Il confine tra arte e videogame, soprattutto negli ultimi anni, è andato via via assottigliandosi grazie ad alcune opere capaci di toccare nel profondo i cuori dei videogiocatori. In verità spesso si tratta di titoli non adatti a tutti e che, per alcuni, potrebbero addirittura esulare dal genere videoludico. The Unfinished Swan, ultimo lavoro dei ragazzi di Giant Sparrow, rientra senza dubbio in quest’ultima categoria, ponendosi come obiettivo non il divertire con un gameplay particolarmente curato, ma il saper raccontare una storia e trasmettere determinate emozioni al giocatore. Sarà riuscita la software house canadese nel suo intento oppure ci troviamo davanti ad un titolo incapace di coinvolgere? Leggete la nostra recensione per scoprirlo! Vi ricordiamo infine che il titolo, disponibile su PlayStation 3 da più di due anni, è disponibile in via del tutto gratuita su PlayStation 4 (e su PlayStation Vita grazie alla funzione cross-buy) per gli abbonati al servizio PlayStation Plus nel mese di Maggio.
Versione testata: PlayStation 4
La trama di The Unfinished Swan ha inizio quando Monroe, un piccolo bambino rimasto orfano, eredita dalla madre pittrice una tela raffigurante un cigno; tela che, come per altre opere della madre, ha la caratteristica di non essere compiuta. Una notte Monroe si sveglia sentendo un rumore e scopre che il cigno è misteriosamente uscito dal quadro. Il bambino decide quindi di mettersi alla ricerca del bianco pennuto, cominciando così il proprio viaggio onirico che lo porterà ad attraversare territori inesplorati, castelli e giungle oscure armato semplicemente della possibilità di sparare delle gocce d’inchiostro e d’acqua. La narrazione appare sin da subito estremamente fiabesca, affascinando il giocatore con un’atmosfera unica e surreale che sicuramente non dimenticherete facilmente. Peccato solamente che il finale dell’avventura, raggiungibile in poco più di 3 ore, non riesca a affascinare come il resto della storia, lasciando in bocca al giocatore un gusto amaro a causa di una realizzazione decisamente troppo frettolosa e priva di pathos.
Il gameplay di The Unfinished Swan è tanto semplice quanto innovativo. In particolare nel primo livello di gioco saremo costretti a lanciare delle gocce d’inchiostro per sporcare gli elementi a schermo che, altrimenti, rimarrebbero bianchi non permettendoci di distinguere la strada da seguire. Ecco che ci troveremo, quindi, a dipingere il nostro cammino e a superare ostacoli altrimenti invisibili attraverso un misterioso giardino appartenente ad un altrettanto misterioso sovrano. I capitoli successivi, invece, vedranno la presenza di alcune ombre e di pochi colori che andranno man mano a dipingere lo schermo rendendo il percorso sempre più visibile. In determinati casi ci verrà data la possibilità di utilizzare dell’acqua al posto dell’inchiostro, modificando il nostro stile di gioco e spingendoci a cercare alcuni rampicanti da annaffiare per permettere loro di crescere e di diventare delle vere e proprie scale artificiali con le quali superare determinate aree. Il titolo, per quanto semplice, riesce a divertire dall’inizio alla fine grazie ad un buon mix di platform e di enigmi che, mai troppo difficili, riescono comunque a mantenere l’attenzione del giocatore sempre attiva. All’interno dei vari mondi di gioco, inoltre, è possibile trovare una serie di collezionabili che ampliano la storia, nel caso delle pagine del racconto del Re, o che possono essere raccolti per acquistare una serie di potenziamenti nell’apposita sezione di gioco, nel caso dei palloncini. Questi potenziamenti non influiscono in modo radicale sul gameplay, ma permettono di affrontare i livelli di gioco armati di nuove armi ad inchiostro o di sbloccare una specie di radar per i succitati collezionabili.
Da un punto di vista tecnico, The Unfinished Swan riesce a stupire grazie ad uno stile artistico d’impatto e ad una scelta cromatica di altissimo livello. Peccato solamente per qualche calo di frame che, talvolta, rallentava leggermente il gioco, ma senza andare ad influire sulla componente ludica. Ottima anche la colonna sonora che contribuisce fortemente nel ricreare quell’atmosfera fiabesca e surreale che caratterizza l’intero lavoro dei ragazzi di Giant Sparrow.
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