Recensione Steins;Gate 0

Steins;Gate 0 è una visual novel sviluppata da 5pb. e Nitroplus che fa parte della serie Science-Adventure, rilasciata in Giappone a dicembre 2015 su tutte le console PlayStation ed in Europa su PS4 e PS Vita nel novembre 2016 ad un prezzo rispettivamente di 54.99€ e 39.99€. Presentato al pubblico come sequel, in realtà il titolo si è rivelato essere piuttosto un midquel della storia base, che amplia ed esplora alcuni aspetti lasciati irrisolti o narrati soltanto di sfuggita, soddisfacendo così le curiosità sfrenate dei fan più esigenti. Data la natura stessa del gioco vogliamo avvisare che nelle prossime righe saranno, per forza di cose, presenti delle anticipazioni relative alla trama del primo Steins;Gate: vi consigliamo dunque di non proseguire la lettura in caso dobbiate ancora giocarlo, così come possiamo affermare con certezza che giocare a Zero senza il capitolo precedente non permette di apprezzarlo adeguatamente. Detto ciò, il mondo di Steins;Gate è pronto a demolire, ancora una volta, tutte le vostre convinzioni in termini di etica e scienza. Ci avrà convinti?

Versione testata: PlayStation Vita

 


Per approfondire:
Steins;Gate
 

Un destino immutabile?
Se nel primo capitolo assistevamo agli eventi dal punto di vista dell’arrogante, folle e pieno di fiducia nelle proprie capacità Hououin Kyouma, la storia di Steins;Gate 0 narra le vicende di un Rintaro Okabe depresso, sofferente ed afflitto da disturbo post-traumatico da stress in seguito al suo tentativo fallito di salvare Makise Kurisu, scoprendo inoltre di essere il responsabile della sua morte. Dopo averla vista morire tra le sue braccia, si rifiuta di provare a rovesciare il corso del destino una seconda volta (come invece accade nel primo capitolo in caso si sblocchi il True Ending) e Mayuri si oppone alle insistenze di Suzuha, la quale alla fine cede e decide di lasciare Rintaro con un ultimatum: la macchina del tempo dispone di un ammontare di carburante limitato, 344 giorni, trascorsi i quali non sarà più possibile tornare indietro a quel fatidico giorno per tentare di raggiungere Steins;Gate, una dimensione in cui ipoteticamente né Mayuri né Kurisu sono condannate a sopravvivere una alle spese dell’altra e la Terza Guerra Mondiale non dovrebbe verificarsi. Trascorrono i mesi ed Okabe getta via la sua maschera da scienziato folle, distrugge il PhoneWave (Name subject to change) e sigilla tutti i suoi ricordi in ciò che chiama Dark Past, tentando di vivere una vita normale da studente che aspira ad entrare nella prestigiosa università americana Victoria Chondria.

Rintaro Okabe getta via la sua maschera da scienziato folle, dando vita ad una trama dai toni cupi
Proprio mentre è in attesa di una presentazione importante nella sua scuola fa la conoscenza di Maho, un personaggio trasandato che sembra una ragazzina delle elementari ma che in realtà è niente meno che l’assistente ventunenne del professor Alexis Leskinen, mentore di Maho e Kurisu in America: i due sono giunti in Giappone per mostrare la loro creazione, Amadeus, una IA creata a partire dal cervello umano grazie alle ricerche della geniale Makise che si comporta e pensa esattamente come una persona. Tra lo stupore, l’incredulità ed il terrore di Rintaro, potrà conversare nuovamente con la sua amata in un modo che non si sarebbe mai aspettato: tramite l’app Amadeus installata sul suo nuovo smartphone potrà collegarsi alla IA generata a partire da un backup della memoria della ragazza risalente a prima della sua morte. Questo, ovviamente, contribuirà a risvegliare ricordi dolorosi che gli causeranno attacchi di panico e lo costringeranno a troncare bruscamente le sue conversazioni con Amadeus Kurisu. La ruota del destino ricomincerà a girare quando l’abilità da osservatore neutrale di Okabe, “Reading Steiner“, si attiverà per la prima volta mentre decide di ignorare o rispondere ad una chiamata della IA. Il peso del suo passato, che comprende il senso di colpa per non aver potuto salvare la sua amata e la consapevolezza di una Terza Guerra Mondiale che ucciderà 5 miliardi di persone (a meno che non decida di provare a raggiungere Steins;Gate), gli piomberà addosso totalmente inaspettato trascinandolo con sé attraverso le varie linee temporali.

