiare le nostre scelte, anche per paragonarci agli altri giocatori tramite le statistiche mondiali presenti alla fine di ogni capitolo.
Tutti possono morire
I lettori di The Walking Dead conoscono e temono queste tre parole, pronunciate da Kirkman nella presentazione della serie; nessuno è al sicuro nell’universo post-apocalittico dello scrittore americano, ne i protagonisti tanto meno i comprimari.
Con questo dogma ben stampato nella mente, preparatevi a veder vanificate le vostre decisioni, perché è probabile che se anche salverete un vostro compagno in un episodio, quest’ultimo potrebbe morire in quello dopo. Magari per vostra stessa mano…
Telltale Games riesce a farci affezionare a quasi tutti i comprimari, causando dolori emotivi quando da un momento all’altro non li avremo più al nostro fianco; inoltre, come succede nel fumetto a discapito del telefilm, si perde il politically correct e anche i bambini sono in pericolo di vita.
Questo è da un lato il punto forte del gioco, che riesce quindi a prenderci alla sprovvista, ma rappresenta anche il punto debole, dato che il finale della serie è sì modificabile ma resta tutto sommato lo stesso in entrambi i casi.
Il fumetto prende vita
Con la grafica cel-shading i ragazzi di Telltale Games riescono a dare vita a personaggi che avremmo potuto vedere sulle pagine di The Walking Dead (anche se li troviamo colorati e non in bianco e nero, n.d.r.), le tinte fosche e le musiche ansiogene riescono a rapirci e trascinarci durante l’oretta di ogni episodio, come se stessimo leggendo un volume interattivo o come stessimo noi stessi rischiando la vita, dato il poco tempo di reazione dei quick time event.
Il doppiaggio inglese è impeccabile ed ogni doppiatore riesce a dare vita al proprio personaggio, sebbene il gioco sia riservato solo ai conoscitori della lingua anglosassone, data la mancanza di sottotitoli in italiano (sono presenti, per l’appunto, solo quelli in inglese).
Alla fine del quinto episodio, il giocatore rimane con molti dubbi ma viene anche arricchito da un’esperienza interattiva come poche altre; difficilmente The Walking Dead piacerà al grande pubblico di giocatori moderni, intenti a sparare al prossimo più che a parlarci o a cadere emozionalmente nelle trame videoludiche.
Telltale Games, armata solo di una buona trama e una grande idea, riesce finalmente a creare un gioco che incolla alla poltrona, senza ricorrere a multiplayer o a grafiche da capogiro.
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