A poche settimane dall’uscita dell’undicesima (e ultima) espansione per The Sims 3, intitolata Into The Future, è tempo di tornare a dare un’occhiata al titolo sviluppato da EA Maxis: sebbene siano infatti passati ormai quattro anni dall’uscita originale, e il team di sviluppo abbia già annunciato il quarto capitolo ufficiale nella serie, è solo ora che possiamo realmente verificare come tutto il potenziale di un titolo simile sia stato sfruttato, e se siano rimaste delle lacune da colmare o dei problemi irrisolti.
Con un gioco come The Sims 3, in costante sviluppo grazie anche alla community particolarmente viva e produttiva, è comunque impossibile partire a dare un giudizio senza avere delle basi di confronto con il passato, ed è proprio in questi aspetti che si nota il primo punto di forza del simulatore.
Nei primi due capitoli, infatti, sebbene il gameplay concedesse la possibilità di vivere una vita “sociale”, quest’ultima era costellata di tempi di caricamento, nel passaggio da un quartiere all’altro, o da una famiglia all’altra. Andare in centro a fare acquisti, visitare un parco tematico o semplicemente rilassarsi ai giardini pubblici, richiedeva il continuo passaggio da una schermata all’altra, spezzando l’esperienza di gioco in una maniera che da sola contraddiceva profondamente l’essenza stessa di “simulazione di vita”.
Per contro, in The Sims 3 si possono trovare aree urbanizzate “all’americana”, ossia quartieri chiusi nei quali tuttavia è possibile trovare un senso di “comunità autoregolate” tipico dei sobborghi d’oltreoceano, e forniti delle varie attività commerciali necessarie alla vita di tutti i giorni (più ulteriori inseribili a discrezione del giocatore per dare un tocco di personalità all’area). In questi, il passaggio da una zona all’altra (o da una famiglia all’altra) è estremamente più fluido, consentendo di spostarsi dalla propria abitazione ai dintorni senza dover sottostare a tempi di caricamento che frammentano il gioco. L’illusione di vivere una vita continua e piena è quindi rispettata egregiamente, consentendo al giocatore di sbizzarrirsi nelle attività quotidiane. Queste tuttavia non si limitano solo al proprio quartiere residenziale natìo, e possono espandersi anche nelle tre aree vacanza offerte dalla prima espansione World Adventures, nella quale sono presenti quest e possibilità di esplorazione che portano una piacevole ventata di novità al gameplay.
Parlando di gameplay, tuttavia, è comunque piacevole constatare che Maxis non ha optato per svolte particolarmente radicali nella struttura di base, che resta quindi alla portata di tutti i neofiti ed appare immediatamente familiare ai giocatori appassionati della serie.
Avviando il gioco, e dopo aver scelto il quartiere nel quale stabilirci, ci troviamo davanti alle solite due opzioni: prendere il controllo dei destini di una delle famiglie pregenerate, o avviare una nuova partita con un sim creato da noi. In quest’ultimo caso, appare immediatamente chiaro che, sebbene la struttura di base sia rimasta invariata, le migliorie alla stessa sono comunque notevoli.
Così come per la rivoluzione nella vita di quartiere, anche gli strumenti di creazione dei singoli sim e delle case sono stati ampliati e migliorati. Non saremo più quindi limitati in una “castrante” struttura di base, fatta di personaggi spigolosi con un’IA relativamente simile tra loro, incastrati in case dai mobili standardizzati nella forma e nel colore.
A differenza del passato, quindi, i nostri personaggi potranno avere tratti distintivi sia fisici sia psicologici, in grado di avere un reale impatto nel gioco. Un personaggio dotato di personalità affine alla pulizia trarrà giovamento nel mantenere una casa in ordine, e a sua volta l’IA agirà di conseguenza favorendo tali comportamenti rispetto ad altri. Creare un sim con difetti di cleptomania o di comportamenti melodrammatici o scostanti porterà ad avere risposte sociali ben diverse da personaggi solari e amichevoli, e allo stesso tempo tali tratti potranno influenzare carriera e ambizioni.
Di base, la stessa IA è stata progettata per eliminare la necessità da parte del giocatore di dover sorvegliare costantemente i bisogni dei propri personaggi, che automaticamente tenderanno a soddisfare da soli seguendo le caratteristiche psicologiche che avremo scelto in fase di creazione. Il tutto senza tuttavia togliere il gusto di poter comunque gestire ogni minimo istante della giornata dei sim a quella fetta di giocatori che lo desiderasse. In questo caso, ovviamente, il gameplay del gioco diventa più gestionale che non simulativo, poichè le tempistiche delle giornate sono decisamente troppo brevi per supportare ogni tipo di attività, ed è necessario categorizzare delle priorità, rientrando comunque nell’ottica di vivere una vita il più simile possibile alla realtà.
Come già accennato, anche l’altro aspetto principale del gioco (che da sempre ha contraddistinto il gameplay della serie The Sims), ossia la creazione e lo sviluppo delle abitazioni, ha beneficiato di questa maggiore profondità nelle opzioni di personalizzazione. Oltre a strumenti di costruzione migliorati e più intuitivi rispetto al passato, tanto le case che gli arredi possono essere variati nei colori e nelle disposizioni: mura e mobili posizionabili in diagonale, pensili a varie altezze, piani rialzati, separè e ballatoi trovano naturalmente il loro spazio nel gioco, rendendo estremamente più facile realizzare abitazioni più simili ai progetti di qualsiasi giocatore. Nel fare questo, emerge tutta l’attenzione ai dettagli del team di sviluppo: il comparto grafico potenziato rispetto al passato consente una resa visiva senza precedenti nella serie, priva dei cali di framerate visti nei predecessori anche con numerosi sim sullo schermo ed effetti di luce in alta qualità. Non sarà raro passare ore a zoomare al massimo sulle stanze della nostra abitazione e visitarle compiaciuti in un tour virtuale meticolosamente dettagliato, nel quale è sicuramente d’aiuto l’apporto dei contenuti rilasciati su base mensile da EA o realizzati gratuitamente e condivisi dalla prolifica community.
Sebbene privo di una vera e propria modalità multiplayer online, infatti, è bene comunque spendere qualche parola su come Maxis sia riuscita a favorire la creazione di una community che si integra perfettamente con i concetti di “vita sociale” su cui è fondato il titolo. Potremo quindi avere nelle nostre abitazioni oggetti creati da persone all’altro capo del mondo, o sim condivisi con tanto di case, sobborghi e storie di background già pronte per essere vissute, in una sorta di multiplayer asincrono.
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