Lo scorso 26 gennaio,
Bandai Namco Entertainment ha rilasciato
Tales of Berseria su PlayStation 4 e PC (
via Steam). Il nuovo capitolo della famosa saga funge da prequel agli eventi narrati in
Tales of Zestiria, uscito nel corso del 2015 per celebrare il ventesimo anniversario del brand. Dopo numerose ore di gioco abbiamo finalmente portato a termine il nostro viaggio, pronti così a raccontarvi la nostra esperienza. Ne sarà valsa la pena? Scopriamolo insieme.
Versione testata: PlayStation 4
La vendetta è un piatto che va servito freddo?
Tales of Berseria è ambientato diversi secoli prima del suo successore Tales of Zestiria. Ci troviamo nell’Impero di Midgand nei panni di
Velvet, una fanciulla la cui vita sarà brutalmente stravolta dalle circostanze. Infatti, in quelle terre ormai da tempo le persone avevano iniziato a contrarre una particolare malattia, la
demonite, che li trasformava in mostri pericolosi e fuori controllo. Solo alcuni umani, chiamati
esorcisti, potendo sfruttare il potere di esseri spiritici, i
malak, erano in grado di affrontarli ed eliminarli. Uno di loro,
Artorius, in seguito alla morte della propria amata Celica, decise di porre fine a questa epidemia compiendo un rituale che avrebbe risvegliato l’Empireo (
gli dei di questo mondo) Innominat. Ed è qui che entra in gioco la nostra protagonista, poiché Artorius, per realizzare i propri scopi sacrifica
Laphicet, il piccolo fratello di Velvet. Assistendo al rituale, infatti, entrerà in risonanza con Innominat trasformandosi in un
Therion, un particolare demone con la capacità di divorare i propri simili. Così hanno inizio le vicende di Tales of Berseria, dando il via ad un lungo viaggio il cui unico fine sarà quello di portare Velvet a compiere la propria vendetta uccidendo Artorius.
La trama di Berseria affronta un tema molto maturo
Con lo svolgersi della storia, il giocatore farà la conoscenza di numerosi personaggi, alcuni già noti dall’universo di Tales of Zestiria e altri completamente nuovi, tutti ben caratterizzati nonostante gli evidenti stereotipi su cui sono costruiti. Ci troviamo davanti ad un gruppo di scellerati che pur di raggiungere i propri scopi sono pronti a tutto, senza curarsi minimamente del dolore e della sofferenza che le proprie azioni potrebbero provocare.
I protagonisti sono (quasi) tutti antieroi
A ciò si aggiunge anche un’evoluzione caratteriale degli stessi che, pur non perdendo il proprio ruolo di
antieroi, troveranno la forza di imparare dai propri errori, grazie soprattutto alla presenza di personaggi decisamente più moderati. Dall’altro lato, invece, troviamo degli antagonisti che, in nome di un presunto bene superiore, non si fanno scrupoli nel portare avanti i propri piani. Così la trama di Tales of Berseria si dimostra essere assai matura, portando possibili spunti di riflessione alla mente del giocatore. Non solo, però, poiché la narrazione riesce spesso a stupire, grazie anche alla presenza di colpi di scena notevoli e che, specialmente verso la metà del gioco, porteranno a livelli difficilmente raggiunti da titoli simili.
Prova prequel: superata?
Come detto più volte, Tales of Berseria è ambientato diversi secoli prima gli avvenimenti di Tales of Zestiria, al punto che persino le terre abitate non corrispondono, nonostante i continui richiami che il gioco offre.
La natura di prequel, però,
non è del tutto evidente, per fortuna in alcuni casi, ma per sfortuna in altri. Sebbene la storia e la narrazione siano perfettamente godibili in modo “
standalone” restano comunque delle domande irrisolte che legano i due titoli. Con il proseguire della propria avventura, infatti, il giocatore noterà come ci siano degli anelli mancanti tra i due mondi, che in alcun modo verranno spiegati, neanche a partita terminata. Non solo, in quanto alcuni eventi non spiegati in Zestiria, nonostante potessero trovare finalmente una riposta in Berseria, sono completamente ignorati, a scapito dei buchi di trama lasciati così a se stessi. Di conseguenza, se l’elevata qualità di narrazione e personaggi saranno in grado di fare breccia nei cuori di molti giocatori, le incongruenze e le mancate spiegazioni porteranno tanti altri a storcere il naso.
