Recensione Small Radios Big Televisions

Negli ultimi anni, con il proliferare dei titoli indipendenti, non è raro trovare nei negozi digitali giochi sviluppati da One Man Team, ragazzi dotati che da soli sviluppano praticamente tutta la loro opera. In passato abbiamo visto Dust: An Elysian Tail, che con una trama e un gameplay solido ci aveva convinto, e l’italianissimo Albedo: Eyes from Outer Space, avventura in prima persona piena di enigmi; Owen Deery ci prova con il suo Small Radios Big Televisions, aiutato da Adult Swim Games (Headlander, Rick & Morty) qui in veste di publisher. Disponibile dall’8 Novembre per PlayStation 4 e PC a 13,29 €, sarà riuscito a colpirci?

Versione testata: PlayStation 4

Everybody’s gone to some kind of Rapture
Small Radios Big Television è un’avventura esplorativa che trascina il giocatore in cinque diverse fabbriche, dandogli come unico scopo trovare una via d’uscita per la successiva. Data la sua breve durata (poco meno di due ore per ottenere il 100%) non ci soffermeremo sulla trama generale del titolo di Owen Deery, bensì  ci concentreremo su tutti gli altri aspetti  che caratterizzano la produzione. Le fabbriche di Small Radios Big Televisions producono musicassette, e proprio su questi supporti sono basati la maggiorparte degli enigmi ambientali. Esplorando ogni stanza meticolosamente, entrerete in possesso di  tre cassette a fabbrica, una volta inserite nella radio portatile in dotazione al giocatore, verrete catapultati all’interno e vivrete in prima persona l’ambiente descritto dall’etichetta. Ogni viaggio all’interno delle musicassette è unico, e rappresenta una diversa location: dalla tundra ghiacciata ad un campo di grano, dai binari di un treno ad un fiume rilassato, lo scopo sarà trovare una sfera di energia verde che ci permetterà poi di aprire eventuali porte chiuse.

Tutto qui? Ovviamente no, a volte nella musicassetta visitata non troverete nulla, e dovrete smagnetizzare il nastro per visitare una versione alternativa della location: ogni cassetta ha tre versioni differenti da visitare, e alcune di queste regalano atmosfere molto riuscite e disturbanti. Ogni viaggio nelle musicassette corrotte di Small Radios Big Televisions sembra un trip d’acidi  che probabilmente avrebbe reso al massimo in realtà virtuale. Pur non durando molto, il titolo di Deery riesce a trascinare il giocatore  in un viaggio no-stop, circondato da un messaggio intrinseco sulla natura umana.

Tape for all
Oltre all’esplorazione in prima persona dei nastri rinvenuti, il giocatore è invitato ad esplorare ogni stanza delle fabbriche a caccia d’indizi sulla trama (spesso forniti tramite incisioni sui muri) e soprattutto con gli enigmi ambientali, anche se a conti fatti, sebbene siano tutti riusciti non sono più delle dita di una mano. Il più interessante è sicuramente quello della penultima fabbrica, in cui bisognerà attivare gli interruttori per poter abbassare e/o alzare il livello dell’acqua e raggiungere così i pulsanti richiesti per  aprire l’ultima porta. Se da un lato la semplicità degli enigmi rende l’esperienza davvero adatta a chiunque, dall’altro il bassissimo livello di sfida non aiuta la già breve durata di Small Radios Big Televisions.  Inoltre come spesso accade nelle versioni console di titoli punta e clicca (come ad esempio The Banner Saga) l’uso del controller è leggermente scomodo, soprattutto in quegli enigmi che riguardano gli ingranaggi in movimento.

Enjoy the silence
Abbiamo già paragonato i viaggi all’interno delle musicassette di Small Radios Big Televisions ad un’esperienza di acido, ma non ci siamo soffermati sulla qualità dei colori e dell’atmosfera non solo di queste sequenze ma dell’esperienza intera. Là dove il titolo creato da Deery convince è proprio nell’immersività delle location, grazie anche ad una colonna sonora indovinata e campionata niente meno che da delle musicassette incise per l’occasione. Le fasi di testo in cui la trama viene portata avanti sono purtroppo solamente in inglese, ma niente di troppo complicato per essere comprese anche da chi ha solo la conoscenza scolastica della lingua.

Verdetto
7 / 10
Porco cane che trip!
Commento
Small Radios Big Televisions sarebbe stato un ottimo titolo per Realtà Virtuale. Questo perchè data la sua breve durata e la sua forte atmosfera, avrebbe reso al massimo sulla nuova tecnologia ( e non è detto che in futuro non ne esca una versione dedicata). Per il resto il titolo di Owen Deery fa dell'immersività il proprio cavallo di battaglia, trascinando il giocatore in circa due ore di trip d'acidi con enigmi indovinati (pochi ma buoni) e una trama di sfondo che affronta un'altra volta il messaggio sulla natura umana.
Pro e Contro
Atmosfere d'impatto
Colonna sonora indovinata

x Breve durata
x Rigiocabilità nulla

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