Di roguelike il mondo ne è strapieno, ogni mese ne escono mediamente 2 ma sempre più di rado vediamo meccaniche inedite o magari strutturate meglio in un titolo che in un altro. Stavolta, però, tocca a JanduSoft con Sword of the Necromancer, un dungeon crawler con elementi roguelike (a detta loro) che cerca di ampliare l’ormai morente meccanica dello spawna-muori-spawna-muori con un paio di meccaniche interessanti che però mi hanno portato a morire mentalmente disattivando la mia voglia di vivere e di spaccare ciò che mi trovavo a portata di mano.

Sono morto…

No seriamente, sono morto. Cioè ragazzi, io di Roguelike ne ho giocati un bel po’, ho forse un feticismo per quel genere di giochi ma Sword of the Necromancer è forse uno dei pochi che mi ha portato all’esasperazione!

L’Incipit è molto basico: una tizia assoldata da un’altra tizia vuole resuscitare la tizia che l’ha assoldata perché, a quanto pare, l’hanno ammazzata ma visto che, durante il loro cammino, entrambe si sono affezionate l’un l’altra allora vai che andiamo a ripescare un antico ed oscuro potere per portarti in vita.

La spada del Necromante Spada che utilizzò il primo necromante per portare in vita mostri senz’anima ed ottenere l’immortalità. Spada che viene trovata da Tama nel primo dungeon.
Su questa base, la resurrezione, si sviluppa l’intero gioco. Tramite la spada del Negromante si ha la possibilità di far tornare in vita i mostri uccisi (per un massimo di 3 visto che in un slot si tiene la spada) e di utilizzarli, al semplice costo di 1 Mana per evocazione, contro gli altri mostri con possibilità di vederli aumentare di livello ricevendo PowerUp vari alle statistiche.

Ma perché ho parlato di esasperazione? Presto detto! Di interessante ci sono solo due meccaniche: la resurrezione e l’utilizzo di codici IR (che onestamente da giocatore che acquista il gioco non saprei dove prenderli). La prima abbiamo già capito cos’è ma la seconda, di preciso, cos’è? I codici IR non sono altro che dei codici riscattabili all’interno del gioco stesso, però perché non si chiamano codici e basta? Il gioco esce anche per Nintendo Switch ed il joycon destro della console ha un lettore infrarossi (si, il famoso lettore usato in circa 2 giochi, tra l’altro entrambi fatti da Nintendo) che, nel caso di Sword of the Necromancer, viene utilizzato per scansionare il codice IR in questione. È, ovviamente, possibile inserire questi codici manualmente (altrimenti come verrebbero utilizzati sulle altre piattaforme?) ma questa chicca è, forse, una delle cose più carine all’interno del gioco.

…e risorto!

Se quelle due meccaniche sono gli unici pro, quali sono i contro di sto gioco? Tutti!

A me dispiace, davvero. È un’occasione sprecata ma io non ce la faccio a giocare Sword of the Necromancer. Il gioco è molto legnoso, faticoso da giocare, bello il filmato iniziale ma la bellezza resta a quello perché gli artwork sono seghettati e ad una risoluzione veramente bassa, il font ha lo stesso problema (per quanto possa essere 8bit ma su un monitor FullHD fa veramente impressione), ci sono errori di battitura e traduzione sparsi nei vari testi, i nemici escono fuori nel momento della creazione del dungeon e, se si è armati di arco li si può prendere da un’altra stanza, hitbox fatte male e movimenti del personaggio, in fase di attacco, oltraggiosamente lenti.

Artwork random di Sword of the Necromancer
Ampolla dell’Homunculus Berla conferisce la possibilità di giocare in coop locale.
Ma cosa mi ha fatto sbottare più di tutto? Più di tutti i problemi che il gioco, almeno personalmente, ha? Il personaggio principale ha un livello e questo livello aumenta man mano che si combattono mostri nei dungeon. Cosa succede però se si muore? Si perdono una percentuale (a me sconosciuta) sul livello (passando da LV7 a LV4, per esempio) e tutto ciò che ci sta nell’inventario (quindi mostri ed armi). Fin qui diciamo che ci può stare (tranne per il livello per quanto mi riguarda) visto che ad ogni uccisione di un boss si ha la possibilità di mandare roba nella casa situata in base ma dopo un numero indefinito di morti (e bestemmie) si sblocca una bellissima opzione chiamata impostazione di gioco che consente il cambio di difficoltà, la modifica alla perdita di esperienza e la perdita degli oggetti.

Quindi di punto in bianco si sblocca una magica opzione dopo un numero indefinito di morti, il gioco è di per sé legnoso, su uno schermo che supera il 480P gli artwork ed il font quasi che bruciano le resine. Io con quale voglia dovrei finirlo un gioco simile?

Quindi che hai fatto?

Beh, ovviamente l’ho disinstallato poco prima di spaccare Gamepad o scrivania!

POV: sei dentro un dungeon, dei goblin ti attaccano quindi esci la tua potente spada che rimbalza malamente sulla parete e vieni ucciso. Goblin slayer?! No, Sword of the Necromancer!

Voto e Prezzo
6.5 / 10
9.99€ /14.99€
Commento
Sword of the Necromancer è un Roguelike che basa il gioco stesso e la trama sulla resurrezione, che siano mostri od umani. Sei una guardia del corpo che necessita di far tornare in vita la persona che stava scortando per puro sentimentalismo.
Pro e Contro
Sistema innovativo di inserimento codici
Bella la resurrezione eh

x Ma è tutto il resto che non va

#LiveTheRebellion