Era il 31 marzo 1998 quando Blizzard Entertainment pubblicò StarCraft, un videogioco di strategia in tempo reale per PC che, a febbraio del 2009, vantava ben 11 milioni di copie vendute. Ad essere annunciato nel 2007, e poi pubblicato nel 2010, è il primo episodio della trilogia di StarCraft II, Wings of Liberty, che deteniene il premio di gioco per PC più venduto del 2010. Dopo questa piccola lezione di storia, torniamo ai giorni nostri, con il secondo episodio della saga, Heart of the Swarm, rilasciato il 12 Marzo 2013 in contemporanea mondiale.
In StarCraft II: Heart of the Swarm continuerà la storia già iniziata in Wings of Liberty, ossia il conflitto tra i Terran umanoidi, gli Zerg ed i Protoss. Non saremo più nei panni di Jim Raynor come nel precedente episodio, ma in quelli di Sarah Kerrigan, nota come la Regina delle Lame, tornata in forma umana grazie ad un antico artefatto (pur presentando ancora un grande potere) e desiderosa di vendicarsi di Mengsk per averla tradita su Tardonis. Questa volta ci ritroveremo quindi al comando degli Zerg che dilagano nella galassia, eliminando i nemici grazie alle abilità psioniche della temibile Kerrigan. Giunti su Zerus, si verrà a sapere che a minacciare l’universo è stavolta un antico Xel’Naga, Amon, che prese il controllo di alcuni Zerg con lo scopo di dominare l’universo. Kerrigan, per fronteggiare questo potente avversario, si immergerà in una crisalide, uscendone come una più potente Regina delle Lame. Nel gioco ci ritroveremo quindi a procedere attraverso un totale di venti mappe, diventando sempre più forti, sia per quanto riguarda le truppe, sia per quanto riguarda il persopnaggio stesso di Kerrigan.
Ciò che rende grande questo strategico in tempo reale non è soltanto la trama di notevole impatto, ma anche il gameplay, già di ottimo livello nel precedente capitolo e qui ulteriormente migliorato. Due saranno le modalità di gioco, una campagna offline ed una modalità multiplayer. Per la campagna offline, attraverso la quale sarà possibile vivere la straordinaria storia che offre il gioco, ci saranno, come già accennato, un totale di venti livelli di difficoltà progressiva. Nella maggior parte delle missioni, sarà possibile schierare la stessa Kerrigan, scegliendo uno dei cosiddetti “ruoli tattici”, aventi ognuno uno specifico set di abilità. Man mano che si procederà nella storia, si sbloccheranno nuovi ruoli e/o altre abilità verranno aggiunte a quelle già esistenti. Sul Leviatano, la nostra nave, sarà possibile modellare il nostro esercito a vostro piacimento. Nella fossa evolutiva, infatti, sarà possibile potenziare in modo permanente e non le nostre truppe. Per esempio, potreste rendere più forti in attacco le vostre truppe per una missione in cui saranno presenti molti nemici corazzati, oppure, viceversa, potrete potenziare la resistenza in caso di missioni che prevedono lunghi assedi. Ma non solo: sarà anche possibile partecipare a missioni evolutive, per potenziare in modo definitivo le varie unità. Per quanto riguarda la modalità multiplayer, di cui analizzeremo meglio in seguito i cambiamenti apportati, nelle meccaniche di gioco non ci saranno particolari novità.
Trattandosi di un’espansione, risulta particolarmente importante un confronto tra Heart of the Swarm e la versione di partenza. Innanzitutto una cosa che ci ha fatto storcere un po’ il naso è stato il numero ridotto di missioni presenti, che cala dalle 30 del primo episodio alle 20 del secondo, senza contare che abbiamo avuto la sensazione che alcune mappe fossero stare riciclate, apportando solo qualche leggera modifica. Le novità più evidenti si riscontrano nella modalità multiplayer, con l’aggiunta di nuove unità per ogni razza. Sono stati implementati nella modalità di addestramento numerosi e ben dettagliati elementi di tutorial, che insegneranno, passo dopo passo, come controllare ciascuna razza. Di ambientazione prettamente futuristica, sono anche state aggiunte nuove mappe, con l’intento di rinnovare ulteriormente l’esperienza di gioco online. Un’altra importante aggiunta effettuata da Blizzard a questa nuova espansione consiste nell’introduzione di club, nati con l’intento di raccogliere vaste comunità di casual gamers, e di clan, per accogliere, invece, giocatori spinti da una certa competitività. L’aggiunta di questa nuova componente social, renderà più semplice trovare nuovi compagni di avventure, offrendo la possibilità di allenarsi e/o combattere insieme e facilitando, inoltre, le comunicazioni attraverso dei canali privati di chat. Una novità iportante consiste, invece, nel poter giocare sulle ladder multigiocatore di tutte le regioni, pur mantenendo la propria lingua. Infine, il comparto online comprenderà una divisione in leghe, per differenziare i gruppi di giocatori in base alle loro abilità personali: dopo cinque partite di piazzamento, si verrà assegnati a una di queste leghe, ossia di bronzo, argento, oro, platino e diamante, con la possibilità di avanzare, o di retrocedere, in base ai risultati ottenuti.
StarCraft II: Heart of the Swarm non è soltanto un capolavoro per trama e gameplay, ma è anche un vero e proprio spettacolo per gli occhi, dotato di una grafica straordinaria e curata sin nei minimi dettagli, sia per quanto riguarda le scene in computer grafica, sia per le varie mappe di gioco e per i modelli poligonali delle unità. Anche le animazioni sono state rese alla perfezione, rendendo quello di StarCraft uno dei comparti grafici meglio realizzati degli ultimi tempi. Abbiamo, però, riscontrato un piccolo difetto (non siamo sicuri se sia capitato soltanto nella nostra sessione di prova, oppure si tratti di un bug a tutti gli effetti di questa espansione, N.d.R.) quando abbiamo provato a giocare a schermo ridotto. In generale, quando si vuole giocare a schermo ridotto, il cursore non riesce ad uscire dai contorni della finestra di gioco e, soltanto con combinazioni come Alt+Tab, è possibile spostare il mouse altrove. Qui, ciò non è avvenuto. Durante una partita, giocando a schermo intero, portando il cursore alla fine della schermata, si sposta automaticamente la telecamera nella stessa direzione, consentendo un rapido controllo della mappa di gioco. Quando invece si vuole giocare a finestra, ciò non sarà più possibile, poiché il puntatore uscirà fuori dalla finestra di gioco. Per quanto sembri essere una cosa di poco conto, ci siamo sentiti costretti a giocare a schermo intero, e ciò può risultare fastidioso, soprattutto per chi gioca a finestra per tenere sotto controllo le temperature del processore e/o della scheda video. Eccezionale è stato anche il lavoro di Blizzard nel comparto audio, con delle colonne sonore futuristiche sicuramente degne di nota, che faciliteranno il coinvolgimento del giocatore nel mondo di gioco di questo straordinario capolavoro. Anche il doppiaggio italiano dei personaggi è stato curato nei minimi dettagli ed è probabilmente, checché se ne dica, uno dei migliori di sempre.
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