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Questo è, purtroppo, solo un piccolo incipt della trama della visual novel, di cui non possiamo parlare ulteriormente per evitare anticipazioni che rovinerebbero l’esperienza di gioco. Questa volta la storia è distribuita su 16 capitoli più o meno lunghi, di cui 6 corrispondono ai finali disponibili, ed è stato completamente risolto il problema posto dal primo gioco, ovvero l’eccessiva lentezza della parte iniziale. Se c’è una cosa che si può affermare con certezza, infatti, è che in Steins;Gate 0 la trama procede spedita ed articolata fin dall’inizio, alternando una storia dai toni decisamente più cupi del predecessore a momenti ridicoli ed apparentemente sciocchi, ma assolutamente necessari per riequilibrare la pesantezza dei temi trattati. Una nota importante è rappresentata dal fatto che stavolta la narrazione non avviene solamente dal punto di vista di Rintaro: a volte il testimone passerà nelle mani di altri personaggi, tra cui Maho, Suzuha e Kagari.
Altro fatto interessante riguarda il collegamento tra questa storia e la musica, poiché Maho paragona sé stessa a Salieri, rivale di Mozart e quindi di Kurisu; inoltre nel gioco saranno ricorrenti alcune tra le più celebri opere di quest’ultimo, andando ad incastrarsi perfettamente nella trama ed aggiungendo quel pizzico di mistero in più che la rende ancora più accattivante. Insieme a Maho e Leskinen si uniranno al cast anche altri personaggi, tra cui la dottoressa Reyes, la misteriosa Kagari e le amiche cosplayer di Mayuri, mentre faranno il loro ritorno in grande stile tutti coloro che erano già presenti nel primo capitolo, dotati di un character design invernale per l’occasione, dato che la storia si svolge tra novembre 2010 e gennaio 2011.

la relazione d’amicizia e rivalità tra Maho e Kurisu, si può paragonare a quella tra Salieri e Mozart
Tornano anche i continui riferimenti a fatti, cose e persone realmente esistite o citazioni da altre opere, insieme alla bellissima funzionalità TIPS, ovvero un piccolo dizionario integrato che spiega al giocatore i termini più complessi o facenti parte della cultura giapponese senza dover per forza aprire un browser per farlo autonomamente. Ciò che è davvero importante, tuttavia, è che se Steins;Gate ci insegna che anche da una sconfitta può nascere qualcosa di buono, Steins;Gate 0 sconvolge totalmente questa affermazione, presentandoci la storia di un uomo completamente distrutto dal peso della colpa e di tutti i suoi tentativi falliti nella disperata lotta contro un destino inesorabile ed immutabile che non lascia spazio ad incertezze.

 

Salieri vs. Mozart
Proprio come il predecessore, anche Steins;Gate 0 è una visual novel molto longeva, poiché offre tra le 30 e le 50 ore di gioco a seconda della velocità di lettura del giocatore: come sempre ricordiamo che tale genere è consigliato solo agli appassionati o coloro che non si spaventano di fronte a moltissimo testo. In questo caso particolare poi, raccomandiamo di non giocare assolutamente a questo midquel se non si è completato il primo capitolo, poiché altrimenti non si apprezzerebbe nessuna delle due trame. La particolarità di Steins;Gate 0 risiede nel fatto che le interazioni del giocatore sono ridotte ancora più al minimo del solito, poiché questa volta non sono i messaggi a causare un cambio di linea temporale ma la decisione di ignorare o rispondere a certe telefonate ricevute da parte di Amadeus: questo rende dunque virtualmente possibile platinare il gioco al 100% con un’unica playthrough, effettuando alcuni salvataggi che permettono di riprendere la partita ai vari punti di svolta senza dover ricominciare dall’inizio. Questa risulta un’arma a doppio taglio, poiché effettivamente il giocatore è ora più libero di rispondere ai messaggi come vuole senza temere di non poter assistere al True Ending, ma rischia anche di deludere coloro che amano invece sudarsi il tanto agognato “e vissero tutti felici e contenti”. In Steins;Gate 0 l’unico modo per accedere al vero finale sarà farsi strada prima tra le varie route e completare l’ending che risponde al nome di “Promised Rinascimento“, che sbloccherà un’interazione particolare nella trama principale e permetterà al giocatore di proseguire verso un ulteriore sviluppo della storia altrimenti inaccessibile.