Devo uccidere Artorius
Tales of Berseria offre interessanti meccaniche di gioco che, pur mantenendo le basi dei
Tales of, riescono ad essere più che originali con il proprio sistema di combo, abilità e turni.
Durante ogni scontro, potremo schierare quattro personaggi, con la possibilità di effettuare scambi in tempo reale con le riserve. Se il movimento nell’area a disposizione non ha limiti, attaccare consumerà punti della
Barra Anime (BA), costituita da un massimo di cinque unità. Ogni personaggio inizierà, generalmente, con tre di queste e avrà sia la possibilità di acquisirne altre eliminando i nemici o imponendo stordimento e/o status negativi ai bersagli, sia quella di spenderle per effettuare operazioni particolari come l’
Anima di sfondamento. Ciascuno dei combattenti che avremo a disposizione potrà utilizzare due tra
Arti marziali, Arti occulte e
arti malak, ognuna delle quali è dotata di caratteristiche particolari.
Il combat system è profondo e articolato
Si aggiungono poi al set di possibili operazioni le
Arti mistiche, capaci di provocare enormi danni, e le
Esplosioni di scambio che invece possono essere utilizzate per alternare il proprio personaggio con uno delle riserve e continuare la catena di attacchi sferrati. Poiché ogni unità della BA corrisponde a diversi punti, più ne avremo a disposizione, più potremo continuare senza sosta nello sferrare colpi verso il nemico. Quando si sarà svuotata, potremmo fondamentalmente dedicarci unicamente alle operazioni difensive, come la guardia o la schivata.
Le meccaniche che abbiamo appena descritto si applicano nello stesso modo ai nemici, che devono così rispondere alle nostre stesse regole, con le stesse possibilità e gli stessi limiti.
Ciascuno dei personaggi giocanti avrà tre modalità a disposizione, due delle quali sono riservate a quello gestito direttamente dal giocatore:
manuale,
semi-automatica (
come manuale ma si sposta autonomamente verso il bersaglio) e
automatica. Per quanto riguarda le prime di queste due, sarà necessario impostare le combo da utilizzare durante i combattimenti. Ad ogni tasto, infatti, si potrà assegnare una concatenazione di quattro attacchi, alcuni dei quali compiono azioni differenti anche a seconda della direzione assunta dall’analogico sinistro durante l’utilizzo. Per i membri del party gestiti dalla CPU, invece, bisognerà attivare (
o disattivare) le arti, tra quelle apprese, che vogliamo siano utilizzate o meno. Sarà poi l’intelligenza artificiale ad utilizzarle nel modo opportuno, con un risultato ben più che soddisfacente. Come vedremo meglio in seguito, questo sistema riesce ad essere profondo e ben congegnato, offrendo un giusto compromesso tra dinamicità e strategia, nonostantemaggiormente godibile solo alle difficoltà più elevate.
Combo e abilità sono gestite in modo assai efficace
Ben riuscito è anche il meccanismo con cui i personaggi si sviluppano. Oltre alla consueta
Esperienza ottenuta sconfiggendo i nemici e che permetterà di salire di livello potenziando le nostre statistiche, sarà necessario accumulare anche i
Punti Abilità (PA). Com’è facile intuire dal nome, i PA saranno utilizzati per apprendere le abilità del nostro equipaggiamento, con un meccanismo che abbandona (
per fortuna?) quello dei glifi adoperato in Tales of Zestiria. Infatti, ogni singolo oggetto indossabile sarà dotato di una specifica abilità che, una volta appresa, sarà attiva permanentemente. Inoltre, grazie alle
potentiti ottenute tra main quest e missioni secondarie, si avrà la possibilità che i nemici lascino come bottini armi, protezioni e/o accessori dotati di uno o più effetti aggiuntivi del tutto casuali.
