E’ innegabile che da alcuni anni a questa parte i titoli di Sonic in 3d siano stati delle costanti delusioni. Il terribile Sonic the Hedgehog; Sonic & The Secret Rings, che mostrava delle buone idee affossate da un sistema di controllo ingestibile; Unleashed, che risultò essere un buon gioco solo a metà; infine Sonic & The Black Knight, nato da un cattivo game design e piagato da una longevità inesistente. Così, nello stesso anno del lancio dell’episodico Sonic 4, Sega ci riprova con questo Sonic Colours, costruito tentando di ascoltare le critiche giunte ai vecchi capitoli, e con una certa attenzione verso gli ultimi successi dell’arci-rivale Mario.
Una delle critiche principali rivolte agli ultimi capitoli 3D di Sonic era stata quella di introdurre troppi personaggi, giocabili e non, spesso dall’aria stupida ed infantile. Con Colours si torna alle basi: Sonic èl’unico personaggio giocabile, accompagnato soltanto dall’amico di sempre Tails, che non controlleremo ma che comparirà nei vari filmati. Anche nella trama èstata fatta piazza pulita delle storie eccessivamente epicheggianti e spesso fin troppo esagerate dei capitoli passati. Questa volta Sonic e Tails si ritroveranno in un gigantesco Luna Park costruito da Eggman. Il perfido dottore afferma di essersi ravveduto delle proprie malefatte e di voler farsi perdonare creando un luogo dove chiunque possa divertirsi. Le cose, come intuito dal porcospino blu, non staranno proprio così, e nostro compito sarà smascherare l’ennesimo piano malvagio. Il modello su cui il gameplay di Colours è stato costruito è simile a quello dei livelli diurni di Unleashed: un alternanza di fasi 3D in cui Sonic sfreccia velocemente attraverso un percorso più o meno obbligato, affrontando nemici ed ostacoli, e di fasi in cui l’azione si sposta in 2D, con dei livelli simili a quelli degli ultimi capitoli per DS. Qua infatti il design si fa più intricato, mostrando più strade possibili per arrivare a fine livello, oggetti segreti da ricercare, e numerosi power-up. Prendendo spunto dagli ultimi titoli di Super Mario, Colours presenta nelle sue sezioni 2D, svariati power-up che doneranno di volta in volta al porcospino blu nuove abilità, cambiandone anche l’aspetto. Nella maggior parte dei casi i livelli sono completabili anche senza utilizzare questi power-up, ma sbloccandoli si apriranno molte nuove possibilità e strade per arrivare in fondo allo stage. Sebbene il concetto di base sia buono, così come lo spunto dei power-up, svariati difetti impediscono Colours di decollare. Innanzi tutto c’èun netto squilibrio dei livelli in 2D (circa il 70% del gioco), rispetto a quelli in 3D. Ed il design di questi ultimi pare particolarmente poco ispirato. Sonic èspesso obbligato a percorrere un percorso fisso, in cui i nemici non offrono particolare resistenza, e se non fosse per le odiatissime voragini improvvise ci si potrebbe addirittura addormentare in queste sezioni. Inoltre il senso di velocità è buono, ma Sonic risponde in maniera lenta e legnosa ai comandi. Migliore è la situazione dei livelli in 2D. L’idea dei power-up funziona bene, ma si nota che il motore di gioco non èottimizzato per il platforming 2D. I salti di Sonic hanno una fisica strana, poco prevedibile e causa di molte morti ed imprecazioni. Poco convincente èanche l’idea di dover cercare determinati oggetti nel corso dei livelli: non si capisce se il Sonic team voglia mettere l’accetto su questo aspetto o su quello della velocità, e ciò che risulta èun accozzaglia di 2 diversi concept, che poco soddisfa il giocatore.
Da un punto di vista grafico Sonic Colours si mostra solido, senza eccellere. Non vengono ovviamente raggiunte le vette dei Mario Galaxy, ma èchiara l’ispirazione che hanno fornito per i temi dei vari mondi di Colours, piacevolmente colorati e particolari. Tuttavia si nota che per il gioco èstata utilizzata una versione del motore della versione Wii di Sonic Unleashed, scelta difficile da comprendere perché Secret Rings e Black Knight, che utilizzavano un altro motore, avevano una grafica sicuramente più dettagliata e fluida sia di Unleashed che del titolo in questione. Si nota anche una certa fretta nello sviluppo, i primi livelli hanno un ottimo aspetto, mentre in quelli finali, qua e la si scorgono texture slavate e di più bassa qualità. Anche nelle musiche il punto di riferimento resta Mario Galaxy, con musiche orchestrali molto simili a quelle del capolavoro Nintendo ed un tema principale al limite del plagio, mentre sono buone le scelte di doppiaggio: i doppiatori classici inglesi sono stati sostituiti da nuovi con voci meno fastidiose. Per i puristi èanche presente l’opzione per passare al parlato giapponese. La durata del gioco si attesta sulle 10 ore, sicuramente un enorme passo avanti rispetto alle solo 4 di Black Knight, ma si tratta sempre di un gioco troppo corto, specie se confrontato coi i platform Nintendo, o anche solo con i Sonic di qualche anno fa. Non c’èneanche un grande stimolo alla rigiocabilità, se non per i fanatici completisti.
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