Come in ogni visual novel che si rispetti sono presenti alcune funzioni imprescindibili, come la lettura automatica con possibilità di regolare la velocità, una funzionalità di avanti veloce per saltare il testo già letto, la possibilità di leggere il backlog in caso ci si perda una battuta ed un menu per accedere al salvataggio, alla lettura dei TIPS ed alle varie opzioni: tutte le funzionalità di lettura sono replicabili anche con il touch screen di PlayStation Vita. Ciò che ci ha un po’ delusi della realizzazione tecnica sono i piccoli errori nel testo, alcuni bug grafici che si verificano soprattutto durante i flashback (appare un quadratone nero che arriva a coprire il lato in alto a sinistra dello schermo in modo abbastanza invasivo e fastidioso) ed, infine, il fatto che la scena finale subito dopo il True Ending non è localizzata in inglese: ricordiamo infatti che Steins;Gate 0 è doppiato solamente in Giapponese, pertanto si assisterà ad una piccola sequenza di scritte in kanji ed alla narrazione di una voce senza possibilità di capire alcunché se non si conosce la lingua. Speriamo che questi problemi vengano risolti con un eventuale aggiornamento o che siano circoscritti solamente alle copie pre-lancio in dotazione ai recensori. Fortunatamente tuttavia, questi piccoli difetti non sono abbastanza pesanti da minare l’esperienza di gioco in maniera imprescindibile.

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Morire significa non poter più ascoltare Mozart
Per quanto riguarda il lato artistico, Steins;Gate 0 mantiene alto il buon nome del suo predecessore, proponendo nuovamente le stesse ambientazioni, ampliandole con alcune parti delle città ancora inedite. Il character design rende bene l’idea del periodo invernale nel quale si svolge il gioco e risulta molto pulito e gradevole alla vista, inoltre contribuisce molto a caratterizzare i personaggi: Okabe è molto più cupo, emaciato, ha gli occhi cerchiati dalle occhiaie, non sorride più e non veste col suo fidato camice da laboratorio, lasciando spazio ad un completo nero; Maho è una ragazza molto trasandata che non cura molto il suo aspetto fisico, pertanto risulta pallida, spettinata e vestita di abiti molto casalinghi; Suzuha mantiene il suo aspetto militaresco con abiti comodi ed adatti a risse improvvisate; Mayuri, Faris e le altre ragazze mantengono vestiti ed apparenze molto “moe“.

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Le musiche sono ancora una volta composte da Takeshi Abo, che non fallisce di certo nell’intento di manipolare le emozioni del giocatore come fossero creta nelle sue mani. Alcuni brani tornano dalla colonna sonora precedente, altri vanno ad arricchirla ed ampliarla, per conferire un’esperienza estremamente completa, affascinante e memorabile.

Come già specificato prima, la localizzazione inglese di per sé è ottima, tuttavia non si può ignorare il fatto che siano presenti alcuni errori minori, come mancanza di spaziature, punteggiatura errata o lettere accentate sostituite da caratteri alfanumerici, ed un grave errore al termine del True Ending, in quanto la scena finale dopo i titoli di coda non è stata tradotta in alcun modo.

Sorvolando su questi bug che probabilmente verranno risolti con una patch futura, la traduzione risulta comunque gradevole e scorrevole, inoltre è stato molto apprezzato il mantenimento, ove possibile, di tutta la terminologia giapponese nei riferimenti al folkore. Infine, la scelta di mantenere le voci originali ed il solo testo in inglese risulta ancora una volta vincente sotto tutti i punti di vista, poiché gli attori sono stati particolarmente abili nel recitare le loro parti con la giusta dose di pathos, specialmente nelle scene di combattimento o di malessere dei vari personaggi.

Verdetto
8 / 10
Il capitolo di cui non si sapeva di aver bisogno.
Commento
Superato lo shock derivato dalla consapevolezza che la storia non è un sequel ma un midquel, Steins;Gate 0 chiarisce tutti i punti oscuri rimasti in sospeso dal primo capitolo, soddisfacendo l'immensa curiosità dei fan più sfegatati riguardo agli eventi del 2036 ed alla figura di Makise Kurisu. Grazie ad una trama dai toni molto più cupi e ad un ampliamento a dir poco mastodontico, questa visual novel rappresenta letteralmente quel capitolo della storia di cui non si sapeva di aver bisogno. Il titolo è altamente sconsigliato a coloro che non hanno mai giocato Steins;Gate.
Pro e Contro
Trama cupa ma equilibrata
Personaggi indimenticabili
Soddisfa molte curiosità
OST eccellente

x Qualche bug grafico
x Piccoli errori nella localizzazione

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