Se c’è una cosa che accomuna quasi tutti i ragazzini è il giocare con i soldatini. Dare vita a battaglie campali tra eserciti verdi e marroni è forse uno dei giochi che sin dalla sua invenzione ha intrattenuto i bambini di tutto il mondo (
anche se, ad onor del vero, questo passatempo è andato sempre più scemando) e, grazie all’arrivo nelle sale del primo storico
Toy Story, molti hanno iniziato a pensare “e se questi giocattoli prendessero vita a nostra insaputa?”. Questo quesito (unito all’influenza di serie come quella di
Army Men) è sicuramente uno dei punti focali che ha contraddistinto il lavoro di
Virtual Basement, autori di
The Mean Greens: Plastic Warfare.
Essi vivono
Mean Greens: Plastic Warfare non è un titolo con grosse pretese narrative che potrebbero, anzi, risultare superflue ai fini dell’esperienza.
Il menù di gioco catapulta subito il giocatore al centro dell’azione, premettendogli di poter creare una propria sessione o scegliere di unirsi ad una già disponibile.
Una volta fatto ciò,
Mean Greens dispiegherà di fronte agli occhi dell’utente tutte quelle che sono le caratteristiche peculiari del titolo.
Saranno disponibili ben dieci mappe ognuna delle quali dal design unico (
ispirato a vari ambienti domestici come la cucina, l’acquario, il bagno e via dicendo).
Ma esse non avranno soltanto uno scopo puramente estetico anzi, oltre a poter vantare, come già in parte detto, un level design di tutto rispetto (
diversificato, spesso interattivo, mai banale o poco ispirato)
ciascuna ospiterà una diversa modalità di gioco.
Troveremo ad esempio
un biliardino in cui le due squadre dovranno segnare 3 goal per vincere l’incontro, oppure
un trenino in movimento attorno ad un albero di Natale sul quale avrà luogo il classico dominio, con le compaggini verdi e marroni impegnate a contendersi le 3 bandiere sparse lungo i vagoni, passando per il deatmatch a squadre (sempre e canonicamente di 5 contro 5) ambientato nello stesso board game “
The Mean Greens“, sino ad arrivare ad
un tavolo con torta di compleanno e dolcetti che sarà terreno di scontro per una particolare variante del classico “Conquista e Difendi”.
Armati fino ai denti
Ovviamente un soldatino non sarebbe degno di questo nome se non fosse in possesso di un’arsenale di tutto rispetto. Il titolo ci darà accesso sin da subito, e simultaneamente, a tutte le armi presenti al suo interno e che ricalcano a pieno la filosofia di questo passatempo.
Troviamo infatti il classico M-16, un fucile da cecchino, un fucile a pompa, un Bazooka ed un lanciafiamme (che sarà anche un gadget fondamentale in alcune modalità).
Quello che è però sicuramente il punto debole dell’esperienza è probabilmente lo shooting, con bocche da fuoco spesso poco precise anche in situazioni estremamente favorevoli a chi sta premendo il grilletto (
è, ad esempio, accaduto più volte che il fucile a pompa, letale dalla breve distanza, non abbattesse un avversario a non più di due passi dal nostro avatar).
Un problema che speriamo venga risolto con una futura patch, ma che per ora predilige in qualche misura la fortuna all’abilità nel mirare.
Una casa ricca di colori
Come detto,
le mappe sono forse il fiore all’occhiello della produzione, con una palette cromatica viva e variegata che ricorda appunto quelli che possono essere i luoghi e le attività predilette da un bambino.
Oltre a questo va ulteriormente ribadito l’ottimo lavoro svolto da Virtual Basement sulla struttura delle mappe che, oltre ad essere interattive, permettono una verticalità da non sottovalutare.
Per quanto concerne il sonoro,
a una soundtrack orecchiabile ma forse poco varia (anche se con più arrangiamenti)
fa da contraltare una campionatura sonora delle bocche da fuoco altalenante ma mai eccessivamente fastidiosa.
Verdetto
8 / 10
Noi siamo il Commando Elite! Tutto il resto sono solo giocattoli!
Commento
Pro e Contro
✓ Tante Mappe e Tante Modalità
✓ Immediato ed accessibile a tutti
✓ Mappe ben strutturate e variegate
x Mira poco efficace
x Campionature delle armi altalenanti
#LiveTheRebellion