A spasso per Midgand
Se le meccaniche di gioco legate allo sviluppo e ai combattimenti riescono a convincere più o meno del tutto, Tales of Berseria mostra il fianco con un sistema di esplorazione non troppo riuscito. In generale, quella che avremo sarà una continua alternanza tra città, aree aperte e dungeon alla cui fine ci sarà il boss di turno da affrontare. L’attraversamento di queste sezioni è spesso arricchito con rompicapi ambientali che prevedono l’attivazione/disattivazione di sigilli e/o congegni per permettere al giocatore di proseguire. Se da un lato si ha la sensazione che ciò garantisca diversità tra le varie mappe, dall’altro si nota pesantemente come questo sembri più uno stratagemma per nascondere una certa ripetitività tra le ambientazioni, che mantengono un certo anonimato, seppure con le dovute eccezioni.
Tales of Berseria perde di spessore alle più basse difficoltà
Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, la difficoltà selezionata influisce in modo anche abbastanza pesante sull’effettiva qualità del gioco. Scegliendone una bassa, come
Normale o anche
Medio, i combattimenti risulteranno tremendamente monotoni, ripetitivi e facilmente risolvibili con del puro e crudo button mashing. Purtroppo, sebbene molti potrebbero fare una scelta simile per la mancata volontà di impegnarsi o semplicemente per godersi tranquillamente la storia di Tales of Berseria, così facendo si perderà tutta la profondità che queste meccaniche di gioco potrebbero offrire. Alle difficoltà più elevate (
non tutte disponibili sin dall’inizio), invece, oltre a beneficiare di maggiori bonus legati alle potentiti, si avrà la possibilità di godere appieno del combat system, con scontri in cui la strategia giocherà un ruolo fondamentale e ogni errore potrebbe rivelarsi fatale. Inoltre l’aumento del livello di difficoltà comporterà una diminuzione dei punti esperienza, che sarà bilanciato dall’ottenimento di bonus di fine fattaglia e un maggior drop rate degli equipaggiamenti da parte dei nemici.
È intelligente ma non si impegna abbastanza
Da un punto di vista grafico, Tales of Berseria resta ancorato a standard ormai vecchi. Questo lo si deve probabilmente all’avvenuta pubblicazione anche su PlayStation 3 (
solo in Giappone), con evidenti riscontri nella realizzazione dei modelli poligonali. Se è vero che un così basso dettaglio grafico non rende giustizia ad un titolo simile, è vero anche che Berseria può offrire un framerate stabile e fluido, che non presenta problemi di lag neanche nelle situazioni più concitate.
Il buon design si scontra con una grafica datata
Inoltre, sebbene come dicevamo in precedenza le mappe possano risultare piuttosto ripetitive e a tratti anche scialbe, non mancano paesaggi spettacolari, con ambientazioni che sicuramente saranno capaci di stupire (
il gioco, di solito, presenta anche dei punti di interesse in queste zone, rendendone semplice l’individuazione). Anche i modelli poligonali di demoni e personaggi vari, nonostante un livello di dettaglio non dei più alti, riescono comunque a convincere con un risultato che resta ben più che accettabile. Dal punto di vista sonoro, invece, abbiamo un doppiaggio splendidamente realizzato sia per la lingua inglese, sia per quella giapponese, la cui presenza farà sicuramente la gioia di molti. Fa compagnia all’ottimo doppiaggio anche una colonna sonora di qualità, nuovamente ad opera di Motoi Sakuraba, che saprà come accompagnare il giocatore in tutte le sue numerose ore di gioco.
Verdetto
8.5 / 10
Velvet, la waifu tsundere dei sogni
Commento
Pro e Contro
✓ Trama avvincente e matura
✓ Ottima caratterizzazione dei personaggi
✓ Gameplay ben congegnato...
✓ Fluido e visivamente godibile...
x ...ma monotono alle difficoltà più basse
x ...però visibilmente datato
x Qualche questione in sospeso di troppo
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